Questo vicolo, tra via d’Azeglio e via de’ Pignattari, si è ben conservato, per quanto sia chiuso da un negozio su via d’Azeglio (tra i numero 10 e 12) e da un cancello su via de’ Pignattari.
Il vicolo fu chiuso con cancelli di legno nel 1624, con concessione all’abate Giacomo Franzoni, a Girolamo Magliani e all’Università dei Brentatori, che vi avevano case di loro proprietà, e con la condizione di tenerlo aperto di giorno e chiuso di notte.
Dei portoni sostituirono i cancelli nel 1742 e le chiavi venivano conservate negli uffici dell’Ornato (Guidicini, Cose Notabili, IV, 188).
Bagnolo era il nome indicato nella pianta dell’Aretusi (1636).
La Tontina Mista lo descrive semplicemente come Vicolo secondo alli Pignattari (dove il vicolo primo e terzo erano il vicolo del Registro, ora Galleria dei Notai, ed il vicolo Colombina).
Nel 1854 l’Indicatore lo descrive come vicolo chiuso.
Non è chiara quale sia l’origine dell’odonimo Bagnolo.
Il vicolo Bagnolo è, anonimo, al centro, tra il vicolo di San Petronio (in alto) ed il vicolo Colombina (in basso).
Traccia del vicolo su via d’Azeglio (foto di sinistra) e il vicolo Bagnolo dei Pignattari visto da via dei Pignattari (foto di destra)