Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Prima di terminare le notizie degli stabili della via Battisasso non devesi omettere di dire che nel largo fra il Palazzo Gessi, ed a linea del lato occidentale di via Calcavinazzi cominciava un’ isola che si dirigeva da levante a ponente, i cui lati erano delle seguenti dimensioni: A mezzogiorno piedi 112, oncie 6. A ponente piedi 22. A settentrione piedi 104, oncie 4. A mezzogiorno il N. 628 segnava l’ingresso alla canonica, il 629 quello della chiesa. A levante il N. 624 era apposto ad una delle quattro croci della città dedicata ai SS. Martiri, nelle quali quotidianamente si celebrava una messa da un Carmelitano. Sull’ antichità di questa parrocchia non vi ha nulla di certo. Li 5 luglio 1462 il Comune di Bologna donò alla chiesa di S. Sebastiano, bisognosa di grandi riparazioni, una casa di quei da Canetolo confiscata, poi rovinata, esistente sotto detta parrocchia presso la via pubblica, per la quale si va al trivio dei Ghisilieri, alla chiesa di S. Colombano, presso gli eredi di Lorenzo da Carmagnana, presso Carlo Ghisilieri, la qual casa è detta essere attissima alla riparazione, e nuova costruzione di detta chiesa. Pare che il decreto nel riconoscerla attissima lo fosse per i materiali che da quella potevansi ritrarre. Il trivio poi dei Ghisilieri sotto li 30 gennaio 1471. Rogito Bartolomeo Formaglini, si descrive per essere presso la via che dal detto trivio conduce verso San Salvatore (Volta dei Barberi). A questa chiesa parrocchiale li 20 gennaio 1597 fu unita quella di S. Luca de’ Castelli che aveva 10 case, e li 15 susseguente giugno quella di S. Colombano che ne aveva ventitrè.
1588, 16 febbraio. Il rettore Vincenzo Bovio chiese e poi ottenne di appoggiare l’ altar maggiore della sua chiesa alla vicina croce dei SS. Martiri. Nel 1493 secondo gli storici era detta Trebbo dei Ghisilieri la strada fra la chiesa di S. Fabiano e Sebastiano, e le case dei Castelli.
1798, 12 agosto. Il governo ordinò che fosse demolita l’ isola della chiesa e croce di S. Fabiano e Sebastiano in Battisasso, l’isola di santa Tecla, e la cappella detta Valle di Giosafat, in Strada Stefano, la croce detta dei Casali in Miola, quella di S. Paolo in Barbaria o Trebbo dei Carbonesi, quella di Porta nel Mercato di Mezzo, la cappella di S. Ermete, Aggeo e Caio, martiri in istrada S. Vitale, finalmente la croce degli Albergati in Saragozza.
Li 14 agosto anno stesso il parroco di S. Sebastiano D. Luigi Morandi protestò contro questa misura. Il 19 agosto fu tenuta l’ asta per le dette demolizioni, che fu deliberata in L. 2200 col peso di trasportare e collocare le quattro croci nella chiesa di S. Petronio.
Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
SS. Fabiano e Sebastiano.
Chiesa parrocchiale isolata, che era posta in Porta di Castello, fabbricata da S.Petronio nel 432.
Nel 1505 fu rovinata dal terremoto, e subito rifatta.
Il 20 gennaio 1597 furono unite a questa parrocchia dieci case che appartenevano a quella di S. Luca dei Castelli, ed altre ventitrè della parrocchia di San Colombano. Le trentatrè case componevano 300 anime.
Nel 1614 fu risarcita, e consacrata il 16 novembre dell’anno stesso. Fu demolita nel 1798 assieme alle quattro croci, con una da Santa Tecla, l’altra dalle dagli Albergati, la terza rimpetto a S. Vitale, e l’ultima vicina alla suddetta Santa Tecla.
Il palazzo della Zecca fu fabbricato nel 1479 da Giovanni II Bentivoglio, e nel 1578 riedificato nella via detta della Zecca, poscia Vetturini, ora Ugo Bassi.
La chiesa parrocchiale dei SS. Fabiano e Sebastiano fu atterrata per decreto del 12 agosto 1798.
Con reale decreto del 24 giugno 1805 fu soppressa la parrocchia che era prima stata traslocata in S. Colombano, e fu decretato che fosse unita a quella di San Pietro.
L’Arcivescovo però con decreto del 23 maggio 1806 la concentrò in quella di S.Gregorio.