Dai Cartigli del Comune di Bologna
Chiesa della Madonna di Galliera
Fondata nel 1304 divenne poi sede della Compagnia dei Poveri Vergognosi nel 1495 e nel 1622 fu data agli Oratoriani di San Filippo Neri. Fu ricostruita nel 1479 e completata con la facciata in macigno, ricca di statue, nel 1502, su progetto di Zilio Montanari. All’interno affreschi di G. Marchesi (1730-44); dipinti di F. Albani, Guercino, A. M. Colonna, L. Pasinelli, T. Muratori, G. Donnini, M. A. Franceschini e sculture di G. Mazza (1695 c.) A. G. Piò (1740), S. Giannotti (1741).
Indirizzo:
via Manzoni, 3
Ex Oratorio di San Filippo Neri
Il portale cinquecentesco proviene, come si può leggere nell’architrave, da una casa della famiglia Hercolani. L’interno settecentesco, gravemente danneggiato dalle bombe nel 1944, fu progettato da Alfonso Torreggiani nel 1733 e decorato da statue di Angelo Gabriello Piò con ornati in stucco di Carlo Nessi ed intagli di Antonio Cartolari. Nella controfacciata è stato ricollocato nel Settecento un affresco raffigurante un Ecce Homo di Ludovico Carracci.
Indirizzo:
via Manzoni, 5
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e collegio dei Padri dell’Oratorio detti Filippini.
Nel secolo X le mura della città passavano presso il luogo dove fu poi la Madonna di Galliera.
Si trova nei libri e negli atti pubblici che sino dal 1294 il Vescovo di Bologna deputava una persona a raccogliere elemosine per i poveri vergognosi, e ciò si rileva particolarmente dai registri del Comune nei quali ogni anno è registrato un memoriale che il suddetto deputato dava al pubblico per aver sussidio. Così si trova praticato fino al 1304, nel qual anno il Vescovo Uberto chiamò da Piacenza certi frati detti di Santo Spirito, dei quali il primo a venire, secondo gli atti pubblici, fu frate Tubertinus et socij, che piantarono una loro colonia in Bologna, alla quale il predetto Vescovo concesse una località, dov’ è ora la Madonna di Galliera, sotto Sant’Andrea dei Piatesi, e li incombenzò di raccogliere e di distribuire le elemosine ai poveri vergognosi, e perciò furon detti fratres verecundorum.
Rilevasi da una cronaca la seguente notizia: “nel 1307, essendo cominciati i miracoli di S. Petronio, l’abbate di Santo Stefano chiese ed ottenne che due di questi frati assistessero alla raccolta delle elemosine che si offrivano dai fedeli a quella chiesa”.
Fabbricarono i detti frati un oratorio sotto l’ invocazione dello Spirito Santo, da non confondersi coll’altro dello stesso titolo dalle Moline, che fu distrutto prima del 1311. Nel 1320 sono ricordati i frati dello Spirito Santo, che cercano per i poveri vergognosi, come abitanti presso le case di Alberto Conoscenti (Via Galliera da Sant’Andrea dei Piatesi).
Li 16 novembre 1333 Nicolò Bazzolini vice-capitano, e gli Anziani e Consoli di Bologna ordinarono che fosse aperta una strada presso le case del convento dei frati vergognosi dell’ ordine dello Spirito Santo, per la quale si andava al castello del Cardinal Legato, fatta chiudere pochi anni or sono dai vicini di detta strada, concedendo agli interessati di apporre ai capi della medesima due portoni di legno, tenendo ciascuno di essi una chiave per l’accesso e recesso in detta strada. Rogito Gaspare Baruffaldini. (Potrebbe essere la strada menzionata al N. 478).
Cominciando a mancare le elemosine fu soppressa la chiesa, e coi beni furono instituite due mansionarie nella Cattedrale per ordine del nostro Vescovo il B. Nicolò Albergati, e il locale fu concesso a persone laicali.
Questa pia sollecitudine si risvegliò di nuovo nel 1495 in una compagnia detta dei procuratori dei poveri Vergognosi favorita dai Domenicani, i quali li 25 marzo di detto anno formarono una compagnia sotto l’invocazione di S. Nicolò di Mira, antico titolare della loro chiesa, composta di Agostino Orsi dottor in leggi, Orsino Orsi, Nestore Foscarari, Aiace Grati, Camillo Tartagni, e Floriano Cedropiani, che furono raccolti da frate Antonio d’ Olanda. Il priore del convento gli assegnò un locale sopra la compagnia di Santa Croce. Ai primi dieci confratelli ne furono aggiunti altri due. Nel 1551 il numero fu portato a 18, e in progresso di tempo furono in numero di 21. Questa congregazione trasportò poi la residenza nel locale della Madonna di Galliera, ma non vi fu erretta. Quivi tennero diverse provvisioni per i poveri vergognosi, e ciò avvenne perchè gli assunti alla fabbrica, detti anche operai della Madonna di Galliera, diedero ad essi procuratori, a titolo d’imprestito, alcune stanze in questa casa.
Secondo un rogito delli 19 marzo 1441 di Pietro Bruni e di Filippo Formaglini, il dottor Antonio Minucci da Prato Vecchio godeva le case già appartenenti ai Padri dei Vergognosi.
1459, 22 ottobre. Locazione enfiteutica concessa dai Mansionari al dott. Antonio dal Prato Vecchio di una casa e di un oratorio ruinoso sotto Sant’ Andrea dei Piatesi, in confine della via pubblica da due lati, degli eredi di Baldassare Caccianemici, del detto Prato Vecchio, di Guglielmo Conforti, ed altri, con patto che sia lecito al con duttore di risarcire l’oratorio, e ciò per l’ annuo canone di L. 10. Rogito Baldassare Grassi. I cronisti dicono che l’oratorio fu ridotto a stalla da quei dal Prato Vecchio.
Nel marzo del 1479, secondo il Nadi, si diede mano a ripristinare la chiesa dello Spirito Santo, ossia l’ oratorio della Madonna di Galliera, e li 5 ottobre dell’ anno stesso il Senato accordò L. 25 per detta fabbrica che fu compiuta nel 1492. Non resta in oggi della medesima che parte della facciata.
Da un instrumento delli 20 aprile 1481, a rogito Rinaldo da Dugliolo, si rileva che nella divisione dei beni paterni seguita fra i figli del dottor dal Prato Vecchio, il detto oratorio toccò al dottor Giovanni del dottor Antonio.
1481, 20 aprile. Bartolomeo Chiarini, Daniele Sampieri dottori, Bartolomeo Ghisellardi, Bernardo Fasanini notari, e Alessandro Poggi, operari e governatori della chiesa dell’ Oratorio di Santa Maria di Galliera, comprarono una casa posta parte sotto Sant’Andrea dei Piatesi e parte sotto Santa Maria Maggiore, che poi la permutarono con altra casa avente orto, e con l’oratorio condotto in affitto da Giovanni del fu Antonio dal Prato Vecchio, e siccome erano beni enfiteutici dei Mansionari di S. Pietro, fu applicato questo diritto sulla parte anteriore della casa ceduta al Prato Vecchio. Rogito Rinaldo Duglioli.
Esiste una lettera delli 12 agosto 1481 di Giovanni Alimento Negri, Luogotenente del Cardinal Francesco Gonzaga Legato di Bologna, nella quale nomina alcuni operai dell’ oratorio, o chiesa della Madonna di Galliera, ove prima eravi una chiesa detta dello Spirito Santo.
Li 12 agosto 1481 gli operai dell’oratorio abbandonato dai frati dell’ ordine dello Spirito Santo, e ridotto a benefizio di due Mansionarie, ottengono di ricevere elemosine per compire l’ incominciata fabbrica del suddetto oratorio, ed anche per soccorrere i poveri vergognosi.
1489, 27 febbraio. I suddetti operai comprano da D. Angelo del fu Giovanni dalla Valle, mansionario della Cattedrale, una casa enfiteutica e una casetta, ambedue antiche e rovinose, poste sotto Santa Maria Maggiore in Galliera, in confine di Giovanni dal Prato Vecchio, dei beni di detti operai, e di Albizzo Duglioli, per ducati 80 larghi d’ oro. Rogito Nicolò del fu Giacomo Fasanini.
1493, 9 settembre. Giacomo Castelli vende agli operai della fabbrica della chiesa già di Santo Spirito dei poveri vergognosi, ed ora della Madonna di Galliera, una casa posta in Galliera, sotto Santa Maria Maggiore, per L. 270, 18, eguali a L. 300. Rogito Nicolò Fasanini.
I suddetti operai furon confermati li 29 aprile 1496 da Cesare Nacci luogotenente del Legato, affinchè continuassero a raccogliere elemosine per i poveri vergognosi.
1496, 14 maggio. I suddetti operai comprano dal dott. Giovanni del fu Antonio dal Prato Vecchio una casa sotto Santa Maria Maggiore, in Galliera, in confine di Martino dalla Cola e dei compratori, più tutte le sue ragioni sopra di una parte di casa e corte anteriore del fu Baldassare Caccianemici, e poscia dei detti compratori, con tutto il contiguo a detta casa venduta, e ciò per L. 1966, 3 d’ argento, che a moneta corrente sono L. 2140. Rogito Nicolò Fasanini.
1496, 2 luglio. Fu seliciata di pietra cotta la piazzetta della Madonna di Galliera.
1537, 8 ottobre. Casa di Monsignor Ottaviano del fu Francesco Castelli, suffraganeo del Vescovo di Ferrara, posta sotto Sant’Andrea dei Piatesi, in confine degli operai di Santa Maria di Galliera, di Carlo Ardizzoni, e dei successori di Antonio Conforti. Rogito Gio. Marchetti, alias Fasanini. Pare che fosse di dietro all’oratorio, e in seguito venisse la casa Ardizzoni, che dava sulla via Monari, e il Broilo dei Piatesi.
1550, 1 agosto. Casa grande dei detti operai posta sotto Sant’Andrea dei Piatesi, nella via di Galliera. Confina altra casa dei detti operai, gli Ardizzoni e i Conforti.
1551; 9 ottobre. Casa dei detti operai sotto Sant’Andrea dei Piatesi, nella via detta della Madonna di Galliera. Confina Rinaldo Duglioli, gli eredi di Antonio Conforti, ed altri beni di questa ragione.
1596, 21 giugno. Nella chiesa della Madonna di Galliera vi sono due altari, ai quali si celebra quotidianamente.
1597, 21 maggio. I Teatini tentarono per due volte di avere l’ oratorio della Madonna di Galliera, ma vi si opposero gli operai di detto oratorio, che erano Girolamo Boccaferri, Girolamo Boncompagni, Antonio Maria Cattanei, Filippo Fava, marchese Antonio Angelelli, Francesco Mogli, o Gio. Battista Raigosi.
D. Licinio Pio radunava sette sacerdoti e due laici nella sua casa d’ abitazione, di ragione dei dottori Paolo e Antonio, fratelli Luna, posta in S. Mamolo al N. 13 rimpetto la chiesa delle Grazie, i quali sacerdoti li 17 luglio 1615, in numero di otto e due laici diedero principio in Bologna alla congregazione dell’oratorio di S. Filippo Neri, e in detto giorno elessero a loro superiore il suddetto Pio.
1616, 29 settembre. I suddetti sacerdoti determinarono di tenere lo loro congregazioni nella chiesa di Santa Barbara, ove depositarono le statue di S. Carlo e di San Filippo, poi la somma per un altare da fabbricarsi in detta chiesa.
1621, 2 gennaio. D. Fabio Fabri, rettore della chiesa senza cura dei SS. Ippolito e Barbara, consegnò questa chiesa ai Filippini, rogito Lorenzo Cattanei, e li 3 del mese stesso il Cardinal Lodovisi, Arcivescovo di Bologna, conferma e approva l’unione dei Padri, la quale l’erige in congregazione sotto l’ invocazione di S. Filippo Neri. Rogito Lorenzo Cattani.
1621, 28 febbraio. Gregorio XV concede ai Preti dell’oratorio la chiesa di Santa Maria di Galliera con le case, e stanze unite, antecedentemente occupate da alcuni laici nobili, applicando a detta chiesa e congregazione le tre case adiacenti, una delle quali confinava colla chiesa dell’ oratorio, con Tolomeo Diola, e cogli Ercolani. Rogito Lorenzo Cattanei.
Li 14 marzo 1621 presero possesso di detta chiesa.
1672, 3 giugno. Comprano i Filippini da Ippolita Fanti una stalla per L. 1000, la qual somma promette erogarla in una casa dei Bonasoni. Rogito Bartolomeo Cattanei.
Li 22 aprile 1618 Stefano Allamandini esibì ai Filippini un locale in un suo podere fuori porta S. Mamolo per farvi gli esercizi; li 2 giugno 1619 si doveva cominciare, ma in causa della pioggia ebbero luogo nella chiesa delle Acque.
Li 22 luglio 1629 Pantasilea Ghisilieri Pietramellara concesse ai Padri dell’ Oratorio, alias Filippini, un piccolo terreno fuori di porta S. Mamolo, detto poi Sant’Onofrio, dove nei giorni di festa estivi potesse radunarsi la gioventù per esercitare uffizi religiosi.
Li 6 giugno 1633 la detta concessione fu rattifìcata dal senator Gio. Antonio Vassè Pietramellara, pel tempo che continuassero i Padri a farvi gli esercizi.
Li 12 marzo 1715 i preti dell’ oratorio concessero all’ Accademia degli Arcadi di tenervi le loro adunanze ad onore di S. Filippo Neri nel giorno del Corpus Domini. Sant’ Onofrio fu poi unito al predio detto S. Procolino, che apparteneva nel 1796 ai Pietramellara.
1679, 28 giugno. Licenza ai Filippini di occupar suolo dalla parte dello stradello a oriente, per accrescere il numero degli altari della chiesa. Rogito Cosimo Gualandi.
Nel 1684 la chiesa fu compiuta in quanto a fabbrica, ma in quanto a pitture e dorature li 24 maggio 1760.
Il grandioso interno oratorio fu riedificato nel 1727, e dicesi sulla casa che fu già dei Lana in confine della porteria.
La cronaca Ghiselli, sotto la data delli 13 febbraio 1726, racconta che i Filippini vendettero a certo Giuseppe dalle Tele varie statue di marmo per 18 doppie, le quali statue furon forse trovate fra dei rottami di pietre nei loro sotterranei, appartenenti alla vecchia chiesa. Erano dodici apostoli, tre profeti, e due angeli di mano del celebre scultore Tribolo. Si spesero due doppie per ricuperarle, ma si trovarono mancanti delle dita e guaste in alcune estremità.
Questa comunità religiosa fu soppressa li 11 dicembre 1798. La casa servì per delegazione cantonale di polizia, per la direzione dei lotti, poi, per disposizione delli 27 giugno 1812 fu destinata all’ uffizio degli atti e contratti, che vi rimase fino alli 8 maggio 1813. Vi si ristabilirono poi di nuovo i Filippini.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
S. M. di Galliera dei Filippini.
Nel sito di questa eravi un’altra Chiesa detta dello Spirito Santo.
Nel 1320 vi erano dei religiosi chia mati — Fratres Verecundorum. — Abusando questi del loro Istituto furono sopressi, e la chiesa ridotta a privato oratorio.
Nel 1479 fu fabbricata la presente chiesa denominandola la Madonna di Galiera e vi fu instituita una Congregazione detta Opera dei Vergognosi.
Fu finita di fabbricare nel 1492, e nel 1495 ebbe reale principio questa pia e utile Opera dei Vergognosi, che fu confermata il 18 luglio 1511.
Gli uomini di quest’ Opera vestivano cappa rossa, e correvano la città nei giorni festivi chiedendo l’elemosina. I Domenicani unirono ai suddetti dieci dei loro religiosi, per lo stesso effetto. Le adunanze li tenevano allora nel convento di S. Domenico, sopra la Compagnia della Croce.
Il Senato nel 1515 accordò a quest’Opera l’esenzione del dazio delle moline per 400 corbe di grano.
Nell’ amministrazione erano dieci di numero, poi furono aggiunti due sopranumeri, indi il 6 marzo 1551 portati al numero di diciotto.
Poi la loro residenza fu sotto la parrocchia di S. Tommaso del mercato.
I Filippini ebbero origine in Bologna il 3 gennaio 1616 nella chiesa di S. Barbara, dove stettero cinque anni, dopo i quali fu loro conceduta la presente chiesa, e ne furono messi in possesso il 14 marzo 1621.
Nel 1781 fu rinnovata la chiesa con disegno di Gio. Battista Torre.
Il 4 dicembre 1727 fu aperto l’oratorio con architettura di Alfonso Torreggiani dedicato all’Assunta.
L’11 novembre 1798 gli fu intimata la sopressione.
Per decreto arcivescovile del 10 marzo 1808 fu dichiarata sussidiaria di S. Pietro, ma fu poi comutata nella chiesa di S. Nicolò degli Albari.
Nel convento dei Filippini vi abitava il parroco Parisi di S. Pietro in bell’appartamento, e la chiesa era officiata dai pochi Filippini che vi restavano.
Il 5 febbraio 1802 sotto il portico loro in Galiera, vi fu posta la ricevitoria dei lotti, dove il 17 del detto febbraio vi si vendeva ancora la carta bollata.
Nel 24 luglio 1798 fu decretato che dove era la libreria ed anessi, fosse fatta la residenza della municipalità di S. Maria Maggiore, e il 27 ottobre andò a risiedervi. Dopo passato qualche tempo serviva di quartiere al parroco di S. Pietro. Nella instituzione della notturna pubblica illuminazione, sotto il portico di Galiera alla prima porta andando verso S. Benedetto vi era l’ufficio di Angelo Michele Lodi ricevitore delle tasse alimentarie dell’illuminazione, e alla seconda porta vi era l’ufficio del direttore generale e inventore della detta illuminazione Giuseppe Guidicini. Sotto pure al portico stesso vi era uno dei quattro quartieri degli accenditori, mentre gli altri tre erano uno sotto il portico di S. Lucia, l’altro da S. Francesco al principio di S. Isaia, e il quarto da S. Martino dov’è ora il Teatro Contavalli.
Ultimamente si trovavano: uno sotto il portico del già Collegio dei Nobili in Cartoleria Vecchia. Il secondo da S. Paolo prima d’ arrivare al Collegio di Spagna. Il terzo rimpetto al teatro grande e sotto il portico dei Filippini. L’ ufficio era rimpetto alla già chiesa di S. Matteo delle Pescarie.
Dalla Graticola di Bologna di Pietro Lamo (XVI secolo)
E volgendosi a mano sinistra verso piazza vi è una chiesa nominata Madonna di Galliera, in cui sopra l’altare vi è un ornamento di marmo, dov’è un’assunzione della Madonna con li 12 Apostoli di mezzo rilievo tutti di marmo, di mano di Tribolo scultore Fiorentino. La cappella maggiore di detta chiesa è tutta compartita a quadri con storie.