Dai Cartigli del Comune di Bologna
Chiesa di San Benedetto
Di origini duecentesche, fu completamente riedificata nel 1606 su disegno di G. B. Ballerini. La facciata, una volta su via galliera, fu rifatta nel 1892, con aggiunta del portico, per adeguarsi al tracciato della nuova via dell’Indipendenza. Nell’interno dipinto di G. Cavedoni, A. Tiarini, C. Aretusi, L. Massari, E. Procaccini il Vecchio, U. Gandolfi (1769) e una statua di A. G. Piò.
Indirizzo:
via Indipendenza, 64
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa di S. Benedetto, anticamente dipendente da Sant’ Elena di Sacerno, di monaci Benedettini, e parrocchia, come da un rogito di Oliviero dalle Scudelle delli 22 maggio 1202.
1202, 22 maggio. Frate Benvenuto, quondam Petrizolo, dell’ ordine di Santa Maria del Carmine, di Bologna, compra una mezza casa in borgo di Galliera, sotto San Benedetto. Rogito Oliviero dalle Scudelle.
Nel 1508 il Rettore della chiesa di S. Benedetto fece fare pertiche 57 di muro di oncie 13, per dividersi dal campo del Mercato.
1529, 21 gennaio. Bolla di Clemente VII colla quale, per la rinunzia di D. Bartolomeo Cerchiati, concede la chiesa e le case di S. Benedetto ai frati di S. Francesco di Paola per fondarvi un convento, a condizione di far esercitare la cura d’ anime ad un prete idoneo, al quale paghino la sua mercede.
1529, 11 luglio. Bolla di Clemente VII, colla quale concede la chiesa parrocchiale di S. Colombano, cogli edifizi e mobili, ai Padri Minimi di S. Francesco di Paola, con questo che vi sia il consenso del decano e del canonico curato, ad effetto che i frati possano fabbricar casa e dormitorio, reffettorio, ecc. , con la soppressione del decanato e e del canonicato a misura che muoiono, e l’ applicazione ai frati delle rendite dei defunti, e ciò perchè detti frati mancano di casa in Bologna.
1531, in marzo. Cornelio Lambertini, cui il senato aveva concesso un pezzo di terreno sul mercato il 29 ottobre, ne dona ai frati pertiche 79 e piedi 90. Rogito Francesco Boccadicane.
1531, 23 maggio. Donazione del Senato ai frati di una pezza di terra nel Mercato, di pertiche 11 in lunghezza, e di pertiche 2 1/2 in larghezza, che verso sera confina il muro della chiesa, e a settentrione con Cornelio Lambertini, rogito Filippo Fasanini, da servirsene per la fabbrica e per l’orto del convento.
1538, 2 agosto. Comprano i frati da Petronio Mingami e da Giovanni Gherardi, alias Teli, due case contigue, per L. 700. Rogito Antonio Moroni, Pietro Canettino, e Cesare Zani.
Li 28 giugno 1559 il Senato accordò un sussidio ai Padri Minimi per la fabbrica della loro chiesa di S. Benedetto, ed altro loro fu concesso li 27 ottobre 1589 per lo stesso oggetto.
Li 25 maggio 1587 ottennero suolo pubblico per la detta fabbrica, di piedi 4 del vicino vicolo.
1566, 28 maggio. Soppressione della parrocchia di S. Giuseppe di Galliera, e ripristinazione di quella di S. Benedetto. Rogito Marcantonio Balzani.
1667, 9 settembre. Il Senato concede suolo ai frati per mettere a retta linea il portico in Galliera, che i medesimi si propongono di fare. Rogito Francesco Bignardi.
1675, 29 dicembre. Il Senato permette di allargar la chiesa dalla parte dello stradello per piedi 6 e oncie 6, e in lunghezza piedi 51 e oncie 6. Rogito Antonio Maria Negri.
La piazzetta davanti la chiesa fu cominciata li 20 marzo 1589 coll’ atterramento di alcune casette della rendita di circa scudi 100, perciò il Senato, per questo abellimento della città, accordò L, 500.
L’ oratorio annesso a questa chiesa fu aperto li 4 gennaio 1770.
Nel settembre del 1729 ingrandirono il convento verso il Mercato, e questo lavoro fu terminato nel 1733 colla spesa di circa scudi 50000.
I Padri Minimi vennero soppressi li 15 marzo 1797, e li 12 aprile susseguente vi furon traslocati i Padri del terz’ ordine di S. Francesco della Carità, che vi rimasero lino alla loro estinzione seguita li 31 dicembre 1798.
Il locale servì a caserma ed anche ad ospedale militare.
Nel luglio e agosto del 1809 fu demolito il dormitorio per allargare il passeggio della Montagnola.
La parrocchia è tuttora conservata.
Da scritture autentiche si rileva che nel 1328 vi era un nuovo ospedale che serviva pei poveri sacerdoti, situato in burgo Galeriae juxta S. Benedictum, instituito per testamento di D. Ugolino da Panico, per alloggiar sacerdoti e laici, e lo lascia alla compagnia delle Laudi della B. V. de Burgo Galeriae. Rogito Antonio Bondomenici da Cento delli 20 aprile 1324. Fu poi traslocato nel 1450 dov’era S. Bartolomeo di Reno.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
S. Benedetto.
Parrocchia e convento dei Paolotti in Galliera.
Sino dal 1202 era parrocchia. Nel 1321 fu ufficiata dai Benedettini, poi fu collegiata, il capo della quale ebbe titolo di Decano.
Il 21 gennaio 1529 fu da Clemente settimo assegnata ai Padri Minimi, e loro rinunciata dal canonico D. Bartolomeo di Cento, curato di detta chiesa.
Nel 1566 vi fu assegnata la parrocchiale della chiesa di S. Giuseppe dei Padri serviti di Galliera, poi convento di suore domenicane, detto Santa Maria Maddalena.
Nel 1606 fu rinnovata la chiesa con architettura di Gio. Battisla Ballerini bolognese.
Nel 1661 fa riedificata la porta di Galliera con disegno di Bartolomeo Provaglia.
Nel 1330, con architettura di Angelo e Agostino Senesi, fu fabbricata la fortezza di Galliera dal cardinal Bertrando Agorio dalla Torre, francese, il quale levò l’ufficio del Podestà e del Confaloniere di Giustizia, e fece Rettore di Bologna Marsiglio Rossi da Parma fratello del vescovo di Bologna.
Conteneva il castello 300 casette, otto torrioni grossi 12 braccia. Era lungo 200 passi geometrici, e largo 300. Aveva alcune vie sotterranee, ed era collocato per metà dentro, e l’altra metà fuori delle mura della città.
Nel 1334 il castello fu spianato.
Nel 1404 fu rifabbricato per ordine del cardinal Cossa.
Il 28 maggio 1411 fu di nuovo demolito.
Nel 1414 per ordine di Giovanni XXIII fu rinnovato, e il 5 aprile 1416 atterrato di nuovo.
Nel 1435 fu rifabbricato per la quarta volta da Eugenio IV, e spianato nel 1443.
Nel 1507 fu messa la prima pietra da Giulio II a sinistra per andare verso la porta in distanza di tre pertiche dalla strada di Galliera, nel qual luogo univi un lazzaretto spianato per rifabbricare detto castello.
Il 29 agosto 1508, accanto a detta fortezza, fu cominciata una cittadella lungo le mura della città capace di 200 cavalleggieri, e restava fra la porta di Galliera e quella delle Lamme.
Nel 1508, una mattina circa le ore quindici, fu posta sopra l’ arco della porta di S. Petronio la statua di Giulio II, fatta nello stanzone del Pavaglione da Michel Angelo Buonarotti ed Alfonso Lombardi.
Era di metallo, ed alta piedi 9 1/2.
Era sedente con triregno in capo, colla destra dava la benedizione e colla sinistra teneva le chiavi. Pesava libre 17500. Costò 1000 scudi d’oro, senza contare la campana dei Bentivogli del peso di libbre 4600, ed una bombarda, che furono pur impiegate per questa statua.
Nel 1511 fu di nuovo spianato il castello di Galliera per la quinta ed ultima volta, e il 30 dicembre dell’anno stesso fu levata la suddetta statua di Giulio li dai partegiani de’ Bentivogli. La testa pesava libbre 600, e passò nelle mani del Duca di Ferrara.
Il 12 aprile 1797 furon traslocati in S. Benedetto i frati della Carità.
I Paolotti furon soppressi il 15 marzo 1797.
La parrocchia esiste tuttora. Il parroco aveva L. 1200 (moneta milanese ) d’ indenizzazione.
Col decreto 24 giugno 1805 fu soppressa e unita a Santa Maria Maggiore. Mediante questo decreto, emanato da Napoleone, le parrocchie erano ridotte a 16, ma coll’altro decreto in data 23 maggio 1806 furon portate a 18. In quest’ occasione S. Benedetto fu rimessa di nuovo a parrocchia unendovi quella di Santa Maria Maggiore, i libri della quale furon consegnati al parroco di S. Benedetto.
Il convento servì poi come caserma e deposito de’ coscritti, poscia di prigionieri, ed ultimamente anche come ospedale.
Il 30 giugno 1799 servi per deposito delle armi dei cittadini, ai quali fu intimato dal generale austriaco di qui portarle.
Nel luglio e agosto 1807 fu atterrato il braccio dei dormentori superiore ed inferiore per allargare la Montagnola, riservando l’abitazione per il parroco.
Da questa parte, in causa dell’alzamento della Montagnola, si è dovuto costruire una lunga scalinata per comunicare col Borghetto di S. Benedetto.