Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa antica con colonne di legno probabilmente dei Zambeccari, alla quale sembra possano essere applicabili i seguenti contratti. In un capitello di colonna nel cortile vi era la insegna Zambeccari.
1406 li 19 marzo. Compra Nicolò del fu Bartolomeo Zambeccari da Domenico del fu Giovanni mercante e da Antonio del fu Petronio Preti una casa ed una casetta contigua, poste sotto Santa Margarita in confine di Matteo Griffoni del fu Matteo mediante chiavica comune, per L. 175, rogito Agostino del fu Petruzzo Preti.
1408 li 7 maggio. Ursina del fu Petruzzo Preti, vedova di Pellegrino Zambeccari, compra da Giovanni del fu Nicolò Calvi lanarolo (Questo Giovanni è l’avolo del famoso Galeazzo Marescotti) due case contigue con orto sotto Santa Margarita. Confinano il venditore, Matteo Griffoni, la via pubblica e gli eredi di Aghinolfo Delfini mediante androna, per L. 400, rogito Matteo di Guido Griffoni.
1461 li 18 aprile. Casa di Achille del fu Tommaso, e di Galeazzo del fu Bonifacio Zambeccari, sotto la parrocchia di Santa Margarita. Confina la via, i Padri Celestini, Matteo e fratelli Zambeccari, Galeazzo Marescotti, valutata L. 1000, rogito Frigerio Sanvenanzi. Si dice posta nella Via di S. Barbaziano.
Si ha poi memoria che del 1533 era dei Leoni, ed Ascanio ultimo di sua famiglia, morì li 31 maggio 1552. Confinava a quei giorni con Matteo della Luna a ponente, a levante coi Bulgarini, e di dietro col prato dei Marescotti.
1676 li 3 marzo. Girolamo di Vincenzo Leoni vendette a Vincenzo Ercolani questa casa in confine dell’altra Poggi, ora Pederzani, e dell’orto dei Marescotti di dietro per L. 10000, rogito Camillo Feline. Appartenne poi alla famiglia Stella, e nel 1720 fu stimata L. 9000 dal perito Giulio Cassani.
Dipoi il conte Giuseppe di Amadio Stella la vendette per L. 18000, cioè nel 1778 al Collegio Poeti che qui si traslocò li 29 maggio 1774.
Li 14 Giugno 1775 fu concesso suolo pubblico al Collegio Poeti in Via Barbaria per i risarcimenti di questo stabile. Il capitano Teodosio Poeti, morto d’anni 32 li 26 dicembre 1551 di una moschettata in una gamba all’ assedio della Mirandola, nel suo testamento fatto in Roma li 15 giugno 1549 ordinò la fondazione di un collegio che ebbe il suo cominciamento nella casa stessa del testatore in Borgo Sàlamo sotto la parrocchia di S. Andrea degli Ansaldi.
Nel 1552 i primi alunni furono Gioseffo Canonici, Nicolò Turchi, e Giacomo Righi.
Il governo del collegio fu affidato alle famiglie Poeti, Guidotti, Albergati, Sampieri, e Dal Pino.
L’interno andamento del collegio sino dal 1673 era regolato dal più anziano degli alunni, ma in appresso lo fu da un prete col titolo di economo. Serve per cinque individui, che entro cinque anni devono essere laureati.
Gregorio XII ordinò che il collegio si chiudesse, e che colle rendite si dotassero quelli della famiglia Poeti. Nell’intervallo fu venduta la casa del collegio in Borgo Sàlamo ai Malvezzi, e comprata altra nella piazzetta di S. Gio. in Monte, dove poscia fu riaperto lo stesso Collegio Poeti. Il detto Teodosio, e veramente Teodoro, fu figlio dei Poeti discendenti da Gabriele di Battista fratello di Alessandro, il quale anch’ esso testò all’oggetto, che finita la sua discendenza, si erigesse un collegio per giovani Lombardi, come si è detto nel descrivere la casa N. 399. Si è veduto però, che da questa pia disposizione testamentaria, di non doversi cioè giammai alienare la sua casa, vi si derogò nel 1659, e che finalmente essendo pur terminata la sua linea in Ercole naturale di Giuseppe Poeti, che lasciò una sola figlia in Laura, maritata nel conte Cristoforo Brumani Canzi di Cremona e morta li due aprile 1762, non per questo si rispettò la volontà di Alessandro espressa nel suo testamento 8 novembre 1491, rogito Alberto d’ Argelata.
Volendosi però in qualche guisa lasciar memoria di un collegio che, sebbene abbia esistito in Bologna, pure non si è potuto trovar notizia nè risguardante la famiglia che lo istituiva, nè il locale in cui fu istituito, per ricordarlo convenevolmente sia permesso di qui riferire le brevi notizie che sul medesimo si sono trovate, e cioè che un don Evangelista di Gio. Battista Gelloni, il quale si addottorò in teologia, li 1 aprile 1614 istituì in Bologna un collegio che dal suo cognome si disse Gelloni, e che del 1620 era governato da Astorre Volta, da Gualengo Ghisilieri e da Alessandro Marsili tutti senatori.