Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Monti poi Salina.
Venne costruito interamente su progetto di Carlo Francesco Dotti (1736-38). Nel cortile si conserva un pozzo del XIV secolo della bottega dei Dalle Masegne. All’interno si trova una galleria decorata da Marcantonio Franceschini e Giangiacomo Monti e dipinti di Onofrio Zanotti, Giacomo Savini.
Indirizzo:
via Barberia, 13
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
È certo che del 1407 Matteo di Guiduzzo Griffoni abitava in questa casa per cui la via Barbaziana venne detta dei Griffoni nel 1471. L’inventario dei beni del fu Codecha d’Antonio Codecha, ricorda la casa dei Codecha posta in parte sotto S. Barbaziano, ed in parte sotto S. Margarita presso Matteo di Guiduzzo Griffoni, di Giacomo Nannini bruzzarolo, della via pubblica e delle suore convertite. Rogito Bartolomeo Panzacchia.
Elena d’ Antonio Codecha fu maritata in un Griffoni, per cui i Griffoni furono eredi di un ramo Codecha.
1499 li 22 giugno. Casa di Luigi Maria ed Antonio del fu Floriano Griffoni, posta sotto S. Barbaziano in Barbaria e confinante due strade, gli eredi di Alfonso Magnani, di Mastro Gio. Manfredi, e Roberto Torresani. Rogito Giacomo Budrioli ed Agostino Martini. Pare che tre famiglie Griffoni abbia avuto Bologna, e tutte d’origine diversa.
L’una veramente antica e rinomata nelle nostre storie, abitava nel vicolo di S. Margarita ove aveva torre, e finì in Gio. di Lodovico nel 1450. Esercitarono la professione di speziale, e forse trassero il loro nome dall’insegna del Griffo che tenevano esposta alla loro spezieria.
La seconda, che si fece grande circa al finir della prima, confusa con quella già citata dai nostri storici, veniva dalla terra bolognese di S. Agata. Matteo di Guiduzzo, che vuolsi scrittore della cronaca Griffoni, era notaro di S. Agata; viveva li 16 aprile 1389, ed è probabilmente l’autore di quelli che abitarono in quella casa da San Barbaziano.
La terza famiglia Griffoni venuta da Pistoia, ebbe per primo un Giuseppe di Giuliano, che si stabilì in Bologna e testò nel 1575. Nel 1641 Giuseppe Griffoni da Pistoia mercante da seta nella via Chiavature, aveva la bottega detta del Foietta dietro la spezieria all’insegna del carro. Rinieri di Francesco dei secondi Griffoni l’accettò nella sua famiglia nel 1598. Si ha poi ricordanza comechè Floriano, Alessandro, Ippolito e Ginevra di Luigi Maria Griffoni vendessero a Pietro di Giacomo del fu Bonfiglio Bonfigli una casa grande con orto, stalla, casetta ed altre pertinenze sotto S. Barbaziano, la quale possidenza confina la via pubblica a mezzodì, e ad occidente Bonifacio Desideri mediante viazzolo comune ai confinanti, e l’ orto Desideri senza questo intermedio a settentrione, con Giacomo e fratelli Magnani ad oriente in parte, ed in parte mediante chiavica con mastro Girolamo de’ Manfredi, per L. 4400. Rogito Battista Dal Bue delli 21 novembre 1552.
1525 li 3 aprile. Licenza dell’Ornato a Pietro Giacomo Bonfigli di dirizzare il muro ad una di lui casa sotto S. Barbaziano. Questo muro aveva portico che fu tolto in lunghezza dall’ angolo di Barbaria alla casa del Desideri in via Barbaziana di pertiche 14 1/4. Rogito Gio. Andrea Garisendi. 1529 li 9 giugno. Pietro di Giacomo Bonfigli compra da Gio. Maria di Alessandro Giusti alias Cartari due case sotto S. Margarita, le quali confinano con Gio. dalla Strologa, la via pubblica, il compratore e Bonifacio Desideri, la chiavica, per L. 1800. Rogito Camillo Savioli.
Queste case dovevano essere nelle Pugliole di S. Margarita dalla parte del monastero o della canonica di S. Salvatore. Le case dietro al palazzo Monti, già Bonfigli, nelle Pugliole di S. Margarita appartenevano ai Desideri, e da questi furon assegnate ad Alessandro Antonio Maria Caprara, il qual Caprara le vendette li 14 marzo 1551 per L. 17428. Rogito Galeazzo Bovi e Giacomo Bonfigli.
1557 li 3 settembre. Inventario dei beni di Pietro Giacomo Bonfigli.
Casa già Griffoni ed una stalla vicina alla chiesa di S. Margarita venduta dai Cartari.
Quattro casette in vicinanza alla stalla vendute dagli eredi di Bonifacio Desideri.
Casa in confine di Borgo Ricco venduta da Catterina della Schiappa in confine dei Fagnani.
Casa nell’angolo delle Chiavature e della via Toschi venduta da Francesco Luna.
1611 li 31 ottobre. Nell’inventario dei beni lasciati da Paolo d’Andrea Bonfigli. morto ab intestato, i quali beni, in forza delle sostituzioni fatte da Andrea, passarono alle suore degli Angeli, si trovano li seguenti stabili.
Casa nell’angolo delle Chiavature e della via Toschi.
Casa dietro le monache di S. Margarita incontro alla porta delle carra di San Salvatore.
Due case contigue alla suddetta in confine dei Seghicelli.
Casa nel cantone di borgo Ricco in confine del capitano Emilio Argeli da due lati.
Casa grande rimpetto alla chiesa di S. Barbaziano, la quale confina con quella dei Dall’Armi, Seghicelli. Rogito Giulio Cesare Casarenghi.
La famiglia Bonfigli che si diramò moltissimo, fu nobile ed antica. Nel 1194 i Bonfigli vendettero casa ed orto in Bologna nel borgo di S: Felice. Andrea di Pietro fondò il monastero delle suore degli Angeli, lo fabbricò assieme alla chiesa e vi monacò sei figlie nel 1570. Paolo Andrea fu l’ultimo di questo ramo. Vi furono li Bonfigli Tagliazucchi discendenti da Girolamo di Bonfigli marito d’ Anna di Andrea Tagliacozzo, che finirono in Francesco Maria Giuseppe Melchiore di Antonio Camillo poco dopo la metà del secolo XVII. Esso Francesco fece donazione inter vivos al senatore Paolo Patrizio Zambeccari. Al principio del secolo XVIII esisteva in Padova un ramo Bonfigli dello stipite di Benedetto di Bonfiglio dott. di legge, il quale andò a stabilirsi colà nel 1423.
1612 li 24 marzo. Le suore degli Angeli vendono la casa grande dei Bonfigli posta sotto S. Barbaziano ad Angelo Antonio Sacchi per L. 38000. Il rogito fu stipulato li 24 settembre 1612 da Antonio Castellani. Casa che si dice posta sotto S. Barbaziano e S. Margarita in confine ad oriente coi Dall’Armi, a settentrione con Leonardo Seghicelli, e con tre strade a ponente, mezzodì, e settentrione.
1686 li 24 marzo. Non ostante che Ferdinando e Gio. Giacomo d’ Ippolito Monti avessero ottenuto la delibera alla subasta di questa casa in L.25000, pure la comprarono da Angelo Antonio Sacchi per L. 28000. Rogito Orazio Castellani. Confina con strada S.Isaia, via Barbaziana, i beni Casalini, l’ospizio dell’Eremo, nelle Pugliole di S. Margarita, i beni Sighicelli e Bianchini.
Davanti a questo palazzo sulla strada di Barbaria vi era il portico, lungo tutta la di lui fronte che fu atterrato nel 1720. Francesco Monti fabbricò ed ingrandì questo stabile unendovi la casa che fu dei Magnani, poi del 1556 di Ercole Dall’Armi che restava rimpetto a borgo Ricco. La facciata fu fatta dal marchese Antonio Felice fratello del predetto, dopo il suo ritorno di Polonia, e vi aggiunse il terzo piano, e che fu finita nel 1739, con architettura di Alfonso Torreggiani, e con aggiunte ed ampliazioni nell’interno architettate da Carlo Francesco Dotti.
In questo palazzo evvi una galleria a pian terreno con graziose pitture della scuola del Cignani, e singolarmente del Franceschini.
La famiglia Monti viene da S. Agostino. Ferdinando d’Ippolito col traffico e coll’appalto del tabacco coadiuvato da Gio. Iacopo di lui fratello, celebre architetto, lasciò grossa fortuna al di lui figlio Francesco il quale nobilitò la famiglia e fu senatore. A lui si deve il perfezionamento dei portici di S.Luca, e la fabbrica del nuovo tempio del monte della Guardia. Fu d’ animo nobile e splendido, di spirito pronto e destro, e la di lui morte fu compianta da tutta la città.
Il marchese francesco Vincenzo del senatore Pietro Innocenzo Monti, morto li 12 gennaio 1804, ultimo della sua famiglia, lasciò l’ usufrutto della sua eredità alla marchesa Amelia di lui sorella, e moglie del conte Pietro del conte Cesare Bianchetti, e la proprietà al nipote conte Cesare di detto Pietro Bianchetti, il quale vendette questo palazzo li 23 marzo 1807 per L. 73067, 96 d’Italia, Rogito Francesco Franzini di Milano, al senatore Carlo di Nicolò Montecucoli Caprara ultimo di sua famiglia morto in Milano li 29 maggio 1816, lasciando un’unica figlia, contessa Vittoria, che lo possiede tuttavia. E qui giova ricordare che nell’ appartamento di mezzo dalla parte verso S. Paolo, li 18 luglio 1815 il generale austriaco Stefanini, governatore generale delle tre Legazioni, fece la formale consegna delle medesime alla Santa Sede, e per essa a monsignor Principe de’ Giustiniani, che rimase al governo della Legazione di Bologna.