Dai Cartigli del Comune di Bologna
Collegio di Spagna.
Istituito per disposizione del Cardinale Albornoz, arcivescovo di Toledo, nel 1364, quale istituto per accogliere gli studenti spagnoli. Venne costruito nel 1365-67 sotto la direzione di Matteo Gattaponi da Gubbio. All’interno del complesso si trova la chiesa gotica di San Clemente che conserva sull’altare un polittico di Marco Zoppo e un affresco forse di Andrea de’ Bartoli (1368). In sacrestia, dipinti di Lippo di Dalmasio e G. M. Crespi. Nel loggiato superiore, affresco di B. Pupini (1524).
Indirizzo:
via Collegio di Spagna, 4
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Innocenzo VI mandò nel 1353 in Italia, come suo Legato, il card. Egidio Cariglia Albornozzi arcivescovo di Toledo, il quale arrivò in Bologna nel settembre di detto anno, ove fu onorato dall’Oleggio governatore per i duchi di Milano, o piuttosto despota e usurpatore del dominio della nostra patria.
Il Cardinale però poco qui si trattenne, e partì per la Toscana, ritornando però a Bologna e facendo il suo ingresso come Legato il giorno 27 ottobre 1360 per porta S. Mamolo. Li 20 giugno 1361, durante il suo governo, fu data la celebre battaglia di S. Rufillo, nella quale furon sconfitte le truppe Lombarde, ma questa vittoria costò la vita di Blasco podestà di Bologna.
Li 5 gennaio 1364 Gometio Garzia, nipote del Legato Albornozzi, partecipò allo zio che sarebbe stato rimpiazzato in questa Legazione dal Cardinal Androino dalla Rocca, che arrivò in Bologna li 7 febbraio di detto anno. Trovandosi l’ Albornozzi in Rocca Papale d’ Ancona, detta di S. Cataldo, fece testamento li 29 settembre 1364, col quale ordinò 50000 messe per l’anima sua da celebrarsi la maggior parte in Italia, e il resto in Ispagna. Fatti molti legati, volle che col residuo de’ suoi beni si fondasse un collegio in Bologna in luogo decente, vicino alle scuole, con orto, e con una cappella dedicata a S. Clemente Papa e Martire, e che fosse provveduto di rendita sufficiente per 24 scuolari o due cappellani, e fosse detto Collegio di Spagna. Dispose anche a favore del medesimo di tutti i suoi libri, del suo denaro e vasellame. Incaricò in appresso Fernando Alvaro e Alfonso Fernando di aver cura della costruzione della casa, della cappella, e della compra di poderi sufficiente al mantenimento degli scuolari e dei cappellani.
1364, 2 novembre. Aghinolfo di Arinerio Delfini, della parrocchia delle Muratelle, vendette a D. Fernando Alvaro Albornozio, qual procuratore del CardinaI Egidio, una casa parte piana, parte balchionata, posta in Bologna sotto la cappella di Santa Maria delle Muratelle e di S. Cristoforo di Saragozza, presso altra casa venduta al detto cardinale da Gio. Delfini, colla quale confinava da due parti, e da altre due con strade. Questa stipulazione fu fatta, in prezzo di L 250, nella casa già venduta da Giovanni Delfìni. Rogito Giacomo di Cursio.
1364, 2 novembre. Furono vendute da Tuniolo dei Torelli tre case sotto San Cristoforo, presso la via pubblica da due lati più la metà e un terzo delle tre partì di altra metà per indiviso di un’altra grande situata nello stesso luogo. Tulle le case acquistale erano cosi descritte :
1. Una casa sotto S. Cristoforo, presso Giovanni di Giacomo Delfìni, presso la via pubblica davanti, e presso l’infrascritta casa abitata dal detto Torelli di dietro.
2. Casa grande posta sotto la suddetta parrocchia. Confinava colla strada da due lati, e colla predetta descritta casa N. 1.
3. Una casa in detta cappella. Confinava la strada da due lati, e la casa di Gio. di Giacomo Delfini.
4. La metà e il terzo di altra casa con un torrazzo, sotto S. Cristoforo. Confinava una strada e le predette case.
I suddetti stabili furono pagati L. 1000. Rogito Giacomo di Cursio di Vincenzo.
1364, 2 novembre. Compra dell’ altra parte della predetta casa grande con torrazzo, per L. 100. Confinava colle case già comprate dal Cardinale, e vendute da Antonio tutore di Cristoforo di Giovanni Torelli da Sala, e colla via pubblica davanti. Rogito Giacomo di Cursio di Vincenzo.
1364, 2 novembre. Compra di due case sotto le Muratelle, presso due strade, una davanti e l’altra di dietro, presso le case già comprate dal Cardinale e vendute dagli eredi del fu Torello de Sala, e presso Aghinolfo Delfìni. Queste due case furono vendute da Giovanni del fu nobile Giacomo Delfini della cappella delle Muratelle, per L. 750. Rogito Giacomo di Cursio di Vincenzo.
1365, 21 marzo. Pontificato di Urbano V, anno III. Fu decretato dal Cardinale Andruino Legato, di concedere la chiusura della via pubblica detta de Landronella Torelli da Sala, esistente in mezzo dell’isola delle case comprate dal Cardinal Albornozzi per il suo collegio, e il primo maggio susseguente il Legato Andruino partecipò all’Albornozzi che gli Anziani e i Riformatori acconsentivano che si chiudesse la detta via pubblica della Landronella, posta in Cappella S. Cristoforo di Saragozza, per poter meglio costruire la fabbrica del Collegio, e renderla isolata.
1365, 17 aprile. Compra di due case contigue sotto S. Cristoforo, presso la via pubblica, presso i beni dell’ospedale di Pradenestorio (Pistoriensi) da due lati, presso gli eredi di Cristoforo lardarolo, e presso quelli di Torello da Sala. Furono vendute da Lorenzo e Matteo fratelli Fabri, per L.130. Rogito Francesco de Sarto, (Vedi il contratto delli 16 ottobre 1367).
1365, 18 aprile. Compra di una casa sotto S. Cristoforo, in confine degli eredi di Torello da Sala, e della via pubblica da due lati, venduta per L. 80 dai fratelli Antonio e Pietro figli del fu Cristoforo lardarolo. Rogito Francesco di Aspettato da Cento.
1365, 18 aprile. Vendita fatta da Antonio Torelli, in nome di Cristoforo del fu Giovanni de Torelli da Sala, di una casa sotto S. Cristoforo, presso la casa dell’ospedale, e presso quella di Antonio e Pietro del fu Cristoforo, per L. 45. Rogito Francesco di Aspettato da Cento.
1365, 22 aprile. Compra della metà di una casa sotto S. Cristoforo, presso la via e presso gli eredi del fu Torello da Sala da due lati, per L. 100. Questa casa fu venduta col consenso di Federico adulto, figlio di Nicolò di Egidio di Sabiuno notaro, e di Boulogno in nome di Marcello fìglio minore di Nicola. Rogito Francesco di Aspettato da Cento.
1365, 18 ottobre. Compra di due case con orto sotto S. Cristoforo, presso vie pubbliche da tre lati, e presso Pietro di Montecolaro (Si vegga il contratto 29 luglio 1368), vendute dal figlio del fu Matteo Fornaro, e da Eugleta de Bambi vedova del detto Matteo e madre del venditore. Fu comprata da D. Pietro de Trageto in nome del Cardinale, per L. 150. Rogito Francesco di Aspettato da Cento.
1366, 29 luglio. Compra di due case sotto S. Cristoforo, che confinavano con due strade, con Martino lardarolo a mattina, e col compratore, vendute da Alberto e Matteo fratelli ed eredi del fu Ugolino Santi notaro, a D. Pietro de Trageto in nome del Collegio, pagate L. 250. Rogito Francesco di Aspettato da Cento.
1367, 16 ottobre. Comprò Pietro de Trageto, procuratore degli esecutori testamentari del Cardinale, una casa presso la Croce dei Santi, confinante colle strade da due lati, e dagli altri due col palazzo del Collegio, eccetto una piccola parte che confinava colla casa di Antonio Torelli da Bologna. La detta casa fu venduta da Giovanni di Paolo de Pistorio rettore dell’ ospedale di S. Bartolomeo delle Alpi diocesi Pistoriensis, in nome del detto ospedale, pagata L.1200 di bolognini. Rogito Francesco di Aspettato da Cento. (Vedi il contratto 17 aprile 1365).
1368, 3 luglio. D. Fernando Alvaro Albornozzi comprò per L. 30 da Margherita del fu Pietro una casa sotto S. Cristoforo, presso Elisabetta di Rolandi, presso il nuovo collegio Albornozzi, e presso la via pubblica. Rogito Simone di Perino.
1368, 10 luglio. II. suddetto Ferdinando, dimorante sotto la cappella della Muratelle, comprò da Elisabetta de Rolandi una casa per L. 90. Confinava con Margherita di Pietro, con Bolgarelam di Tommaso de Torelli, con la via pubblica e col Collegio. Rogito Simone di Pirino.
1368, 29 luglio. Permuta di due case di mastro Antonio del fu Pietro, muratore della cappella delle Muratelle, poste in Saragozza, presso la via da due lati, e presso il palazzo del Collegio da due altri, commutate con altra casa di detto collegio, posta presso le medesime strade pubbliche da tre lati, e presso la casa degli eredi del fu mastro Pietro di Montecolaro. Questo contratto fu stipulato sotto il portico di dette case. Rogito Francesco di Aspettato da Cento.
1518, 2 marzo. Donazione di suolo pubblico vacuo agli scuolari del Collegio di Spagna, il qual suolo confinava mediante la strada colle suore del Corpo di Cristo, circondandolo di muri a comodo di detto Collegio, dovendo però lasciare larga piedi 25 la strada che andava a S. Martino della Croce dei Santi, e con patto che dall’altezza di questo muro non si potesse vedere la clausura di dette suore.
Si noti che la casa di Tiburzio Passerotti, era presso il detto suolo donato al Collegio, e sulla via. che andava a S. Martino della Croce dei Santi.
1564, 24 luglio. Fu permesso al Collegio di Spagna di fabbricare un muro lungo piedi 160 e oncie 6 nella parte posteriore, sopra del quale non fosse lecito farvi abitazione, ma solo nella parte inferiore, in causa del convento delle suore del Corpo di Cristo, e di prender suolo a modo che la strada rimanesse per tutto di piedi 14 e oncie 6. La qual concessione fu accordata perché il Collegio lasciò verso Saragozza a comodo della via pubblica, che era di soli piedi 11, tutta quella larghezza che eccede adesso l’attual strada, che è della lunghezza di piedi 45.
1568, 29 agosto. Il Senato concesse di fare il muro a mezzodì, lungo piedi 180, e di occupare suolo pubblico a modo che la strada rimanesse piedi 14.
Come fu detto fin da principio di questa via il Cardinale aveva nominati suoi procuratori speciali Ferdinando di Alvaro Abornozzio, suo nipote e Alfonso Fernandez tesoriere della chiesa di Toledo e suo cameriere, come rilevasi da instrumento fatto in Bologna nel monastero di S. Giovanni in Monte. Rogito Francesco Aspettati di Cento.
In quello stesso giorno, a rogito del suddetto Aspettati, i procuratori in discorso fecero il seguente contratto per la fabbrica del Collegio:
« Andrea di Pietro, della parrocchia delle Muratelle, Giovanni di Francesco del Monte, della parrocchia di S. Cristoforo delle Muratelle, Martino di Panfìlio della parrocchia di S. Procolo, Zenese del fu Mastro della Torre, della parrocchia di S. Tommaso del mercato, tutti muratori, si obbligano di costruire il collegio. e di darlo compito per il giorno d’ Ognissanti del 1366. La fabbrica sarà eseguita come segue:
– Il primo palazzo sia lungo 12 pertiche comuni per ciascuna delle due sponde.
– Una cappella di piedi 20, di là dal fine di detto palazzo, che sia a otto faccie. sia larga piedi 20 comuni, e il muro della cappella seguiti quello del palazzo da ogni lato, a modo che il muro della cappella con quello del palazzo sia piedi 100 comuni, e piedi 20 di larghezza nel vacuo fra i muri della cappella.
– Il secondo palazzo sia di 100 piedi di lunghezza, e di piedi 20 fra i muri del vacuo con una porta in mezzo di piedi 8.
– Due altri palazzi lunghi piedi 72, e dentro il vacuo di piedi 10.
– Due Scale. In questo contratto è detto che il suolo è nelle cappelle di S. Cristoforo e di Santa Maria delle Muratelle, e che confina con strade da tre lati, e con altri.
– I fondi disponibili per la fondazione del Collegio ammontavano alla cospicua somma di L. 109,254, 01, 2
Spese in case beni e fabbriche L. 100.114, 18, 9.
Avanzo di L. 8,859, 02, 3.
Dicesi che la fabbrica fosse cominciala li 10 marzo 1364.
Li 11 luglio 1365 furon pagati a mastro Andrea, muratore, 1500 scudi d’oro, e li 18 ottobre susseguente altri 4000. Rogito Francesco Aspettati.
Li 24 maggio 1367 la fabbrica, in quanto all’arte muraria, era finita, e in detto giorno fu saldato il muratore, Rogito idem.
Li 23 agosto 1367 mori il fondatore Albornozio, non li 2 settembre 1364, come dice Sepulveda, e ciò si prova col codicillo da lui fatto in Viterbo il giorno stesso della sua morte, ed esistente nell’archivio del Collegio di Spagna. Pare che l’ Albornozio fosse indotto alla suddetta fondazione da particolare amorevolezza che egli nutriva per Bologna, e per imitare PP. Urbano V. (Vedi Strada Castiglione NN. 1337, 1338 e 1339).
Sul principio del 1369 fu aperto il Collegio, e vi entrarono dieci scuolari essendo primo rettore D. Alvaro Martinez, ed il secondo D. Sanzio Garzia, il quale occupò la carica nello stesso anno. Gli scuolari vi potevano stare otto anni. Li 22 maggio 1488 Innocenzo VIII ordinò che fosse eletto a rettore uno degli scuolari del Collegio. Il Rettore era eletto alle calende di maggio, e veniva confermato dall’Arcivescovo di Bologna.
Li 17 novembre 1436 Daniele, Vescovo di Concordia e Governatore di Bologna, per togliere le discordie fra i Rettori delle Università dei giuristi e artisti, e il Rettore del Collegio di Spagna, decretò che quest’ ultimo dovesse godere del posto più prossimo dopo quello dei Rettori dell’Università. Questo privilegio fu confermato li 24 marzo 1539 da Paolo III.
I pontefici Paolo III e Giulio III esercitarono dei diritti sul Collegio, e specialmente il secondo il quale li 15 maggio 1553 diede facoltà al Cardinale Campostellano di visitare e riformare il Collegio, e li 6 luglio susseguente la facoltà allo stesso di eleggere per quella volta il Rettore.
Filippo II ricevette sotto la sua protezione il collegio li 6 febbraio 1563; cosi Filippo IV li 5 marzo 1626; Carlo II li 24 ottobre 1684, e Filippo V li 28 novembre 1702. Il decano dei Cardinali spagnuoli ne era il protettore perpetuo, e in mancanza di questo assumeva tal carica il Cardinale di Santa Sabina.
Nel 1512 il Collegio sofferse non poco dalle truppe francesi.
Paolo III li 6 giugno 1536 diede facoltà al Cardinale di Santa Croce, protettore del Collegio, di visitare e far visitare il Collegio stesso, e col consenso della maggior parte degli scuolari abolire gli antichi statuti e formarne de’ nuovi.
Li 20 aprile 1688 tutti i collegiali partirono da Bologna per differenze insorte fra loro e la Legazione, suscitate da pretesa lesione di privilegi, e specialmente perché il legato aveva fatto carcerare alcuni domestici del Collegio. Li 23 aprile 1715 il Rettore ed i Collegiali di Spagna chiesero al Senato di poter riaprire il Collegio rimasto chiuso per molti anni durante la guerra della successione.
Benedetto XIV, con inusitato modo, fece un breve nel 1747 col quale voleva che ogni anno si assegnasse un canonicato, o una dignità vacante in Ispagna, all’Antiquiore collegiale di S. Clemente.
Da questo Collegio sortirono molti uomini illustri per santità e dottrina, fra i quali si conta S. Pietro d’ Arbues, che si cominciò a venerare nel suo altare della chiesa del collegio di Spagna li 23 novembre 1664; D. Antonio de Palos Vescovo di Avila, fatto presidente del Consiglio Supremo del Re di Spagna nel 1578; Don Giuseppe Menino conte di Florida Bianca, primo segretario di Stato e del Dispaccio Universale di Carlo III Re delle Spagne nel 1777.
Il Rettore accompagnato dai collegiali visitava il Gonfaloniere la vigilia del suo ingresso, e si rendeva pomposamente dal medesimo con due carrozze e con domestici in livrea. Il Priore degli scuolari faceva il presente della neve anche al Rettore di Spagna, dopo averla presentata al Legato, all’Arcivescovo, al Vice Legato, ed al Gonfaloniere. Questa cerimonia si praticava ogni anno alla prima neve che fioccava, ed il Priore riceveva in cambio un regalo fisso dalle autorità alle quali egli faceva il presente.
Pretendesi che la scolaresca si divertisse anticamente a maltrattare gli ebrei con pallottole di neve, e che costoro avessero convenuto I’offerta di una somma per andarne esenti. Scacciati che furono gli ebrei, il peso della regalia fu assunto dai superiori della città, ai quali con certa cerimonia venivano presentate alcune pallottole di neve su di un bacile d’ argento.
Nel 1769 fu convenuto che il Collegio di Spagna fosse considerato come una casa nobile di Bologna, e conseguentemente in occasione di feste e di conversazioni dovesse il Collegio invitare officialmente il Gonfaloniere e gli Anziani.
Godeva il locale del Collegio illimitala franchigia, ed il Rettore estradava patenti d’onore ad alcuni bolognesi nobili e cittadini, ed altre agli impiegati e addetti al Collegio. La sera della festa di S. Clemente il Collegio dava una conversazione a tutta la nobiltà estera e bolognese, e v’intervenivano i Cardinali Legato e Arcivescovo, non che le primarie magistrature della città. I collegiali vestivano d’ordinario l’abito alla francese, ma nelle pubbliche funzioni vestivano toga con stola leonata, a piedi della quale era ricamata l’ arma del fondatore.
Tutte queste giurisdizioni, privilegi e onori cessarono nel 1796 coll’ invasione francese. Ma il Rettore aveva ritirate in prevenzione tutte le patenti. Essendo la Spagna in pace colla Repubblica francese sussistette il collegio finché quella corona fu data a Giuseppe Bonaparte. Un decrelo di Napoleone lo soppresse, e li 11 aprite 1812 tutti i suoi beni furono avocati e poi anche venduti. Ripristinato il governo Pontificio in Bologna, la Corte di Spagna reclamò la restituzione dei beni del Collegio, a cui fu provveduto con compensi. La scelta libreria era rimasta in deposilo nella biblioteca dell’ istituto, e questa fu integralmente restituita
Nota (aggiunta con ogni probabilità da Ferdinando, figlio di Giuseppe Guidicini) COLLEGIO DI SPAGNA. — Diamo qui in nota altre importanti ulteriori notizie intorno a questo Collegio, ricavate da documenti esistenti nell’archivio dell’istituto medesimo.
Li 27 maggio 1637 D. Diego Filippez de Guzman, marchese di Leganez, governatore di Milano, pubblicò taglia contro Girolamo Ratta e Marcantonio Poggio, suo servitore, per aver ucciso il dott. D. Giuseppe Sturato Rettore del Collegio di Spagna.
Nel 1559 furono solennemente celebrate le esequie dal Rea! Collegio di Spagna a Carlo V Imperatore.
Il Cardinale Albornozzi, fondatore del Collegio, prescrive che ogni sera per cena i collegiali abbiano il rosto.
Li 16 febbraio 1709 il generale Daun intimò ai collegiali di dover riconoscere Carlo III come Re di Spagna.
Li 16 maggio 1470 il governatore di Bologna, Sabelli, confermo per anni 5 la esenzione da dazi e gabelle il Collegio di Spagna.
Li 29 novembre 1438 Eugenio IV scrisse da Firenze al vice-rettore e scuolari del collegio esortandoli a desistere dal pretendere l’elezione di un nuovo rettore in assenza di quello in carica stato mandato a Giovanni Re di Castiglia e Catalogna per alcuni negozi della chiesa.
Li 30 settembre 1458 Pio II concesse al Collegio l’esenzione dalle gabelle.
II Cardinal Arcivescovo Lambertini fece vari decreti in occasione della visita da lui fatta al Collegio li 11 novembre 1731.
Li 30 dicembre 1672 naque un contrasto fra i collegiali di Spagna e quelli di Montalto per la precedenza che avevano questi ultimi.
Li 22 marzo 1742 insorsero controversie per gli stessi motivi coi collegiali degli Ungari.
Li 31 marzo 1488 Innocenzo VIII assicurò il Vicario del Vescovo di Bologna che le contese del Collegio erano state rimesse al Cardinale Napolitano e di S. Pietro in Vincola, e nel tempo stesso scrisse al Confaloniere e ai Sedici di Bologna di non immischiarsi nelle predette discordie.
Li 18 dicembre 1517 Leone X scrisse a Lorenzo, vescovo di Montereale e governatore di Bologna, affinchè procedesse contro il Rettore e i collegiali di Spagna per la complicità di essi nell’omicidio di un loro compagno di Collegio.
Nel 1702 fu risarcita la chiesa.
Il fondatore Albornozzi ordinò nel suo testamento che vi fossero 24 collegiali.
D. Diego Garzia de Paredes, officiale di Carlo V, morì in Bologna il primo giorno di febbraio 1533 in età di 64 anni, e il suo amico Stefano Gabriele Cardinale de Bari gli fece una memoria nella chiesa deI Collegio.
Antonio Carbonesi Monterenzi, Ercole Orsi e Mario ScarseIli, sul finir di giugno del 1756 furon privati della patente di Consiglieri del Collegio perché quest’impiego era incompatibile colla nobiltà alla quale erano essi ascritti.
Li 8 mano 1638 Girolamo Ratta, e Antonio Poggi suo domestico, furono assolti, per sentenza dell’ uditpre del Torrone, dall’imputatogli delitto della morte di D. Giovanni Sandoval Rettore del Collegio di Spagna.
Li 19 agosto 1621 Gregorio XV rispose alle congratulazioni fattegli da Luigia marchesa d’Este, e prese occasione per raccomandarele il Collegio, la cui cura ad essa apparteneva quale erede del Cardinale Albornozzi.
Giorgio della Torre, Rettore, mori li 7 luglio 1541.
Pietro Cavnizerio, pure Rettore, mori li 14 dicembre 1566. Ambedue furono sepolti nelI’ Annunziata.
Li 11 novembre 1708 avanzandosi verso Bologna il maresciallo Daun colI’armata tedesca, levarono l’arma di Filippo V, chiusero il Collegio, e raccomandando i beni al pubblico, si ritirarono a Lucca.
Li 8 giugno 1678 si corse un palio per .Saragozza, e furon fatte feste nel Collegio per esser stato fatto presidente del Consiglio supremo del Re di Spagna D.Antonio de Palos Vescovo d’ Avila, già collegiale e Rettore di detto Collegio.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
S. Clemente del Collegio di Spagna.
Nel dicembre 1808 Giuseppe Bonaparte nuovo Re di Spagna, e per ordine anche Imperiale fece inventariare tutti i beni i e mobili di questo Collegio, che in seguito poi fu sopresso.
Fino al 18 dicembre 1808 la chiesa interna del medesimo non fu assogettata ad alcun cambiamento a riserva della diminuzione, e riduzione dei capellani, in causa dei tributi e scutati, a quali furono assogettati i beni del Collegio stesso.
Espulsi che furono il Rettore e i Collegiali dal locale, questo fu messo ad uso di pigionanti.
I loro stabili di città parte furono venduti, ed altri no.
L’ osteria dei tre Re, quella della Pigna in via Cavaliera, il locale intermedio di dette due osterie, la bottega Buratti, e la bottega degli Stoffer non furono venduti. Le case dei Fusari non si sa qual sorte abbiano avuto.
Restituito il Collegio ai suoi antichi padroni, la chiesa fu ripristinata, e il locale riattato da capo a fondo.
Pendeva ancora il 5 ottobre 1817 la vertenza dell’assegno dei beni compensativi qui venduti, mancandovi quelli della Provincia, e sembra che la Corte di Spagna convenisse ad addattarsi di prenderne nelle Marche.
Dalla Graticola di Bologna di Pietro Lamo (XVI secolo)
Nella detta strada (Saragozza) andando verso piazza si trova un palazzo nominato il Collegio di Spagna fatto di buona architettura spagnuola, il quale fece fare un cardinale spagnuolo nominato Egidio Albornoz.