Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Case dei Zanchini, che ebbero le prime loro abitazioni in Strada S. Vitale, ora inchiuse nel palazzo Fantuzzi, poi qui le traslocarono facendo i seguenti acquisti.
1486, 10 aprile. I Zanchini comprano da Giacoma da Quarto, moglie di Antonio Cattani, una casa enfiteutica di Santo Stefano, posta sotto S. Biagio nella Braina, per L. 30. Rogito Maione Savi.
1486, 11 novembre. I detti Zanchini acquistano due case da Rinaldo tessitore per ducati 16 d’ oro larghi, oltre il canone di soldi 51 all’ Abbazia di Santo Stefano. Rogito Lodovico Panzacchia. Sono poste nella Braina, alias borgo di Santa Giuliana.
1487, 16 ottobre. Matteo Cristiani vendè ai Zanchini una casa in Fiaccalcollo ed un orto nella Braina, per L. 156 d’ argento. Rogito Alessandro Bottrigari.
1487, 17 ottobre. Pasotto e Antonio Basacomari vendono una casa ai Zanchini posta nella Braina, per L. 55, 7, 4. Rogito Lodovico Panzacchia.
Nel 1536 i Zanchini fabbricavano le loro case sotto la parrocchia di S. Biagio, ed il loro orto passava nella via di Pozzo Rosso dove avevano altri stabili. (Vedi Borgo Orfeo).
Nel 1644 i Zanchini abitavano ancora nella Braina.
Nel 1641 sette fratelli della congregazione di S. Gabrielle pigliarono a pigione la casa della detta congregazione in via Giudei N. 2616 e 2615.
Vi si unirono collegialmente senza vincolo di voti, e si dissero conviventi.
I promotori di questo istituto furono il senator Cesare Bianchetti, morto li 12 settembre 1655, e Lelio Bosio Vicentino, morto li 4 novembre 1643 (1).
Domenico Porta lasciò un legato di L. 3000 a loro favore, lo che diede motivo di gelosia ai confluenti, e li spìnse ad accomiatare i conviventi dalla casa. Gio. Domenico Usberti desideroso che continuasse l’istituzione dei conviventi vendette un fondo ed una casa, e col ricavato comprò da Orazio e da Odoardo Zanchini le case da essi abitate in Braina di Fiaccalcollo, e si stipulò il contratto in L. 17000 li 15 novembre 1645. Rogito Fabrizio Felina (2).
Li 8 maggio 1646 i conviventi, detti dal volgo Zamarini, entrarono in queste case obbligandosi di pagare all’ Usberti l’annua pigione di L. 800. Rogito Francesco Bandiera. L’ Usberti con suo secreto testamento, fatto li 5 aprile 1673, a rogito Francesco Palma, lasciò l’usufrutto di questi stabili ad Agostino Baroni uno dei conviventi, ed in proprietà ai gesuiti.
Alla morte dell’ Usberti, seguita nel 1679, i Zamarini erano ridotti a due soli, e si può dire che con esso cessasse quest’ istituto. Agostino Baroni morì li 17 ottobre 1724, d’ anni 86. Li 19 dicembre 1719 i gesuiti, col consenso del Baroni, vendettero la casa grande e tre annesse casette, per L. 14000, alle suore terziarie servite, che vennero qui a stabilirsi il venerdì 27 ottobre 1719. Rogito Antonio Maria Magnani.
Queste monache, che si occupavano della educazione delle fanciulle, dicesi che avessero origine l’anno 1413 in certe case dei Padri Serviti, poste in San Petronio Vecchio. Nel 1663 si raccolsero collegialmente nella casa dei conti Sarti nella Fondazza al N. 371, di dove poi traslocaronsi nella Braina.
Finchè i conviventi vi dimorarono ebbero una chiesa dedicata a tutti i Santi, nella quale li 2 aprile 1646 vi si celebrò la prima messa. Le suore la conservarono nella sua semplicità e ristrettezza fino alla loro soppressione seguita li 12 luglio 1810.
La chiesa, convento, e orto nella Braina, e la casa dell’ortolano in borgo Orfeo N. 184, furon comprati da Catterina Imbrico Bozzio Negroni oriunda di Corsica. Rogito dottor Serafino Betti delli 28 dicembre 1810.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
Chiesa di tutti i Santi.
Era posta nella Braina di Strada Santo Stefano. Questo locale, dov’era inclusa la chiesa, apparteneva ad Orazio ed Orlando Zanchini.
Il 15 novembre 1645, a rogito Fabricio Fellini notaro, fu venduto a Giovanni Domenico Usberti per L 19000, e il 26 marzo 1646 fu accomodata la chiesa, e il 2 aprile susseguente benedetta.
Quivi era la casa dei conviventi di S. Gabriele fondata nel 1646 dal senatore Cesare Bianchetti, ed estinta nel 1719.
Le suore Terziarie Servite ebbero principio nel 1663 fondando il loro primo convento nella Fondazza rimpetto a Santa Cristina.
Passarono quivi nel 1726 per acquisto fatto nel 1719 del suddetto locale vendutogli dai Gesuiti per L. 19000.
I Gesuiti l’ebbero da Agostino Baroni col quale avevano fatto un vitalizio.
Queste monache furono soppresse il 25 marzo 1810.
Dovevano, prima della loro soppressione, unirsi colle suore di S. Lorenzo di Budrio, ma questo decreto non fu eseguito.
(1) Fonte: Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, per l’erede di Vittorio Benacci, 1666, pag. 23.
(2) Fonte: Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, per l’erede di Vittorio Benacci, 1666, pag. 23.