Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Dicesi che qui fosse la chiesa di S. Giulio edificata sul suolo di Gio. Galeazzo e di Gio. Giacomo Poeti. Si dice anche che fosse dedicata al detto Santo in ossequio di Giulio II. Si dà per consacrata li 28 ottobre 1512, e nessuno conosce quando questo S. Giulio cessasse di essere una chiesa di Bologna. Se si ritiene per insussistente la pretesa consacrazione del 1512, forse si troverà la data del come e quando fu distrutta questa chiesa. Il castello di Galliera, fabbricato da Giulio II nel 1507, era dalla parte della Montagnola, ma la cittadella era sopra l’ orto Poeti, e per cittadella s’ intendeva il luogo dov’ erano gli alloggiamenti dei soldati, i quali è inutile il dire che avessero comunicazione col Castello. In questa cittadella, li 20 novembre 1509, fu fabbricata una chiesa, o precettoria, dotata di annui fiorini 300 d’ oro, e fra i beni assegnati per questo benefizio vi fu il palazzo Poeti in vicinanza di detta cittadella, confiscato per essere i Poeti implicati nella ribellione contro i Bentivogli. Li 27 maggio 1511 si cominciò la distruzione della cittadella e del castello di Galliera, e con queste quella ancora della chiesa e precettoria forse intitolata S. Giulio. (Vedi Piazza della Montagnola).
La fabbrica del convento si cominciò solamente li 23 agosto 1637, nel qual anno le suore fecero molti acquisti di case ed orti per rendere più ampio e decoroso questo locale.
Giacomo Socchi in unione di Antonio Ghiezzi furono gli architetti che cominciarono il lavoro dalla parte dell’ orto dei Poeti, ove fondarono un braccio lungo piedi 210, nel quale fu compreso il refettorio. Si continuò la fabbrica sino alli 18 febbraio 1646, ed il Socchi fu rimunerato delle sue fatiche con L. 3600.
La chiesa fu consacrata li 7 dicembre 1645.
Queste monache furono soppresse li 21 giugno 1798, e li 2 gennaio 1799 fu ordinato un ospedale militare che fu qui messo in attività li 1 maggio susseguente. Il convento ed annessi furon comprati da Francesco Garagnani li 27 aprile 1801. Rogito Luigi Aldini. Passò al P. Calini dell’ oratorio, che li vendette al dott. Luigi di Pellegrino Piana, ma in forza di regresso ritornò al primo acquirente Garagnani.
La chiesa, il campanile, e la massima parte del convento furon demoliti. I materiali servirono per la fabbrica del muro che sostiene il terrapieno della Montagnola verso settentrione, e per la costruzione del teatro Badini in Strada Santo Stefano.
Queste monache secolarizzate vissero la maggior parte per circa 23 anni unite, poi vestirono l’abito Agostiniano, e si stabilirono nell’antico monastero di Camaldolesi di Santa Cristina della Fondazza.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
SS .mo Gesù e Maria.
Convento di monache Agostiniane fondato il 31 dicembre 1624.
Quivi eravi la chiesa di S. Giulio edificata da Giovanni Galeazzo e Gio. Giacomo Poeti per onorare la memoria di Giulio II dal quale fu consacrata il 28 ottobre 1512.
La chiesa fu poi rifabbricata con disegno di Bonifacio Socchi nel 1644, e consacrata il 7 dicembre 1645.
Il primo maggio 1799 questo convento fu ridotto ad ospedale, e si apri a comodo dei Cisalpini, per cui tutti quelli che erano negli altri ospedali furono quivi traslocati.
Le monache furono soppresse il 21 giugno 1798.
La chiesa fu fatta atterrare dal dottor Luigi Piana.