Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
N. 3016. Gio. di Musotto Malvezzi compra li 11 marzo 1472 da Giacomo Dalle Lanze, quale amministratore di Ercolesse suo figlio ed erede di Melchiore Negri, una casa unita ad altra posta in cappella S. Donato in contrada Bagnaroli. Confina il sagrato, o cimitero di S. Giacomo, Paolo Dalle Tovaglie, Iacopo dagli Ursi mediante chiavica, ed il compratore di dietro, pagata L. 475. Rogito Matteo Curialti. Nello stesso giorno il compratore fu investito dai Padri di S. Giacomo, direttari di detta casa, ai quali si pagavano L. 11. Rogito del detto Curialti. Questo canone fu poi francato li 12 settembre 1478. Rogito idem, collo sborso di L. 250.
1478, 5 marzo. Gio. di Musotto Malvezzi compra da madonna Luna dei Cabrudi, e da mastro Antonio da Roma suo marito, un terzo per indiviso di una casa con corte e pozzo nella contrada dei Bagnaroli sotto S Vitale (questo è errore del notaio perchè deve dire S. Donato). Confina la via pubblica, il compratore, e Giacomo degli Ursi di dietro, per L. 60. Rogito Matteo Curialti.
1482, 3 ottobre. Compra di detto Giovanni Musotto da Mastro Antonio sarto (qui si dice da Crema), una casa con lui per indivisa posta in via Bagnaroli presso il compratore di sotto, Iacopo Dall’Oro di sopra, e Giacomo degli Ursi di dietro, per L. 130. Rogito Matteo da Tossignano.
1487, 2 marzo. Il suddetto Giovanni compra da Nicolosa di Marco Paolo Dalle Tovaglie una casa con pozzo e cortile sotto S. Donato, in contrada dei Bagnaroli. Confina il compratore da due lati, la detta strada, ed una chiavica di dietro per lire 120. Rogito Marcinone Zanetti.
Gio. Girolamo Francesco e Lodovico, fratelli e figli di Battista Malvezzi, Giulio di Pirro Malvezzi, Bartolomeo di Gio.Malvezzi, Gio. di Musotto Malvezzi, Giacomo di Girolamo Bargellini, i di lui figli, ed altri molti, ordirono di uccidere Gio. Bentivogli li 27 novembre 1488, ad ore tre di notte mentre cenava colla sua famiglia. I congiurati si radunarono nella stalla di Bartolomeo suddetto di Giovanni da S. Giacomo. Il capo era Giovanni di Musotto Malvezzi, ed il Bargellini era destinato ad esser capo dei riformatori in luogo del Bentivogli. Per una combinazione fu scoperta la trama da Ghinolfo De Bianchi, grande amico di Giovanni II, che la confidò ai Bentivogli. Il Bargellini ed un altro dei capi furono decapitati nel cortile del palazzo del Podestà. Gli altri fuggirono, e Bartolomeo, Filippo e Marco di Gio. Musotto Malvezzi furono esiliati, ed i loro beni confiscati. Il 6 maggio 1490 fu pubblicato il bando capitale e la confisca dei beni contro Battista, figli, e fìgli dei figli Malvezzi. Rogito Francesco Barnalduzzi notaro dei Malefici.
Le case componenti in oggi il N. 3016 della strada già dei Bagnaroli, ora delle Campane, valutate L. 1100, furono occupate da Petronio Ballattino famigliare di Giovanni Bentivogli, ed essendo stato ucciso in Ferrara il primo giorno di quaresima del 1489 Gio. di Musotto Malvezzi, uno dei principali cospiratori, furon donate le dette case, il Guasto e la stalla (che servi di convegno ai nemici di Bentivogli) al detto Petronio Ballattino, che vi edificò una casa, e vi appose una lapida che ricordava gli antichi proprietari, ed il motivo che li aveva privati del loro possesso.
Nel 1501 vi fa alloggiato l’ambasciatore di Francia che andava a Firenze.
Circa poi la congiura dei Malvezzi contro i Bentivogli si crede opportuno citare queste ulteriori notizie.
1493, 10 maggio. Cessione di Pietro, di Domenico e di Bartolomeo Ballattini a Petronio di Francesco Ballattini di certe loro ragioni sopra una casa sotto S. Vitale o S. Donato, in via Bagnaroli, per L. 270, 16, 8, la quale confina col sagrato di S. Giacomo, con Alessio Orsi, e cogli eredi di Giovanni Malvezzi. Rogito Bartolomeo Zani.
L’origine delle differenze fra i Malvezzi e i Bentivogli fu ingiusta per i primi, e provocò gravi risentimenti per parte dei secondi, d’onde ne nacque l’irreconciliabile inimicizia delle due famiglie, e la cacciata stessa dei Bentivogli da Bologna. Rimpatriati i successori di Gio. di Musotto Malvezzi chiesero a Giulio II, li 11 febbraio 1508, la restituzione dei beni confiscati, e specialmente delle lor case sotto la cappella di San Donato. Dicono essi nella supplica che Bartolomeo Malvezzi partì da Bologna per timore dei Bentivogli, che Petronio Ballattino occupò nel 1489 una di lui casa allora divisa in due del valore di L. 1400 di bolognini. Aggiungono che è goduta dal Ballattino da 17 anni, per cui reclamano la restituzione degli stabili e delle rendite perdute. Pare che gli istanti fossero esauditi, e che il Ballattino fosse spossessato di questo stabile, poi venduto col patto di francare a piacimento degli Orsi, come da rogito di Paride Vizzani e di Alessandro Chiocca.
1606, 2 giugno. Orsino e Paolo Emilio di Mario Orsi retrovendettero ad Antonia di Lodovico Sampieri, vedova di Giovanni d’altro Giovanni di Bartolomeo Malvezzi, a Giulio Cesare ed a Marcello di Bartolomeo Lambertini coeredi di detto Gio. Malvezzi, una casa con corte e stalla sotto S. Donato nella via dei Bagnoli (Bagnaroli), in confine della strada a mattina, degli eredi di detto Malvezzi a sera, del senatore Alessio Orsi ad ostro, del cimitero di S. Giacomo a tramontana, altra volta venduta dal detto Giovanni Malvezzi al succitato Mario Orsi per L. 16000 pagate da Aldrovandino e fratelli Malvezzi a conto di prezzo del palazzo dello stesso Giovanni venduto ai medesimi. Rogito Francesco Maladrati.
I fratelli Lambertini che ricuperarono questo stabile erano del ramo che abitava in via Poggiale N. 716, del quale fu erede l’ altro ramo di via Imperiale da S. Prospero N. 1218.
1602, 7 settembre. Il conte Cesare del conte Ercole Lambertini leggittimò Imelde figlia di donna libera, mediante il conte Ridolfo Campeggi. Rogito Domenico Albani. Il medesimo li 19 ottobre 1608 testò lasciando a detta Imelde sua figlia naturale avuta da Isabella Segni, L. 200000 per sua dote, con questo che debba maritarsi con uno dei due figli di Giulio Cesare del fu Bartolomeo Lambertini, lasciando intanto per di lei alimento annue L. 6000, e monacandosi li lascia la dote solita da darsi alle religiose. Lascia alla madre Isabella Segni L. 10000. Rogito Ercole Fontana.
1608, 23 ottobre. Fu fatto l’ inventario tutelare dei beni per la dote di detta Imelde da Francesca del fu Vincenzo Campeggi vedova del conte Cesare Lambertini, e da Isabella Segni tutrice testamentaria della predetta Imelde. L’ usuofrutto del palazzo Lambertini da S. Giorgio fu goduto dalla medesima Imelde la quale sposò d’anni 12 Bartolomeo del senatore Giulio Cesare Lambertini. Rogito Gio. Battista Salari.
1628, 18 febbraio. Consenso d’ Imelde del fu Cesare Lambertini, e del senatore Bartolomeo del fu senatore Cesare Lambertini di lei marito a favore d’Isabella del fu Angelo Segni Bargellini, madre di detta Imelde, di poter conseguire tutte le spese fatte da detta Isabella e da Carlo Bargellini, già suo marito, nella casa sotto S. Donato in via delle Campane, e che possa godere sua vita natural durante la detta casa. La Segni sposò il Bargellini con privata scrittura del 2 novembre 1618 e con dote di L. 20000.
Finito il ramo Lambertini da S. Salvatore, passò questo stabile ai Lambertini Pollicini, che mentre l’abitavano vi nacque in una stanza a pian terreno dalla parte del cimitero di S.Giacomo, li 31 marzo 1675, Prospero Lorenzo di Marcello, fatto vescovo d’ Ancona li 20 gennaio 1727, cardinale li 29 aprile 1728, arcivescovo di Bologna li 31 aprile 1731, poi Papa li 17 agosto 1740, e cioè il celebre Benedetto XIV.
D. Egano nipote del predetto Pontefice vendette questa casa al dottor medico Vittorio del dott. Gio. Battista Corna, per L. 10500, a rogito di Paolo Francesco Fabbri delli 6 marzo 1748, il cui figlio, dottor in legge, la cedette al marchese Camillo Scappi nato Sampieri, che la rimoderno, l’alzò di un terzo pianò, e l’abitò nel 1758.