Dai Cartigli del Comune di Bologna
Chiesa di San Giacomo Maggiore.
Edificata dagli Agostiniani nel 1267-1315; l’abside e le cappelle radiali sono del 1331-43; il campanile del 1336-1472; il portico, voluto da Giovanni II Bentivoglio, è del 1477-81; le cappelle e le volte della navata sono del 1493-99. Nel peribolo è la cappella Bentivoglio, forse di Pagno di Lapo (1463-68), con dipinti di F. Francia (1494 c.) e L. Costa; tomba di A. G. Bentivoglio, di bottega di Jacopo della Quercia (1435). Nell’interno dipinti di P. Veneziano, Jacopo di Paolo, Simone de’ Crocifissi, P. Fontana, E. Procaccini, B. Passarotti, Innocenzo da Imola, L. Carracci, P. Tibaldi (Cappella Poggi 1552-61), D. Calvaert, B. Cesi, O. Samacchini.
Indirizzo:
piazza Rossini
Dai Cartigli del Comune di Bologna
Ex convento degli Agostiniani.
Prima delle soppressioni napoleoniche l’edificio apparteneva ai frati agostiniani dell’attigua chiesa di San Giacomo. Gran parte di questo vasto complesso conventuale, iniziato nel XIII secolo, fu modificato agli inizi del XIX secolo; rimane lo scalone progettato da Alfonso Torreggiani nel 1752, allora decorato con statue di A. G. Piò. Dal 1805 è sede del Conservatorio di Musica “”Gian Battista Martini””.
Indirizzo:
piazza Rossini, 2
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa e convento di S. Giacomo degli eremitani di S. Agostino. La fondazione di questi frati si trova chiarissimamente nell’Archivio del Capitolo di S.Pietro. Erano in Cesena certi frati detti Giamboniti, congregazione fondata da certo frate Giamboni, che era regolata da un priore in certo convento detto Budriolo. Una colonia di detti religiosi si stabilì nel 1243 a S. Biagio di Castel de’ Britti, ma avendo ottenuto un pezzo di terreno presso Bologna fuori Porta S. Vitale dietro Savena, vi ci si traslocarono e vi fabbricarono una chiesa ad onore di S. Iacopo detto di Savena, la quale, benchè poscia fosse volgarmente detta de’ SS. Iacopo e Filippo, nelle antiche scritture è però sempre nominata Ecclesia S. Iacobi. Erra il Sigonio dove dice che questa chiesa fu concessa nel 1218 agli Umiliati da Enrico della Fratta nostro Vescovo. Non fu fabbricata dai Giamboniti che nel 1247, e non l’ebbero gli umiliati che del 1267. L’ atto della fondazione di detta chiesa del 1247 è nell’ Archivio dei Canonici di S. Pietro: “Ven. F. Iacobus Bon. Episcopus concessit Fratri …. Ministro Generali Ordinis FF. Eremitarum F. Zaniboni de Cesena recipienti pro se et suis Fratribus et universo ordine licentiam aedificandi seu construendi Ecclesiam et locum sui ordinis, et religionis, citra Savenam in confinio Parochiarum S. Mariae Magdalene, S. Egidii et S, Leonardi extra circulum Civit. Bononiae super solo quod fuit D. Poetae et D. Rolandini ad honorem Dei et Beati Iacobi”. Sotto li 30 giugno 1250 fu fatto il decreto che i frati di S. Giacomo di Savena non diano sepoltura ai parocchiani delle chiese di S. Maria Maddalena, di S.Leonardo, e di S. Egidio. Rogito Matteo del fu Giacomo. Si aggregarono a questa congregazione frati d’altri conventi, che tennero i primi capitoli in S. Iacopo di Savena, ed il Priore del convento dei Giamboniti di Cesena pretendeva di essere Priore Generale dell’ Ordine.
La grande unione che formò l’ordine, e che assunse il nome di Eremitani di S. Agostino, fu fatta da Alessandro IV nel 1256, il quale volle che gli aggregati prendessero l’abito e la cintura dei Giambonini, e il nome assumessero di Agostiniani. A questa concentrazione fecero parte le seguenti famiglie religiose di Bologna: i frati di S. Guglielmo della Mascarella detti Guglielmini, nel cui convento subentrarono monache; quelli di S. Maria Maddalena di Val di Preda fuori porta Saragozza, Eremitani di San Benedetto uniti poscia alla congregazione Britinese di Fano, che osservava la regola di S. Agostino, il convento dei quali nel 1265 fu dato alle suore di Ronzano che vi rimasero fino al XVI secolo, poi passarono a S. Giuseppe di Galliera. Finalmente gli Eremiti di S. Agostino di là da Fossa Cavallina fuori porta di Strada Maggiore, rimpetto agli Scalzi, che dapprima vivevano sparsi in molti romitori della Toscana, poi uniti in una congregazione, nel 1244 ottennero da Innocenzo IV di qui fabbricare un convento nel 1250, ove nel 1256 subentrarono le suore dette di S. Agostino, che poi finirono.
Nel 1247 i Giamboniti acquistarono una località nella via dei Bagnaroli, ove cominciarono la fabbrica di un piccolo dormitorio. ma ne fu loro inibito il proseguimento, laonde rimasero nel primo luogo presso Savena. Nel 1264 ebbero dal Papa il permesso di fondare un convento in Bologna, per cui il nuovo ordine Eremitano, abbandonato S. Iacopo di Savena, passò a S. Iacopo Maggiore in Bologna circa il 1267, ed immediatamente gli Umiliati presero posto nel convento da loro abbandonato.
La prima compra degli Agostiniani in Bologna, il di cui documento esiste nell’Archivio dei Padri di S. Giacomo, è del 7 aprile 1267. In detto giorno il Sindaco dei Padri dell’ ordine di S. Agostino in Bologna, frate Tolentino da Cremona, comprò da Guido del fu Bartolomeo del fu Guido Zagni una casa con torri in istrada S. Donato, in confine dell’ androna dei Bagnaroli e di Bartolomeo e fratelli Trivilioni. Più altra casa sotto la cappella di S. Cecilia, pagata L. 3500. Rogito Velono Papazzoni alias Raffaiani. Questo contratto fu rettificato dal generale degli Agostiniani il 7 susseguente luglio.
1267, 12 settembre. I frati di Strada S. Donato, già detti di S. Giacomo di Savena, comprano da Bonaventura del fu Andalone dell’ Occo e da sua moglie una casa in istrada S. Donato, che confina cogli eredi di Bonsiviero lanarolo da due lati, cogli eredi del fu Feliciano Giudici, e colla strada da due lati, per L. 420. Rogito Velono Raffaiani.
1271, 12 gennaio. Compra dei suddetti da Martino Cavalli detto Burdigatta, e da Altabona figlia di Guglielmo medico, e moglie di Filippino Devazzi, di una casa nell’ androna dei Bagnaroli. Confina coi frati da due lati, con Commacchio Trivilini, e colla via pubblica. per L. 60. Rogito Enrico del fu Muze.
1276, 8 giugno. Vendita dei Domenicani agli Agostiniani di una casa nell’androna dei Bagnaroli. Confina i compratori da due lati, e dagli altri le strade dette porte del Comune. per L. 45. Rogito Ivano Bentivogli.
1285, 30 ottobre. Assoluzione di Bonadimano moglie del fu Bondavere di Bologna fatta ai frati di L. 190 per residuo prezzo di due case sotto S. Vitale vendute ai frati, e poste in confine dei compratori del casamento del convento nelle suddette case, e della via pubblica. Rogito Antonio Pollicini.
1289, 10 settembre. Compra dei frati da Alberto, e fratello e figli del fu Nicolò Pizzicotti, di una casa in istrada S. Donato. Confina gli eredi di Bozzo Pizzigotti, la via pubblica. per L. 300. Rogito Giacomo del fu Simone.
1290, 23 aprile. Princivalle e Cavalca figli del fu Giacomo Pizzigotti vendono una casa sotto la parrocchia di S. Donato chiamata il Casamento del Cantone. Confina la via pubblica da due lati, la casa comprata dai Padri dagli eredi di Amadore Pizzigotti, e che fu venduta ai Padri da Filippo Belvigni per L. 400. Rogito Ugolino Lombardo.
1290, 31 agosto. Riformazione fatta dal Consiglio di Bologna che approva doversi proseguire la fabbrica della chiesa e convento degli Eremitani di Bologna.
1290, 27 ottobre. Concessione ai frati per anni 3, a decorrere dal primo agosto venturo. delle gabelle di Strada S. Donato e di Strada S. Vitale, per perfezionare la chiesa ed il convento. Rogito Bonacursio Rombolini.
1293, 28 agosto. Conferma per anni cinque della suddetta concessione, aggiungendo le rendite della parrocchia di Strada Maggiore. Rogito Biagio Olivieri.
1295, 14 giugno. Cessione fatta da Rodolfo Sabattini ai frati di S. Giacomo di tutte le ragioni a lui competenti contro il Comune di Bologna sopra certo casamento terreno posto sotto S. Cecilia sopra le fosse del Comune, dal medesimo condotto a 29 anni, il qual casamento è di quattro chiusi, ed una terza parte di altro chiuso è piedi 8, ed in terreno è di piedi 15 fino a mezzo del ramo dell’ acqua del fosso. Confina Gio. Bisanelli, Primirano Papazzoni, e la via pubblica, per L. 6, più l’obbligo ai frati di pagare ogni anno al Comune di Bologna soldi 21 e denari 11, conforme era obbligato il detto Rodolfo cedente. Rogito Pietro Bonandrea.
1295, 17 ottobre. Comprano detti Padri da Vandino del fu Alberto Pizzigotti due casamenti in cappella S. Donato. Confinano le case che erano già degli eredi di Nicolò Pizzigotti e di Amadore Pizzigotti, ora appartenenti alli compratori. Rogito Franc sco Bentivogli.
Bisogna notare che le case dei Pizzigotti cominciavano dall’angolo di Strada S. Donato.
1297, 15 novembre. Compra dei frati da Rolando e Giacomo fratelli e figli del fu Feliciano Feliciani di una casa in cappella S. Cecilia. Confina il convento da due lati, la via di S. Donato, ed un altra via. Pagata L. 1100. Rogito Pietro Bonandrea.
1299, 28 maggio. Rogerio Bencivenne compra dal Comune di Bologna quattro chiusi e piedi 9 di terreno posto fra il serraglio, o ponte di Strada S. Vitale, e quello di Strada S. Donato per di fuori, in faccia alla casa di detto Rogerio e della casa di Giacobino Grasselli sino a mezza fossa, ed in confine di Margarita Giliotti, per L. 8, 2, 6. Rogito Francesco Cesti.
1299, 6 giugno. Locazione fatta dal Comune di Bologna a Valli del già Antonio Olivieri, per 29 anni, di 9 chiusi e piedi 24 di terreno pubblico posto presso le mura della città fra il Serraglio di strada S. Donato e di S. Vitale dal lato entro la fossa rincontro S. Cecilia, per annuo affitto di soldi 45 e denari 10. Item altro chiuso di detto terreno posto vicino al Serraglio di Strada S. Donato, alla via pubblica, e questo per soldi 5 annui. Rogito Albertino del fu Zanino.
1299, 13 giugno. Il detto Comune vende ad Ariente Queris un chiuso e 3 piedi di terreno nel quartiere di Porta Piera fra i serragli e ponti di Strada S. Donato e di S. Vitale, in faccia alla casa di detto Ariente sino a . mezza fossa, in confine di Rogerio Bencivenne, per soldi 42 e denari 6. Rogito Francesco Cesti.
1299, 29 giugno. Compra di Velli del fu Antonio Oliveri a comodo degli Agostiniani di 9 chiusi e piedi 24 di terreno condotto dal detto Velli, come da rogito 6 giugno 1299, pagato L. 25, 8, 4. Rogito Francesco Cesti.
1299, 29 giugno. Compra del convento dal Comune di Bologna di 29 chiusi piedi 30, parte di 47 chiusi e piedi 8 di terreno pubblico posto fra i serragli e ponti di Strada S. Vitale e di Strada S. Donato, dal lato esteriore presso Giacomo Guasparelli sino alla strada che viene dal Paradiso, e la strada che va sino al mezzo della fossa, per L. 102, 5, 10. Rogito Albertinello del fu Zanino Alberici.
1299, 1 luglio. Compra dei frati dal Comune di 14 chiusi e mezzo parte di 25 1|2 e piedi 14, misurando dal fondo del fosso, di terreno pubblico posto in faccia al ponte di Strada S. Donato dal lato superiore di detto ponte fuori delle mura della città presso di dette mura, e con un piede di dette mura, cosicchè sia lecito sopra quelle fabbricare sino alla metà della fossa, e presso il muro del ponte, e sopra questo pure fabbricare, e di là ancora solo per piedi 8 di grossezza delle colonne con lo stillicidio di un piede e mezzo, il qual terreno è condotto per Taddeo Mucighini del quale i frati sono cessionari, come da rogito Giacomo Martelli, per L. 75.
1299, 1 luglio. Compra dei frati dal Comune di 14 chiusi e piedi 10 di terreno pubblico fra i serragli di S. Vitale e di S. Donato, con facoltà di poter edificare case sopra il muro del ponte, purchè non si avanzi più di tre piedi di grossezza della colonna di là dal detto muro, e per lo stillicidio un piede e mezzo, condotto per Taddeo Mucighini, del quale sono successori i frati, e più altro terreno, per L. 84, 7, 6. Rogito Pietro di Guglielmo Anzi.
1299, 1 luglio. Li stessi frati comprano dal Comune chiusi 43 e piedi 13 posti fra il serraglio di S. Donato dalla parte di dietro, e la via pubblica. Item altri cinque terreni di diverse misure presso il ponte di Strada S. Donato e presso la fossa, il tutto pagato L. 84, 17, 6. Rogito Alhertinello Alberghino.
1301, 29 maggio. Nuova concessione delle entrate delle Cerchie, già levate in causa della guerra col marchese d’ Este, per ridurre a perfezione la chiesa. Rogito Giacomo di Zengone Molise.
1312, 4 gennaio. Compra fatta dai frati da Benvenuto Cavaliero e fratelli e figli del fu Michele del fu Geminiano Bricii, di due parti, per indiviso con detti frati, di una casa con corte ed altra casa di dietro sotto S. Cecilia. Confina il serraglio, la casa dei fratelli Gerardo di Donato, gli eredi di Monzo Sabadini, Gregorio Bisanelli e la via pubblica. Rogito Bombologna di Lamberto Barbali.
1316, 23 aprile. Compra dei Frati da Nasino del fu Simone Papazoni una casa sotto S. Cecilia. Confina Bartolomeo Bisanelli, Bartolomea moglie del fu Gregorio Bisanelli e Alessio Bisanelli. Per L. 100. Rogito Pace del fu Zaccaria Medico.
1319, 6 luglio. Donazione di Migliora del fu Pellico, vedova di Bonacosta, della parrocchia di S. Cecilia, a favore di Bencivegno Manelli agostiniano che riceve a nome del convento una casa in detta parrocchia nella contrada del Paradiso, in confine di Gorio Bisanelli da due lati, e della via pubblica. Rogito Valerio Papazzoni.
1326, 9 settembre. Compra del padre Lanzalotto Accoritori, Priore degli Eremitani d’ Imola, da Filippo Papazzoni notaro, di una casa sotto S. Cecilia nella via di Gorgadello o Paradiso, per L, 150. Rogito Alberto Martelli. Confina Nascimbene, le case della chiesa di S. Cecilia, e la via.
1335, 16 febbraio. Compra dei frati da Nicolò Taddeo, Gio. e Giro Pepoli di un casamento posto parte sotto S. Vitale e parte sotto S. Cecilia, in via del Paradiso, per L. 200. Rogito Ansaldino Pellegrini.
1362, 26 giugno. Compra dei suddetti da Floriano e figli di Salaroli, di una casa sotto S. Vitale nella contrada del Paradiso, in confine di Tranchedino Sabbatini, i frati da due lati, e la via, per L. 100. Rogito Pietro Papazzoni.
In questo vasto convento ed a diverse epoche furonvi racchiuse diverse strade, la di cui descrizione vien qui fatta.
1369, 10 marzo. Licenza del Vicario di santa Chiesa ai Padri di S. Giacomo di far chiudere la strada od androna dei Bagnaroli dal capo di detta androna fino al guasto comprato dai detti Padri, da Pace di Pietro Sabadini, che è posto in capo del la contrada detta del Paradiso.
1369, 10 marzo. Licenza concessa dal Vicario Generale di santa chiesa in Italia ai frati di S. Giacomo, in occasione della compra di certi casamenti e terreni fatta dai Padri, di chiudere, per comodità di detto convento, la strada od androna dei Bagnaroli, dal capo di detta androna sino al guasto o casamento, che detti frati comprarono da Pace di Pietro Sabadini, rogito Nicola Dal Portico, il qual casamento è situato in capo della contrada detta del Paradiso, e nel fine di detta androna da una parte, e sino ad altri casamenti per essi Padri comprati dagli eredi di Giacomo detto il Barba. e da frate Bartolomeo di Papellino Sabadini dall’ altra parte. La qual strada od androna dei Bagnaroli, principiando dal muro del sito dei detti Padri in capo a detta androna, sino all’altro muro di detto luogo che è in confine del guasto delle case che erano dei Sabadini, fu concesso alli stessi Padri per loro comodo da Giovanni e Giacomo Pepoli allora signori di Bologna, la qual concessione fu di poi confermata da Gio. Visconti di Milano allorché gli pervenne il dominio della città.
1369, 18 agosto. Gli Agostiniani comprano da Alberto, da Gualteruzzo, da Ugolino, e da Gio. Sabadino tutto il terreno spettante a detti venditori del guasto Sabadini, e cortile posto in Bologna sotto S. Vitale. Confina il convento di S. Giacomo da tre lati, e la strada S. Vitale, per il prezzo che dichiareranno il Branca da Castel Durante e Francesco da Perugia architetti, i quali li 24 agosto 1369 dichiararono valere L. 400. Rogito Bernardo Lamola.
Con i suddetti acquisti e con altri, che per brevità si tacciono, formarono gli Agostiniani il loro vasto convento e lo contornarono dalla parte della via delle Campane, e di quella di strada S. Vitale di case che si affittavano ad inquilini. Questo spazio era intersecato da diverse strade ricordate dai rogiti delle compre, come l’androna dei Bagnaroli che probabilmente cominciava dalla via delle Campane e certamente terminava in quella del Paradiso.
La via del Paradiso, detta anche del Gorgadello, ricordata nel 1326, e che nel 1335 si dà posta parte sotto S. Vitale e parte sotto S. Cecilia, e che si continua a nominare anche del 1552 forse perchè non del tutto chiusa, cominciava in istrada S. Vitale dove è il portone delle carra del convento di S. Giacomo in confine delle suore di S. Vitale, e terminava in istrada S. Donato ove ora si trova il campanile di S. Cecilia.
La strada che viene dal Paradiso. di cui non si ha altra denominazione, era una via che spiccavasi da detta via del Paradiso e terminava nella fossa, e cioè nei Pelacani. Quella detta androna dei Bagnaroli è a credersi che dalle via delle Campane terminasse in quella del Paradiso o Gorgadello.
La via del Cortile è forse la stessa che si diceva anche Sotto le Volte. Di questa non si può indicar altro se non che si trovasse tra l’androna dei Bagnaroli, e quella di strada S. Vitale.
Del 1530 sotto li 17 giugno si trova notato certa via degli Urbari sotto S. Vitale, di un contratto d’enfiteusi di una casa degli Eremitani confinata da tre lati con altri beni del convento, e colla detta via degli Urbari. Questa via non può essere che una porzione della via del Cortile, o di quella detta dalle Volte, che doveva cominciare con Strada S. Vitale.
Un’ altra memoria dice che fu confirmata nel 1351 la concessione del terreno fatta dai Pepoli conservatori di Bologna, e cioè di quello che confina col Fossato dei Pellacani, e colle mura vecchie della città.
Li 10 marzo 1369 il Vicario Generale di S, Chiesa in Italia accordò alli Frati di S. Giacomo in occasione di compra di certi casamenti, e terreni da loro fatta di far chiudere oer comodo del loro convento la strada o Androna dei Bagnaroli dal capo di detta androna sino al guasto o casamento che detti Frati hanno comprato da Pace di Pietro Sabadini, il qual casamento è posto in capo della Contrada detta del Paradiso, e nel fine di detta androna da una parte, e sino ad altri casamenti da essi Padri comprati dagli eredi di Giacomo detto il Barba, e da Fra Borso da Papellino Sabadini dall’altra parte. Qual strada o androna dei Bagnaroli principiando dal muro del sito dei Padri in capo a detta androna sino all’altro muro del medesimo loco, che è in confine del guasto delle case che erano dei Sabadini, fu conceduta alli stessi Padri per comodo da Giovanni e da Giacomo Pepoli allora Signori di Bologna, qual occasione fu di poi confirmata da Giovanni Visconti di Milano, allorché allo stesso Giovanni successe nel Dominio della Città.
Le memorie del convento dicono che li 27 aprile 1267 sia stata posta la prima pietra della chiesa in istrada S. Donato.
1283, 27 aprile. Il Consiglio del Comune di Bologna decretò che si pagassero ai frati L. 500 per la costruzione e perfezione della fabbrica della chiesa di S. Giacomo, e che l’entrata e gabelle della cerchia di Strada S. Donato e di S. Vitale fossero erogate per la predetta fabbrica per anni 4, come da rogito di Gherardo Ferrari. Pei rogiti del 28 novembre 1288 di Aguccione Soladieri, del 27 ottobre 1290 di Bonacursio Bambolini, del 28 agosto 1293, il Comune vi aggiunse le rendite delle cerchie di Strada Maggiore. Poi a rogito Biagio Olivieri fu rinnovata la concessione, e replicata li 29 maggio 1301 in causa che la dotazione era stata sospesa a motivo della guerra col marchese d’Este, rogito Giacomo di Zenzone Molize; finalmente li 11 aprile 1313 fu assegnatala rendita della sola cerchia di S. Donato per terminare la suddetta chiesa. Rogito Petrizolo di Gioannino Enrici.
Dalle suaccennate memorie del convento si ha pure che la chiesa di S. Giacomo fu finita il 3 dicembre 1315, che del 1331 fu fabbricato il coro, che fu consacrata il 2 maggio 1334, e che del 1346 i frati fecero il loro bellissimo organo, avendo suonato fino a quell’epoca uno fabbricato tutto in legno: che il 4 luglio 1368 fu finita l’ancona dell’ altar maggiore dal pittore Lorenzo da Venezia. La famiglia Bentivogli, dominante, ebbe in questa chiesa la sua cappella e la sua sepoltura. Fu edificata da Annibale di Antonio Galeazzo e vi fu sepolto, Sante di Ercole vi fu tumulato, ma Gio. d’Annibale che l’ ampliò e l’ ornò di pitture non potè unire le sue alle ceneri degli illustri suoi antenati. Un cronista dice che la cappella Bentivogli in S. Giacomo fu acquistata innalzata ed ornata del sepolcro d’ Annibale I li 25 febbraio 1445. Nel 1494 fu ornata ed ampliata. Nel 1676 fu restaurata. L’ 8 gennaio 1493 si fece il fondamento del primo pillastro della Chiesa nuova vicino all’altare di S. Cattarina, li 13 e 19 gennaio suddetto ne furono riempiti altri due. Si ripigliò il lavoro il 4 febbraio 1494 e si continuò li 6, 14, 21 e 28 detto, a modo che il 3 maggio i fondamenti degli otto pillastri furono compiti. Il 4 gennaio 1505 il Brinza fece la cupola, o catino, per li re 270, 13 e 11. Nel 1509 si ridusse la facciata con spesa di L. 340, e nel 1518 sembra che la chiesa fosse del tutto terminata.
Nel 1627 fu restaurato il muro della chiesa dalla parte di Strada S. Donato, abbellita la facciata e fatte le balaustrate e le statue sopra le cappelle. Li 10 marzo 1696 fu atterrato l’altar maggiore di marmo fatto nel 1586 dal Cardinale Riario, e ciò col consenso del marchese Ottavio Riario, che volle la sua arma sull’ arco del coro, e che nei piedestalli del medesimo fossero distribuite le armi che erano nel vecchio altare. La chiesa è lunga piedi 210 e larga piedi 51, Il campanile fu cominciato nel 1336 su quattro pillastri, ed innalzato fino alle prime finestre nel 1349. Si vide poi compiuto a tutta la sua altezza nel 1471.
Il chiostro grande fu fabbricato sul suolo dei Sabadini dopo il 1369. Nel 1511 furono levate le lastre di marmo che coprivano la sepoltura del chiostro dei morti, e fu dipinto con istorie del vecchio Testamento, e le lastre vendute alla fabbrica della chiesa di S. Petronio.
1513, 27 settembre. Furon pagate a Pietro Brenza L. 300 per la cantina vecchia che era lunga pertiche 15. Anticamente eravi una chiesa. La scala del convento fu costrutta nel 1752 colla spesa di L. 25000.
A destra dell’ ingresso del convento vi era una chiesa dedicata a S. Agostino. nella quale risiedeva la compagnia di S. Maria della Consolazione detta dei Centurati. Questa compagnia fu formata dall’ unione di quella di S. Maria della Consolazione e della Centura. La prima cominciò nel 1318, e la seconda nel 1494. Gregorio XIII le unì assieme col nome di compagnia dei Centurati, che fu soppressa li 25 luglio 1798.
Gli eremitani furono secolarizzati il 6 giugno 1798, ripristinati per pochi mesi nel 1800, e restituiti il venerdì 20 aprile 1824. Il convento fu adattato a caserma anche per cavalleria. Nel 1800 la sala della libreria e parte dell’ annesso dormitorio furono assegnati all’Accademia Filarmonica per scuola di contrappunto, di pianforte, di canto, di violino, di violoncello, di oboe, e di altri istrumenti, per la gioventù d’ ambo i sessi. Questa scuola ha dato molte celebrità, di cui una sola basterà accennarne per lustro e gloria di questa nostra città: Rossini, il genio innovatore, la di cui fama vola per tutto il mondo. La ricca collezione di libri musicali e di ritratti di uomini illustri in quest’arte, formata dal celebre maestro Martini dei conventuali, fu collocata in questo locale, ed in appresso si è dovuto alla solerzia dell’ instancabile ed egregio maestro Gaspari l’ aumento che ne fornì in pergamene e stampati della più grande rarità. Sorse il Liceo Filarmonico dal quale fu allontanata, non si sa il perchè, l’Accademia. L’apertura di questo Liceo fu fatta il 3 dicembre 1804, e la prima distribuzione dei premi agli studenti seguì il 9 febbraio 1806.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
S. Giacomo Maggiore.
Convento degli Agostiniani, che prima stavano nella chiesa di S. Giacomo e Filippo fuori di Porta S. Vitale.
Nel 1264 comprarono le case e torri nella strada dei Bagnaroli, ora detta delle Campane, da Guido di Bartolomeo Guidozagni, per L. 3500.
Il 25 marzo 1267 in giorno di lunedì fu posta la prima pietra della chiesa.
Nel 1285 si incominciò la nuova chiesa con aiuto del Senato, e fu terminata il 3 dicembre 1315, poi consacrata il 2 maggio 1344 in giorno di domenica.
Dov’è il portone delle carra del convento in Strada S. Vitale vi era la via del Paradiso che aveva capo a quella ora detta dei Pelacani.
La chiusura di questa strada seguì nel 1346 per concessione fatta ai frati da Taddeo Mazzini. Il 18 ottobre 1471 fu terminato l’inalzamento del campanile.
Nel 1478 fu fatto il portico, dal qual anno sino a tutto il 1500 la Camera di Bologna donò annuali L. 600 per la fabbrica di detta chiesa.
Nel 1497 furono fatte le volte, molto danneggiate poi dal terremoto del 1505.
II 14 dicembre 1511 abbruciò il refettorio e un dormintorio.
Questi frati furono soppressi il 6 giugno 1798.
In questa chiesa vi passò la parrocchia di Santa Cecilia per decreto 25 luglio 1798, eseguito il 24 del susseguente mese di agosto. In forza di un decreto arcivescovile del marzo 1808 questa chiesa fu fatta sussidiale di S.Bartolomeo.
II primo marzo 1800 il governo austriaco decretò il ristabilimento dei principali conventi di Bologna coi beni invenduti. Il locale della libreria fu destinato a residenza dell’ accademia filarmonica, adattandovi bellissime orchestre e mettendovi il celebre organo di S. Mattia.
Porzione del dormitorio fu ridotto a scuole ove s’insegna gratuitamente la musica.
Vi si vede la serie dei ritratti dei più celebri professori di musica, e la famosa raccolta di libri di quest’arte, formata dal celebre P. Martini francescano al quale apparteneva ancora la raccolta dei ritratti.
Le scuole erano sei, cioè di contrappunto, di piano-forte e canto, violino, violoncello ed oboe.
Il 3 dicembre 1804 ne segui l’apertura.
Nel 1809 alcuni benefattori di questa chiesa fecero restaurare in settembre il portico quasi ruinoso di 63 archi, ed imbiancarlo. Nello stesso anno 1809 fu risarcita tutta la capella dei Bentivogli a spese di D. Carlo Bentivogli d’Aragona di Ferrara, illustre superstite dei celebri nostri Bentivogli. Dopo il ristauro di questa capella, il Ratta ed altri compadroni gareggiarono nel risarcire le loro.
Il 22 maggio 1798 questo convento unitamente a quello dei Servi, della Carità, di S. Domenico di S. Salvatore e di S. Michele in Bosco, furon soppressi allo scopo di applicare le rendite all’Istituto Nazionale, e stipendiare i professori, le quali rendite ascendevano ad annui scudi 60000.
Il 25 febbraio 1799 questo locale fu destinato per mettervi la raccolta di oggetti d’arte.
Dalla Graticola di Bologna di Pietro Lamo (XVI secolo)
Onde ritorniamo in S. Giacomo, ove dietro all’ altar maggiore v’è la capella dei Bentivogli, e sopra l’altare vi è una tavola dipinta di mano del Francia, ed è molto lodevole, e a mano sinistra vi sono due istorie di Lorenzo Costa Mantovano.
E appresso alla sagristia vi è la capella deIli Poggi, la quale fece fare il Cardinale, ed è fatta di buona architettura, e nella sommità di detta capella vi è un bel partimento, e in cima v’è una lanterna con le sue vetriate, le quali danno un bellissimo lume, e sonovi dipinte alcune storiette di mano di Prospero Fontana bolognese, ornate di stucchi di rilievo molto lodevoli, e abbasso nella facciata a mano destra vi è un’ istoria, dove ………., e a mano sinistra è il Battesimo di S. Giovanni Battista, con gran quantità di belle figure di mano di Pellegrino da Bologna. In un canto presso l’altare vi è un ritratto a mano sinistra del Cardinal Poggi, tutto intiero, molto nobile. In detta chiesa a mano destra v’ è una capella di S. Nicola tutta dipinta, e d’abbasso vi sono alcune istoriette dei miracoli fatti da S.Nicola, belle. Quest’ opera è la più bella, che facesse mai Amico dipintore per opera colorita, e alla Porta dei Leoni all’uscir fuori, si vede una capella dipinta a fresco di mano di Bartolomeo Bagnacavallo, e Biagio compagni di lavoro, dov’ è ………….. E all’uscir fuori della porta sotto il portico, che è lungo …………… archi, ma stretto, assai lodevole