Via Galliera
Dalla confluenza delle vie Manzoni, Porta di Castello e Parigi a piazza XX Settembre.
Quartiere Porto.
Prima documentazione dell’odonimo: 1296 (Burgus Galerie).
Secondo le lapidette del 1801 con Galliera si comprendeva anche l’attuale via Manzoni.
Precedentemente alcuni autori (Zanti, Alidosi, Taruffi, Salaroli) inclusero pure il tratto dell’attuale via dell’Indipendenza dalla confluenza di via Manzoni fino a piazza del Nettuno, tratto che fu poi diviso, con le lapidette, in Piazza San Pietro e Canton de’ Fiori.
Con la riforma del 1873-78 e con la creazione di via dell’Indipendenza, via Galliera venne ridotta alla estensione attuale separandola da via Manzoni.
L’odonimo è antico, così come il percorso, che ricalca quello di un importante cardine della Bononia romana.
Gli estimi del 1296/97 citano il Burgus Galerie e tutti gli autori sono concordi nell’assegnare a questa via il nome di Galliera.
Il Salaroli distinse, come suo solito, un Borgo di Galliera, dal torresotto della seconda cerchia a porta Galliera, dalla via di Galliera (dalla piazza del Nettuno al torresotto), concetto ripreso anche dall’Origine.
L’odonimo Galliera si spiega (e su questo c’è convergenza di quasi tutti gli autori) per il fatto che la via fuori porta conduce alla località di Galliera.
Rimane da capire, come giustamente notò il Fanti1 l’origine del toponimo Galliera riferito alla località che si trova cinque chilometri a nord di San Pietro in Casale.
Tre le ipotesi elencate dal Fanti:
1 – derivazione dai Galli, che qui si sarebbero accampati, proposta per primo da Ovidio Montalbani (con una fantastica quanto improbabile derivazione etimologica da Galli Erant) e riproposta da altri – con migliori argomentazioni – tra cui Alfonso Rubbiani2 e Amedeo Benati3;
2 – derivazione da Annia Galeria Faustina, moglie di Antonino Pio, della cui famiglia in questa zona vi è qualche traccia archeologica (ipotesi proposta da Ludovico Savioli4 ed accettata dal Gozzadini5 e da Pericle Ducati6);
3 – derivazione da una Gens Galeria romana, proposta dal Fanti.
Galeria è il toponimo usato pressochè costantemente nei secoli XI-XIII per indicare questa località (Castrum de Galeria, Castrum Galeria, Burgus Galeria, etc. – si vedano i documenti riportati dal Fanti7 (I, 387).
L’Avogaro8 suggerì una derivazione dal latino callaria, da calla, tratto di canale navigabile, che ha il significato di zona con paludi e acquitrini. A questo punto aggiungiamo anche una possibile relazione (e torniamo ai Galli) con il celtico call-aria (terra di ghiaia) che è uno dei possibile etimi di Gallarate.
Studi recenti9 descrivono una via romana Galeria. Tale via potrebbe avere dato il nome alla località Galliera, anche se la relazione di causa ed effetto, in casi come questo, non è mai certa.
Una altra pubblicazione recente10 descrive un porto fluviale sul Reno ad est di Galliera, presso la Pieve di San Vincenzo, strategico per Bologna per raggiungere il Po ed il mare (il Reno correva ad est di Galliera in epoca romana). Ad ovest di Galliera vi era un altro corso d’acqua noto come Galeria11.
Certo Galliera era importante per Bologna tra IX e XI secolo, in quanto rappresentava l’accesso alle vie di navigazione, prima che venisse costruito il Canale di Reno e prima che Bologna si fosse creato un porto proprio (prima a Corticella, poi in città).
1Mario Fanti: op. cit., pag. 385.
2Alfonso Rubbiani: Etnologia bolognese, Bologna, 1881, L’Agro dei Galli Boi diviso e assegnato ai coloni romani in Atti e Memorie. della Deputaz. Di Storia Patria per le Provincie di Romagna, s. III, vol. I, 1883, pagg. 90 e 91, A proposito del nome di Porta Galliera, in Atti e Memorie …, s. III, vol. XI, 1894, pagg. 226-235.
3Amedeo Benati: Gli animali nella toponomastica bolognese, in Il Carrobbio, Vol. XVIII, anno 1992, pag. 21.
4Lodovico Vittorio Savioli: Annali bolognesi, vol. I, parte I, Bassano, 1784, pag. 43.
5Giovanni Gozzadini: Studii Archeologico-topografici sulla città di Bologna, in Atti e Memorie della Regia Deputazione di Storia Patria per le provincie di Romagna, anno settimo, Bologna, 1868 … , pagg. 39 e 40.
6Pericle Ducati: Storia di Bologna, Bologna 1928, vol. I, pagg. 367, 385, 386 e 400.
7Mario Fanti: op. cit., pag. 387.
8Carlo Avogaro: op. cit., pag. 12.
9Angela Bonora nella sua pubblicazione online San Giorgio di Piano, storia della Bassa Bolognese, di un paese e sue origini (http://storia.sangiorgiodipiano.net/default.asp.
10Sauro Gelichi, Mauro Librenti e Marco Marchesini (a cura di): Un villaggio nella pianura. Ricerche archeologiche in un insediamento medievale nel territorio di S.Agata Bolognese, Firenze, 2014, pagg. 67 e 68.
11Sauro Gelichi, Mauro Librenti e Marco Marchesini (a cura di): op. cit., pag. 68.
Fonti citate