Dalla “Storia Cronologica …” (manoscritto) di Giuseppe Guidicini.
Quivi era una bottega in volto ad uso di merzaria di Gaspare Manfredi, da lui affittata nel 1462 a Fra Pietro Maria Vincenzo da Valenza del terz’ordine di S. Domenico, questuario dei poveri carcerati, poi vendutagli li 10 ottobre 1468 per lire 300 a rogito Francesco Boatieri. Confinava a settentrione colle stanze dei carcerati, a mezzodì cogli eredi Saraceni, e a ponente con stanze del Palazzo del Podestà.
Li difensori dell’Avere ebbero la loro residenza presso le carceri in una bottega lunga P. 18, e larga P. 13 non lontano dalle scale del Pretorio. Il Masini dice che la detta residenza era in un sito di ragione dei Manfredi. Le cronache dicono che li detti difensori risiedettero in Porta Nova ossia da S. Martino delle Bollette fino al 16 febbraio 1539.
In questo locale vi fu messo nel 1719 il Ministro di Giustizia il quale prima aveva la sua abitazione nel Palazzo del Podestà, verso la piazza Maggiore, dov’era il cosiddetto Orto della Lazzarina.
Da questa parte doveva esservi l’antico ingresso al Palazzo del Podestà, chiuso li 12 gennaio 1485, e doveva corrispondervi il Salario, che poi si ha memoria che del 1440 era sotto le vecchie scale del palazzo predetto. La Salara fu poi messa nelle case dei notari sulla Piazza Maggiore, e in seguito sul fianco delle medesime in via Pignattari.