Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Gessi ( via Montegrappa)
L’edificio fu ricostruito completamente da Giovanni Bassani nel 1792. Nello scalone si conservano statue coeve e pitture murali di Domenico Pedrini. L’attiguo voltone dei Gessi risale al XIII secolo.
Indirizzo:
via Montegrappa, 9
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Si crede che qui stesse un ramo di quei Dalla Fratta, famiglia antica e magnatizia, che diede Enrico arcidiacono di Bologna che dal 1203 al 1213 fu fatto nostro Vescovo, poi rinunziò la chiesa nel 1240 e si ritirò a S. Vittore, ove morì nel 1241 non essendo mai stato canonico lateranense, come dice il Sigonio. Non si impugna che li Dalla Fratta abitassero nel XIII secolo in prossimità della chiesa di S. Sebastiano, ma non si ammette stessero in questa situazione per le seguenti considerazioni.
Il ramo di Barufaldino Geremei dal Ballatojo (Via dei Foscherari ) passò ad abitare da S. Sebastiano nel 1128, e siccome nel suo testamento nomina un Barufaldino Primadizzi suo cugino, che stava da S. Sebastiano, forse questa nuova abitazione gli pervenne per ragione della madre che era dei Primadizzi. – Vedi Via Foscherari.
Li 28 febbraio 1274 li commissari distributori ed esecutori testamentari di Barufaldino vendettero ad Albizzo di Giacomo di Dugliolo di strada Castiglione ed a Biagio di Angelello di Strada Maggiore tutte le case anteriori e posteriori, e le torri con cortile e pozzo, con suolo ed edifizio, che furono del fu Barufaldino poste in Porta Stiera, ed in cappella S. Fabiano. Confinavano di sopra ed a mattina la via dell’ Avesella , a sera li Gattari, e di sotto i figli di Zandonato de’ Malavolti , più torn. 1,000 di terra in Calderara, in Polesine a sera di Reno, in S. Elena ed in Sala colla tomba grande e suoi edifizii, presso la chiesa dei Padri minori di S. Francesco , li quali beni appartenuti ai Barufaldini, furono acquistati dai suddetti per Lire 8,000. Rogito Bonaventura di Viviano.
Il Galeati pretende che del 1365 li Ghisilieri vendessero questo stabile ai marchesi d’Este, ma senza darne prove autentiche. Si ignora come queste case passassero agli Ariosti, ma un rogito di Filippo Piatesi del 10 giugno 1387 rende noto che Lippo dei Piatesi della cappella di S. Andrea dei Piatesi comprò da Francesco di Jacopo Ariosti casa e stalla sotto S. Fabiano e Sebastiano , per ducati 1,120 d’oro, in confine a mezzodì la strada, a mattina li Malavolta, antecedentemente presso gli Allegratutti del Frignano, con Giovanni dalle Correggie di sotto, in oggi con Bartolomeo di Martino Paganelli della parrocchia di S. Colombano, presso Rolando di Bartoluzzo Primadizzi a sera, la qual casa aveva due torri. Che gli Ariosti possedessero in questa situazione, se ne ha la prova da un rogito di Manentino Bagarotti , e di Graziano di Domenico Lambertini da Castel Franco dei 12 dicembre 1373 nel quale raccontasi che Riccardo Primadizzi possedeva una casa sotto S. Sebastiano in confine di Francesco Ariosti degli eredi di Giacomo Marescalchi, di Taddeo Passerini e della via pubblica.
S’ ignora il modo per cui passarono queste case una seconda volta alla famiglia Angelelli ,ma è indubitato che appartenevano al famoso dottore in Leggi Gio. Andrea morto in Milano li 24 maggio 1477, come ne fa testimonianza la divisione della sua eredità tra Margarita di detto Giovanni e Cristoforo di lei zio paterno seguita li 3 ottobre 1476. Rogito Bartolomeo Zani, nel quale si fa menzione di detta casa e torri poste in cappella di S. Sebastiano, e di due casette poste in quella di San Colombano. Il detto Cristoforo Angelelli il 2 giugno 1480 vendette i suddetti stabili a Bernardo detto anche Bernardino Sassoni dottor di legge e riformatore, morto nel 1483, che gli pagò ducati 1675 d’ oro larghi del valore di 58 bolognini e mezzo l’ uno. Il compratore rifabbricò la casa grande, ma mancò la sua discendenza in Vincenzo di Annibale di lui nipote, del quale furono eredi Nicolò e Pompea Ludovisi, Lucrezia d’ Annibale Sassoni vedova di Cesare Marsili, ed Elisabetta di lei sorella moglie di Vincenzo Gozzadini. I suddetti eredi sotto li 8 febbraio 1544 vendettero la casa grande posta sotto S. Sebastiano, detta il palazzo Sassoni, ad Alberto del fu Francesco Tossignani per L. 14000. Rogito Bartolomeo Bulgarini, Gio. Battista Castellani, Giacomo Boccamazzi, Andrea Maria, Baldassarre Maltachetti e Francesco Anelli, nel qual rogito si dice confinare con Carlo Usberti di sotto, cogli eredi Sassoni a sera, e cogli eredi di Galeazzo Castelli a mattina.
Sussisteva un altro ramo Sassoni, o da Sassiuno, in Lavinia di Giovanni o Gio. Battista, moglie di Francesco Marco Pollicini, che morì li 30 marzo 1697.
Il cav. Francesco Tossignani testò li 15 giugno 1595, e dopo vari legati costituì erede, dopo la morte di Giulia Ghisilieri di lui moglie, Alfonso d’Este duca di Ferrara. Qualcuno che vide il detto testamento, avrà creduto che avesse il suo effetto, per cui han detto che in via Battissasso vi fossero beni estensi; il fatto è che li 29 dicembre 1588 Alessandro del fu Emilio Vizzanì comprò da Francesco del fu Alberto Curialti alias Tossignani, una casa grande o palazzo sotto S. Sebastiano con cortili ed orti in confine dei conti Castelli e degli Usberti per Sc. 10:000 d’oro da soldi 83, rogito Cesare Furlani. Questo Alessandro morì senza successione, lasciando usufruttuaria Isabella di Marco Tullio Berò di lui moglie, ed eredi proprietari, Pirro del fu Vizzano Vizzani, ed il dottor Ercole del fu Tommaso Panzacchia, ai quali sostituì l’Opera dei Vergognosi.
1621, 4 maggio. Giovanni del fu Antonio Malvezzi comprò dai Vizzani e Panzacchia col consenso dell’ Opera dei Vergognosi, il palazzo Vizzani con orto e stalle, sotto S. Sebastiano. Confina la via da due lati, li conti Castelli, per L. 39,700. Rogito Giulio Vitali ed Alberto Raby.
Nel dicembre 1621 il compratore essendo degli Anziani , morì nelle valli , ov’era a caccia, per archibugiata esplosa dal suo stesso fucile.
1622, 27 aprile. Camilla del fu Camillo Bonfioli vedova del suddetto Antonio Malvezzi quale erede intestata di Giovanni Malvezzi suo figlio vendette al dottor Camillo del fu Giulio Gessi questa casa, che confina colla via a mezzodì, con uno stradello a mattina, sopra del quale vi è un voltone con stanze e corridoi, in confine dei conti Castelli, con Giovanni Battista Bottrigari successore Usberti da sera , ed in parte anche a mezzodì, con la via pubblica detta Usberti nella quale ha la sua sortita, la stalla con Antonio Ungarelli carrozzarro successore dei Fronti a settentrione, per L. 44500, rogito Antonio Malisardi.
1622, 12 novembre. Permuta del dottor Camillo del fu Giulio Gessi con Giovanni Battista del fu Ercole Bottrigari, qual erede di Lucrezia del fu Carlo di Princivalle Usberti, colla quale il Bottrigari cede la sua casa sotto S. Sebastiano in via Usberti con stalla, ed un’ altra casa ad uso di forno attigua alla predetta con due botteghe sotto, e più altra casa in detta via al di là della stalla, e riceve la casa grande divisa in due, e cioè con due ingressi, uno nella piazza Calderini, e l’ altro nella strada che conduce a S. Domenico rimpetto alla casa di Annibale Paleotti e più L. 1000 a pareggio. Rogito Antonio Malisardi. La famiglia degli Usberti, detti anche Uberti, fu molto antica e nobile, ma decaduta negli ultimi tempi.
1695, 2 novembre. L’ Ornato concesse a Carlo Maria Gessi di riedificare in pietra le colonne di legno al portico del suo palazzo. Rogito Galeazzo Nelli.
1777, 7 gennaio. Rinaldo Girolamo del fu senatore Berlingero Gessi donò alla marchesa Anna Gessi De Buoi sua figlia tutto il suo patrimonio. Rogito Pio Procolo e Lodovico padre e figlio Gotti. La detta Anna Gessi, moglie del senatore Berlingero De Buoi, morì li 29 novembre 1786 ultima dei Gessi.
1789, 4 luglio. I marchesi Tommaso e Girolamo del senatore Bartolomeo De Buoi vendono al tesoriere Vincenzo Cappi il palazzo, case e pertinenze Gessi sotto S. Sebastiano per L. 50000 con scrittura privata.
Il Cappi risarcì ed adornò anche di facciata questo palazzo, nella qual occasione ottenne suolo pubblico li 16 agosto 1792. Fu in seguito comprato da Luigi Tavecchi di Cento morto il 5 marzo 1810. Ora è di Cataldi di Genova.
La torre compresa in questo stabile pretendesi fabbricata nel 1326, la qual cosa essendo, lo sarebbe stata dagli Angelelli. Avendo questa molto sofferto pel terremoto del 5 gennaio 1506 fu fatta abbassare da Annibale Sassoni.