Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Uno dei locali del Monte di Pietà, nel quale vi era il Monte di s. Antonio abbate, che riceveva in deposito e pegno canepa; quello di s. Domenico, gioie, oro, argento ed arnesi; e quello di s. Francesco, per soli arnesi ad uso de’ mestieri o delle arti manuali e industriali. Quivi era un palazzo dei Malvezzi , del ramo discendente dal senatore Giovanni Battista, il quale come caro a Leon X ed alla famiglia Medici n’ebbe in dono l’arme ed il cognome Medici. Pannina di Filippo fu l’ ultima dei Malvezzi Medici, che ne portò il libero possesso al conte Fulvio Bentivogli, di lei marito, e segnatamente la privativa della fabbrica dei bicchieri concessa da Papa Leone X a Lorenzo dell’ anzidetto Battista di Giovanni; ma il fidecommesso passò al ramo di Aldrobandino Malvezzi, della famiglia detta in oggi del Portico bujo.
Li 3 ottobre 1755, i presidenti del Monte di Pietà promisero a Lucio di Giuseppe Nicolò Malvezzi di acquistare questo stabile e le sue adiacenze per lire 24000, nel quale trovavasi la Posta delle lettere e la rinomata stamperia di Lelio della Volpe, che qui ebbe suo principio ed incremento.
La fabbrica ed officina tipografica fu cominciata li 26 settembre 1755, compita ed abitata nell’ottobre 1761, colla spesa di lire 181278. 14.
Queste spese s’aumentò fino a lire 188576.1.7 per restituire in pristinum li locali dei vecchi monti che si conducevano in affitto.
Misura di tutti li muri
Dei Monti Vecchi Dei Monti Nuovi
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Monte delle Scuole P. 6749 Monte S. Petronio P.9739
Monte della Scala P. 10149 Monte S. Domenico P. 16987
Monte di S. Pietro P. 4185 Monte D. Pietro P. 7838
Monte Massarolo P. 6457 Monte S. Francesco P. 9775
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P. 27540 P. 44359
Come dagli atti del Notaro del Foro Arcivescovile.
Notabile è la stamperia suddetta per essere stata il convegno de’ nostri letterati e scienziati nello scorso secolo, quali furono i Manfredi, i Zanotti, i Martelli, Fabri, Ghedini, Palcani ed altri di bella rinomanza.
Nel 1776. La porzione dell’Archivio Criminale, che comprende gli atti del secolo XIII a tutto il secolo XVII, fu collocata nelle camere superiori di questo fabbricato ad uso deposito o Monte della Canepa, al quale vi si saliva per una scala appositamente costrutta che aveva ingresso dalla via di Napoli. Egli è a deplorare che la infedeltà di un impiegato disperdesse le più antiche pergamene, vendute ai battilori, ai fabbricatori d’ acquavite e ad alcuni particolari, e ciò a sommo danno della storia patria, e specialmente quelle in relazione ai tempi delle faziose gare de’ Guelfi e Ghibellini, alias Geremei e Lambertazzi, per le quali accaddero tante stragi e rovine in Bologna.
Seguita la catastrofe dei Monti di questa città nel luglio 1796, poscia essendo decretato ai 17 luglio 1807 e pubblicato nel successivo 11 agosto 1807 il concentramento di tutte le amministrazioni di pubblica beneficenza in una sola azienda, vi s’ appose il titolo di Opera di Carità, la quale fu installata nel 1 marzo 1808. Sifatta nuova e generale amministrazione fu composta di dodici individui, e si radunò provvisoriamente nell’Oratorio ed annessi locali della compagnia della Vita, posto nella via delle Clavature, fin chè questo locale designato non fu reso atto a ricevere l’ amministrazione qui eretta col suo Ministero.
I luoghi Pii uniti in essa congregazione furono li seguenti:
ORFANOTROFJ PE’ RAGAZZI
S. Bartolomeo di Reno.
S. Onofrio, alias della Maddalena.
S. Marta, a cui erano uniti li Raminghi, detta perciò Pietà dei Mendicanti.
CONSERVATORJ PER ZITELLE
S. Croce, unito a s. Giuseppe.
Baraccano, unito a s. Marta.
S. Catterina e s. Gregorio fuori.
Santissima Annunziata del Padre Calini.
Monte di Pietà per prestiti sopra pegni e per le doti Torfanini.
OSPEDALI Grand’ Ospedale della Vita e Morte, uniti a quelli di s. Biagio e di s. Francesco, già per Pellegrini e Convalescenti. Bastardini.
S. Orsola, unito a quelli di s. Giobbe e degli Sportini.
S. Lazzaro , pei Leprosi. S. Salvatore, per gli Abbandonati.
S. Giuseppe, per i Settuagenari, al quale era stato unito quello dei poveri preti della Nosadella.
OPERE PIE
Agonizzanti , pei Medicinali.
Opera dei Vergognosi.
Opera della Carità antica.
Opera della Misericordia.
Eredità Duglioli.
Congregazione del Rosario, per doti.
Casa di lavoro.
Non fu dato tempo a questa concentrazione , tutelata dall’arcivescovo e dalle primarie Autorità locali, di dar prova dell’utilità economica di un siffatto divisamento , esperimentato con tanto successo , pel corso di molti anni dalle più ricche capitali d’ Europa. Ne avenne in seguito una vera calamità, quando le amministrazioni dei luoghi Pii furono repristinate e divise, come lo erano prima del 1807.
Ora di questo grandioso stabile n’è proprietario il Monte di Pietà e si affitta a diversi inquilini, a riserva della parte occupata dall’Archivio Criminale, in progetto d’esser trasportato in via s. Mamolo nel locale vecchio detto de’ Bastardini — vedi Monte del Deposito e di s. Pietro in Galliera.
Dall’ “Indicatore Bolognese” di Sebastiano Giovannini:
Monte di Pietà, con Portico.
Che fu eretto nel 1473, dal Beato Bernardino da Feltre Minor Osservante. Queste due fabbriche, che l’altra resta a destra della Metropolitana (cui se ne parlerà nella destra di Galliera) furono costrutte di pianta nel 1757, da Marco Bianchini, con assistenza di Alfonso Torreggiani, e di Antonio, suo figlio. Queste erano le Camere per la conservazione de’ Pegni, e le abitazioni de’ Ministri.
1628: Palazzo di tredici arcate a due Piani.
Questo sino al 1796 fu la Residenza de’ Collegi de’ Dottori, de’ Giudici, ed Avvocati, di Jus Civile e Canonico. e di Filosofia, e di Medicina, in cui radunavansi ancora quelli di Teologia.