- 1296
(FI) Viene costruita per ogni porta la casa del custode.
(FI) Casa del capitano a Porta S.Mamolo.
(HB) Rosso Liazzari tradisce un castello e viene giustiziato trascinato a coda da cavalli e impiccato.
(HB) Alberto da Mangona regala a Bologna Baragazza.
(23) La terra vineata di Castellano e Iacobo Piantavigne vale 18 / 20 lire per tornatura e la terra prativa di tale De Radicibus vale 7 lire.
(72) Maggio: estimo cittadino. La cifra dell’imponibile, fissata da appositi funzionari, è trascritta cappella per cappella su di un libro. Sulla base di queste somme d’estimo viene deciso caso per caso la somma da versare nelle ‘collette’: le imposte dirette e straordinarie che il comune riscuote in casi di estrema necessità. Incaricato a riscuotere questi ed altri balzelli (prestanze, multe e condanne) è un ufficio detto ‘disco dell’orso’ dalla figura di animale che lo identifica. Funzionari di quest’ufficio sono un giudice del podestà coadiuvato da un miles e da 4 notai. Il denaro raccolto viene depositato presso il massaro del comune. Nel 1296 il comune è in situazione di congiuntura politico sociale non facile: la solidarietà popolare si spezza e all’interno del guelfismo si formano due fazioni di cui una, intransigente, è disposta persino ad allearsi con i nemici del comune pur di arrivare al potere; l’altra, più moderata, si presenta più propensa ad una riconciliazione don i Lambertazzi. L’economia è pure in crisi sia per la partita degli esiliati, sia per la crisi dello Studio a causa della concorrenza di altre città. L’estimo è stato prescritto con la provvigione del 3 maggio.
(72) Aprile: inizia una guerra contro il marchese Azzo d’Este. La causa è la politica espansionista di Ferrara iniziata con Obizzo d’Este.
(72) Per la procedura da tenere durante lo svolgimento dell’estimo vengono eletti 10 sapienti ed un notaio per quartiere: tali persone devono verificare la veridicità delle denuncie e trascriverne il contenuto su di un libro, uno per quartiere, libri che vengono poi conservati nell’archivio del comune. E’ la ristretta balia formata da domini octo et quatuor ançiani et consules preposti officio guerre (cui il Comune ha affidato poteri eccezionali) che ha il compito di definire le modalità del nuovo estimo. Gli inadempienti vengono puniti, nel peggiore dei casi, con la privazione della protezione del comune per 10 anni. Multe e confische sono previste per chi froda, e premi speciali per chi denuncia le frodi (metà delle multe e dei beni confiscati). D’altra parte viene punita anche la denuncia falsa con lire 100 di bolognini di multa. Gli estimi dei 40 funzionari estimatori vengono vagliati da un’altra commissione di sapienti, che vaglia anche gli estimi della ‘balia’. (All’inizio sembrava che fossero gli stessi 40 sapienti a giudicare sè stessi, causando proteste e malumori).
(72) Nel giugno è già possibile indire collette sulla base di estimi con le aggiunte dei nuovi.
(B3) La superficie del quartiere di Porta Procola è, all’indizione degli estimi, di 126.7 ettari (il 30% della superficie cittadina). I fumanti sono 2722. Il quartiere risulta diviso in 32 contrade o cappelle di cui 13 sono all’interno della cerchia altomedievale, 16 tra questa e quella dei torresotti, e 3 tra l’ultima e la penultima. Le cappelle centrali hanno pochi fumanti, mentre allontanandosi dal centro il numero dei fumanti cresce:
Cappella ……… Fumanti
S.Isaia ……………….. 226
S.Caterina di Saragozza …. 371
S.Mamolo ………………. 218
S.Procolo ……………… 346
S.Lucia ……………….. 457
(E1) Gli statuti di Pistoia indicano che la Strata de Sambuca e la Strata Fonte Taonis sono da tenere sorvegliate perchè rappresentano la più importante transappenninica.
(F6) Disposizione statutaria con cui si concede ai monaci di Fontana Taona di ritornare in possesso dell’ospitale di S.Michele Arcangelo.
(VI) Proposta per il giuramento di parte guelfa dei figli e del fratello di Enrico Guezzi, che già ha giurato nel 1274.
(VI) 1 aprile: battaglia sul Santerno tra i bolognesi e le truppe estensi. I bolognesi perdono la battaglia e 2000 fanti. Viene abbandonata ai nemici la città di Imola.
(VI) 1 aprile: si definise la lega tra gli Este, i ghibellini romagnoli e i Lambertazzi. I ghibellini romagnoli sono capitanati da Mainardino da Susinana, da Scarpetta degli Ordelaffi e da Uguccione della Faggiola.
(VI) Dicembre, provv.: si indicono nuovi estimi.
(VI) Si costringe a nuovo pagamento il consiglio dei 4000.
(VI) Maggio, provv.: si delibera che il conte Ugolino da Panico, già capitano della montagna nel Frignano sia accolto tra i geremei assieme ai parenti e ad altri nobili banditi, purchè tutti giurino fedeltà alla parte nel consiglio del popolo.
(VI) Ottobre, provv.: una speciale balia, con pieni poteri rispetto alla guerra, è anche incaricata di verificare le molte richieste di esiliati che chiedono di giurare la parte e di rientrare (pagando anche somme).
(VI) 31 ottobre, provv.: domanda di del fratello di Guezzo Guezzi e dei figli che chiedono di essere considerati di parte guelfa.
(AG) 5 gennaio, provv.: Bologna cerca di indurre il marchese d’Este ad aiutare la pace in Parma, permettendo il rientro dei fuoriusciti e rendendo sicura la strada tra Reggio e Parma.
(AG) 13 gennaio: risposta del marchese d’Este all’ambasciata Bolognese. Non la si conosce, ma la guerra appare inevitabile.
(AG) 13 gennaio: ambasciatori bolognesi a Parma e Cavriago per cercare di ridurre a concordia le parti avverse. Si fa affidamento ancora sul marchese d’Este che dovrebbe rinunciare alle sue mire su Parma e raffreddare gli animi dei componenti della sua fazione.
(AG) 22 gennaio, provv.: si decide di aspettare le risposte degli ambasciatori prima di decidere se preparare la guerra o no.
(AG) 25 gennaio: risposta degli ambasciatori. Bologna decide l’imposizione di 800 cavalli (provv.).
(AG) 1/10 febbraio, provv.: si cercano stipendiarii.
(AG) metà gennaio: malgrado una colletta (di due denari per libbra), mancano ancora 8000 lire di bolognini per potere pagare i soldati.
(AG) 14 dicembre: non sono ancora concluse le opere in Castelfranco decise a febbraio dell’anno scorso.
(AG) 17 febbraio, atti del podestà: processo contro molti combattenti della fazione marchesana.
(AG) Maggio: Firenze invia aiuto a Bologna.
(AG) Ottobre: Firenze invia aiuto a Bologna.
(AG) 16 marzo: il conte di Romagna con un lettera avvisa i Bolognesi delle intenzioni del marchese d’Este che vuole stringere in una morsa Bologna e consiglia di premunirsi. Il conte di Romagna è il Durante.
(AG) (?) Si chiede ai Parmensi di correre a Bologna se questa venisse assalita.
(AG) (?) Si fortificano Crevalcore, Serravalle e Castel Franco con macchine da guerra e con la taglia degli 8000 uomini al di là del Reno.
(AG) 21 febbraio: si pone riparo con lavori edilizi alle condizioni di Castelfranco (atti del Podestà).
(AG) 5 marzo: si pone riparo con lavori edilizi alle condizioni di Castelfranco (atti del Podestà).
(AG) 17 marzo: genti del Reggiano tentano di entrare in Castelfranco.
(AG) 17 marzo: vengono inviati pochi cavalli con la milizia del popolo del quartiere di S.Piero ad Imola, a rinforzare i 4000 fanti che già vi sono a guardia. Si inviano anche messi al conte di Romagna per chiedere il permesso di ricostruire la fortezza.
(AG) 1 aprile: giunge a Bologna la notizia che il marchese d’Este, dividendo in due il proprio esercito, muove personalmente verso Bazzano, mentre l’altra parte, con a capo Uguccione, Scarpetta, Maghinardo, Galasso da Montefeltro con la masnada di Arezzo, attacca Imola. La lettera recante l’annuncio è letta da Venedico Caccianemici. Dopo varie sedute e dibattiti si delibera di inviare tutta la milizia di Bologna, i fanti oltre Reno e due quartieri del popolo verso Crespellano e Bazzano.
(AG) 1 Aprile: ad Imola si combatte cruemente. Alla fine la città cade in mano a Maghinardo da Sosenana. L’esercito da lui condotto verso Imola appare formidabile agli imolesi stessi. A nulla vale una piena del Santerno, nè la difesa dei 4000 fanti bolognesi e degli estrinseci di Faenza. Vengono fatti circa 2000 prigionieri. I fuggitivi arrivano a Bologna quando da questa sta partendo l’esercito per Bazzano. Ci si rende conto che si arriverà a Bazzano troppo tardi e si decide di rientrare.
(AG) Dopo 1 aprile: i ghibellini si impadroniscono di Dozza, mentre il marchese d’Este rinforza, oltre Bazzano, anche Savignano e Spilamberto.
(AG) Gennaio: vi sono 24 sapienti deputati alla guerra.
(AG) Febbraio: vi sono 16 sapienti deputati alla guerra.
(AG) Marzo: vi sono 16 sapienti deputati alla guerra.
(AG) 2 aprile, provv.: i sapienti deputati alla guerra vengono ridotti a 8.
(AG) 3 aprile, provv.: i sapienti deputati alla guerra devono provvedere alle alleanze con la lega di Lombardia e di Romagna.
(AG) 5 aprile, provv.: gli 8 deputati alla guerra hanno la facoltà di spendere pubblico denaro, di assumere stipendiarii, di condurre la milizia, di imporre cavalli e collette e di punire i disobbedienti.
(AG) 10 aprile, atti pod.: anche il podestà, il capitano del popolo ed il capitano di guerra entrano nel lotto dei poteri assunti dagli 8 deputati alla guerra.
(AG) 12 aprile, provv.: il podestà, il capitano del popolo ed il capitano della guerra devono riportare al consiglio la loro elezione 8 giorni prima della fine di ogni mese, per potere mantenere i poteri quasi dittatoriali assunti.
(AG) 23 maggio, provv.: il podestà, il capitano del popolo ed il capitano della guerra devono riportare al consiglio la loro elezione 8 giorni prima della fine di ogni mese, per potere mantenere i poteri quasi dittatoriali assunti.
(AG) 30 aprile, provv.: ciò che viene deciso dal podestà, o dal capitano del popolo o dal capitano della guerra ha il medesimo valore delle deliberazioni del consiglio del popolo.
(AG) Maggio, provv.: ciò che viene deciso dal podestà, o dal capitano del popolo o dal capitano della guerra ha il medesimo valore delle deliberazioni del consiglio del popolo.
(AG) 10 aprile, provv.: viene fatto capitano della montagna sul Frignano il conte Ugolino da Panico, con grande autorità. Egli ha giurisdizione per 10 anni su tutte le terre del contado di Modena, salvo a restituirle in caso di pace, per la quale pace è comunque necessario il suo assenso.
(AG) 4 aprile, atti pod.: si affrettano i lavori per Crevalcore, Castelfranco, etc.
(AG) 9-13 aprile, atti pod.: si affrettano i lavori per Crevalcore, Castelfranco, etc.
(AG) 8 maggio, atti pod.: si affrettano i lavori per Crevalcore, Castelfranco, etc.
(AG) 21 maggio, atti pod.: si affrettano i lavori per Crevalcore, Castelfranco, etc.
(AG) 20 aprile, provv.: si affrettano i lavori per Crevalcore, Castelfranco, etc.
(AG) 3 giugno, provv.: si inviano i migliori custodi in Crevalcore e Castelfranco.
(AG) 20 maggio, provv.: grida che permette a chiunque abiti in terre estensi di venire a Bologna, a patto di combattere il marchese Azzo VIII. Si ammette a giurare parte geremea tutti i ghibellini pronti a pagare soldi ed a combattere il marchese. Ne beneficia subito la famiglia dei conti da Panico.
(AG) 1 Luglio e 12 luglio, provv.: nel riammttere in città Andrea Andalò e Branca di Villanova si fissano norme molto meno severe per gli ex Lambertazzi, per esempio, devono solo stare fuori città, ma non importa quanto lontani (gli uomini sopra i 15 anni), libertà di riavere i propri beni.
(AG) I Montecuccoli si uniscono ai bolognesi, per difendere i castelli di Valdisasso e di Montespecchio.
(AG) 2 giugno, atti pod.: risulta allo stipendio di Bologna Lanfranco Rangoni assieme ai cattanei di Nonantola.
(AG) 5 giugno, provv.: risulta allo stipendio di Bologna Lanfranco Rangoni assieme ai cattanei di Nonantola.
(AG) 18 aprile: dalle ‘consulte della Repubblica Fiorentina’ si impara che Bologna chiede aiuto di soldati a Firenze.
(AG) 22 aprile: Azzo VIII d’Este depreda Manzolino e si sospetta di connivenza di parte degli abitanti.
(AG) 23 aprile: processi contro abitanti di Manzolino che avrebbero favorito Azzo VIII d’Este.
(AG) 20-24 maggio, provv.: il conte da Panico toglie al marchese d’Este i castelli di Montetortore, Montese, Montalto e Monteforte nel Frignano. Simultaneamente parecchi castelli nel parmense vengono conquistati da Parma.
(AG) 6 giugno: Maghinardo da Sosenana e Galasso da Montefeltro muove su Castel S.Pietro, Liano, Vedriano, galeata e Medicina, seminando rovina. Uomini di Argenta depredano Baratino, Durazzo e Riolo. Da Ferrara il marchese Francesco raggiunge Peola bruciando case e facendo prigionieri. Azzo VIII con gli eserciti di Modena e Reggio devasta Crespellano e si spinge fino a Borgo Panigale.
(AG) 7 giugno: ordine che i castelli occupati dal conte di Panico vengano tutti distrutti.
(AG) 8 giugno: viene creato un altro Capitano dalle parti della Romagna. Vengono anche emesse disposizioni particolari per la difesa di Castel S.Pietro.
(AG) 7 giugno: i Bolognesi accorrono in forze presso l’Idice, temendo l’attacco dei nemici.
(AG) 9 giugno: le truppe bolognsi sono ancora dislocate presso l’Idice.
(AG) 13 giugno, provv.: il podestà ed il Capitano conducono contro Imola tutta la milizia e due quartieri del popolo. Simultaneamente vengono chiusi i passi verso Modena.
(AG) 22 giugno, provv.: vengono pagati coloro che hanno provveduto alla chiusura dei transiti verso Modena.
(AG) 15 giugno: le truppe bolognesi appiccano il fuoco a Imola, facendo bruciare un gran numero di case.
(AG) 16 giugno: ordini al conte Ugolino da Panico che si muove subito da Montetortore a Montepastore, dove raccoglie soldati per rivolgersi a Montebello.
(AG) 18 giugno: Settefonti è di nuovo in mano ai bolognesi.
(AG) 20 giugno: Maghinardo, avvisato, si riporta con i suoi su Settefonti e la riconquista.
(AG) 30 giugno: gente di Nonantola va a depredare e ad incendiare Sant’Agata e S.Giovanni in Persiceto, che viene salvato da Lanfranco Rangoni e dai suoi 100 stipendiarii.
(AG) 5 luglio: la milizia bolognese è a Castel S.Pietro.
(AG) 8 luglio: da Castel S.Pietro, la milizia, parte del popolo ed il podestà muovono su Dozza appiccando fuoco.
(AG) Luglio: vengono inviati messi in Romagna raccomandando agli alleati di non aprire i castelli ai nemici.
(AG) 25 arile: messi in Romagna per sapere se Maghinardo da Sosenana cavalca da quelle parti.
(AG) 27 luglio: il borgo di Piumazzo è incendiato dai nemici.
(AG) 27 luglio: disposizioni di sicurezza inviati ai castelli dalla parte di Modena.
(AG) Giugno-luglio: gli 8 di guerra perdono potere e da ora in poi appare che la situazione è controllata dal podestà, dal Capitano del popolo e dal Capitano di guerra. A loro vengono confermati di mese in mese facoltà secondo le quali in certe occasioni potevano procedere senza l’approvazione del consiglio.
(AG) 17 giugno, provv.: se manca uno tra podestà ed i due capitani, le decisioni si possono prendere lo stesso.
(AG) 22-24 giugno, provv. e atti pod.: si bandiscono le venticinquine con gravi pene per i trasgressori.
(AG) 24 giugno, provv.: vengono imposti 200 cavalli ai nobili del contado e 2000 ai cittadini.
(AG) 15 luglio, provv.: si procede ad una nuova elezione di soldati perchè quella di giugno è stata ingiusta ed insufficiente.
(AG) 22 agosto, provv.: si riordina nuovamente l’esercito e si assumono 500 stipendiari tra i migliori possibili e tra questi vi devono essere Lanfranco Rangoni, i cattanei di Nonantola e Gentilino da Sassatello.
(AG) 17 agosto, provv.: viene decisa stretta sorveglianza su esercito e stipendiarii.
(AG) 26 aprile, provv: custodi che chiedono di essere pagati.
(AG) 10 maggio, provv: custodi che chiedono di essere pagati.
(AG) 23 maggio, provv: custodi che chiedono di essere pagati.
(AG) 1 giugno, provv: custodi che chiedono di essere pagati.
(AG) 1 luglio, provv: custodi che chiedono di essere pagati.
(AG) Tutto l’anno: condanne e multe ai custodi anche per lievi mancanze.
(AG) Maggio-luglio, atti pod.: si libera dalle multe e dai debiti chi andrà come custode presso castelli del contado.
(AG) Luglio (?): processi contro parecchi che hanno promesso di andare a fare custodia di Monteveglio e poi non ci sono andati.
(AG) 5 luglio, provv.: si applica severità per i custodi e si lascia arbitrio al Capitano ed alla sua famiglia su modi e qualità delle pene da infliggere ai trasgressori.
(AG) 12 luglio, provv.: lagnanza dei custodi che sottolineano come ciò capiti in egual misura a ricchi e a poveri.
(AG) 22 agosto, provv.: vengono imposti altri 1600 cavalli.
(AG) Agosto-settembre, provv.: lagnanze di chi ha fornito cavalli secondo l’imposizione e non è stato pagato.
(AG) Maggio-settembre, Precetti di paga, atti pod.: nunzi ed ambasciatori viaggiano a loro spese e vorrebbero essere rimborsati.
(AG) 31 agosto, provv.: nel mese vengono fatte 2 collette in base ai nuovi estimi.
(AG) 19 agosto, provv.: si ammettono nella parte, dietro pagamento di 500 lire per i nobili e 300 per i popolani, sia i Lambertazzi, sia i banditi per malefizio che ricevono perdono dall’offeso, mentre i carcerati per debiti possono pagare solo metà della multa per uscire di prigione.
(AG) 29 maggio, atti pod.: si permette a Pistoiesi e Fiorentini di venire in Bologna a fare mutui previo pagamento al comune di un’imposta e si ammette nella cittadinanza di Bologna tutti coloro che sono disposti a sopportarne i pesi e a concorrere alle pubbliche fazioni.
(AG) Inizio agosto: si divide l’esercito in due parti, operando sia in Romagna, sia verso Modena.
(AG) 1 agosto (o 1 aprile ?): Bologna consquista Massalombarda.
(AG) Agosto (?): viene assediata e distrutta Castel Cavalli.
(AG) 5 agosto, provv.: documentata la distruzione della ‘via del Marchese’, nel modenese. Dopo la distruzione, l’esercito si accampa presso Finale.
(AG) 18 agosto, provv.: l’esercito è ancora presso Finale.
(AG) 22 agosto, provv.: l’esercito è ancora presso Finale.
(AG) 5 agosto: al ritorno dalla distruzione della via del Marchese, l’esercito bolognese è attaccato da un drappello comandato da Ugolino di Savignano e da Rosso de’ Liazzari. La vittoria è bolognese ed ai due capitani nemici, catturati, sono riservati atroci tormenti (10 agosto).
(AG) Agosto: la fazione marchesana in Castel Liano causa un incendio che distrugge gran parte del paese, nel tentativo di darlo a Maghinardo.
(AG) 28 agosto: l’esercito si trova presso Castel S.Pietro, con la milizia di due quartieri.
(AG) 28 agosto: si inviano messaggi agli uomini di Castel de’ Britti, Monte Armato, Pizzano, Ulgiano, Settefonti e Varignana, affinchè tutti gli abili alle armi, tra 18 e 60 anni, si presentino presso il podestà a Castel S.Pietro.
(AG) 31 agosto/2 settembre: si dice che il nemico stia per attaccare Massalombarda. Si decide allora di accorrere a Medicina.
(AG) 6 settembre: si chiedono nuove per Massalombarda, dopo il falso allarme.
(AG) 6 settembre: nuove informazioni di un presunto prossimo attacco su Massalombarda.
(AG) 7 settembre: mandati di paga per i banditori andati con il podestà e la milizia a Castel S.Pietro.
(AG) 7 settembre: nuovamente l’esercito è pronto a Castel S. Pietro, dove arrivano gli uomini di Budrio bene armati.
(AG) 7 settembre, atti pod.: si decide l’invio di uomini da Budrio per dare man forte in Castel S.Pietro.
(AG) 7 settembre, atti pod.: battaglia con vittoria, probabilmente poco importante, dei bolognesi.
(AG) 20 settembre: ordine del podestà che raduna in Castel S.Pietro uomini da Medicina, Castenaso e Budrio, ma la cavalcata non comporta alcuno scontro. Si chiede ai custodi verso il modenese di fare buona guardia sui passi.
(AG) 25 settembre: si inviano messi in Romagna per avvertire che si sarebbe cavalcato nel modenese. Ora l’esercito è a Bologna.
(AG) 23 settembre: Maghinardo raccoglie le sue genti.
(AG) 25 settembre: Maghinardo si dirige su Massa Lombarda, e si accampa ivi, senza per altro impensierire Bologna.
(AG) Prima del 20 settembre: ‘insulto’ fatto dal marchese d’Este a Sant’Agata, il (marchese vuole entrarvi di notte). Vengono inviati da Bologna uomini per sapere de insulto facto ad ipsum Castrum.
(AG) 26 settembre: a Castel Franco giungono notizie rassicuranti dalla Romagna, secondo le quali non ci è da aspettare alcuna azione bellica imminiente da parte del nemico.
(AG) 26 settembre: i bolognesi muovono verso Modena e si spingono fino a S.Lazzaro, devastando case e opifici.
(AG) 27 settembre: viene chiamato da Calvenzano il conte di Panico (atti pod.).
(AG) 29 settembre: viene preso Savignano dall’esercito di ritorno da S.Lazzaro di Modena, con l’aiuto del conte di Panico. Viene costruito un battifredo a Vignola per la riconquista.
(AG) 30 settembre: l’esercito di scioglie.
(AG) 1 ottobre: formato un nuovo esercito con tre quartieri del popolo, i bolognesi si accampano in Castel S.Pietro, poichè Maghinardo è ancora presso Massa Lombarda.
(AG) 5 ottobre (?) (atti pod.): Il podestà viene informato sulle condizioni dei nemici in Imola.
(AG) 7 ottobre (?) (atti pod.): il podestà invia uomini di Croara e Tossignano a rompere la chiusa d’acqua di Imola.
(AG) 3 ottobre (?) (atti pod.): radunati tutti gli uomini abili alle armi sotto e sopra Imola, si dirige con tutto l’esercito verso questa.
(AG) Prima del 25 ottobre (atti pod.): viene bruciata una torre nei pressi di Imola (o in Imola ?) e vengono bruciati anche alcuni borghi. Non riesce la penetrazione in Imola, e così l’esercito se ne torna indietro comunque depredando tutto il possibile (probabilmente prima dell’8 ottobre).
(AG) Prima del 25 ottobre: Maghinardo è spaventato dagli incendi causati nell’imolese e lascia Massa Lombarda tornandosene a Faenza (probabilmente prima dell’8 ottobre).
(AG) 8 ottobre (atti pod.): si decide di lasciare stare la Romagna, ora più sicura, e di dedicarsi al modenese.
(AG) 9 ottobre: giunge la notizia che il marchese d’Este è presso il ponte di S.Ambrogio e S.Cesario. Si avvertono quelli di Crespellano, di Piumazzo, di Manzolino, di proteggersi nei castelli.
(AG) 20 ottobre: il marchese è nei paraggi di Savignano. Bologna invia messi per informare delle intenzioni nemiche. Sembra che il marchese si stia dirigendo su Bologna.
(AG) 22 ottobre (atti pod.): si radunano uomini e mezzi dalle terre meno esposte alla guerra per la difesa della città. Si organizzano le difese dei luoghi di Romagna. Si avverte il conte di Panico di essere pronto alla difesa della città.
(AG) 14 ottobre: lettera di Lanfranco Rangoni che informa la separazione tra il marchese d’Este ed il suo esercito (notizia registrata il 25 ottobre negli atti pod.).
(AG) Ottobre (?): S.Cesario si ribella agli Este.
(AG) 27 ottobre (?): i bolognesi pensano di inseguire le schiere nemiche con tutte le forze disponibili. A Bazzano si scontrano con il gruppo migliore dell’esercito del marchese d’Este, gruppo formato da 300 cavalieri, che stava rifornendo il castello di Bazzano di nuove guardie e vettovagliamenti. La vittoria è bolognese ed i cavalieri nemici si rifugiano nel castello, ove sono 1000 cavalieri e 100 fanti a custodia.
(AG) 27-29 ottobre: battaglia tra i bolognesi fuori del castello di Bazzano e gli estensi dentro.
(AG) 29 ottobre: cade la torre Belforte e le truppe chiedono a Bologna macchine belliche per proseguire la conquista del castello e vettovaglie. Bologna chiede aiuto anche alle città di Toscana e di Romagna.
(AG) 6 novembre: giunge a Bazzano Maghinardo con forte esercito in aiuto degli estensi.
(AG) Novembre: giungono aiuti a Bologna per l’assedio di Bazzano da Firenze (che invia molti cavalli), da Siena, da Pistoia, altri aiuti giungono assieme ai conti da Mangona, giungono i Romagnoli con Ostasio da Polenta e Malatestino Malatesta e combatte per Bologna persino il conte di Romagna.
(AG) 9 novembre: si istituisce un corpo di 22 nunzii incaricati di tenere le corrispondenze tra Bologna e Bazzano e viceversa, con l’obbligo di non allontanarsi senza licenza (atti pod.).
(AG) Novembre (?) (provv.): si bandisce in Medicina ed altre terre quod omnes banniti qui volebant ire ad dictum exercitum essent affidati in eundo et redendo et ad dictum exercitum stando promettendo riguardi nei futuri processi.
(AG) 25 novembre: cade per fame e stanchezza il castello di Bazzano.
(AG) 4 dicembre (atti pod.): viene sciolto l’esercito.
(AG) 17 agosto (provv.): si sorvegliano gli stipendiarii che pare preferiscano le osterie all’esercito.
(AG) 28 luglio (provv.): minaccie contro chi emigra verso le terre del marchese d’Este.
(AG) 22 agosto (provv.): si richiede di non inviare alla custodia dei castelli persone sospette od inclini ad accordarsi con il nemico.
(AG) 3 dicembre (atti pod.): si procede contro alcuni dell’esercito bolognese che, durante l’impresa di Bazzano, gridarono cavaliere il marchese d’Este.
(AG) 11 dicembre (atti pod.): si procede contro alcuni dell’esercito bolognese che tentarono di tradire il castello di Bazzano da poco conquistato.
(AG) 27 luglio (mandati): vengono inviati nunzii in tutti i castelli di Romagna e del modenese per non fare entrare il capitano di guerra Rainaldo de’ Bustolli, sospettato di complicità con l’Este.
(AG) Continue grida per richiamare i bolognesi ospitati dall’Este.
(AG) 22 agosto (provv.): viene concessa al podestà la facoltà di condurre la milizia dove vuole, preso facoltativamente consiglio da un ristrettissimo corpo di credenza.
(AG) 7 ottobre (consoli e Consigli minori): si dà facoltà al podestà di non seguire le deliberazioni dei consoli e degli anziani.
(AG) 1 dicembre (provv.): viene cassata la riformagione fatta dagli anziani e dai consoli, per la quale il podestà ed il capitano devono mettere in pratica quanto da anziani e consoli stessi stabilito.
(AG) (?) Il podestà ottiene anche la mansione di ‘Capitano Generale della guerra’.
(AG) 11 dicembre (provv.): viene liberato dal sindacato il podestà Jacobo del Cassaro, per paura della fazione marchesana. Lo stesso verrà fatto per i podestà futuri (Fulgeri da Calbulo, Gaspare da Garbagnate, Ottolino da Mandello, Moroello Malaspina, Jacobo da Pirovano, etc.).
(AG) Rancore tra l’Este e Jacobo del Cassaro, che ha ridotto la forza della fazione marchesana. Pare che vi siano anche motivi personali contro ‘… quell’asinajo delle Marche …’ che (?) conduce all’assassinio di Jacobo.
(AG) Già tre eletti alla carica di podestà rinunciano.
(AG) 17 dicembre (provv.): lettera di Firenze, a cui Bologna ha chiesto ‘savi uomini’ da eleggere a podestà, che dice … quod Commune Florentie renunciat acceptare eleccionem Potestatis civitatis Bononie … .
(AG) 20-29 aprile: documento sulla legazione di pace di Pietro cardinale di Santa Maria Nuova, inviato da papa Bonifacio VIII.
(G8) Gli Asinelli hanno case nel quartiere di porta Ravegnana nell’area compresa tra via S.Vitale, piazza Aldrovandi, strada Maggiore. Le cappelle interessate sono S.Michele dei Leprosetti, S.Bartolomeo di porta Ravennate, S.Vitale e S.Tommaso della Braina. Un Asinelli infatti dichiara negli estimi … in primis ius in turri Axinilorum posita super trivio porte Ravenatis et in statione ipsius turris una cum Bonachosa d. Ugolini de Asinellis […] qua statione solet percipere pensionem… V lib. extimat pro sua parte XXV lib.’ .
(G8) (Estimi): Cecilia moglie del fu Princivalle dei Beccari possiede medietatem unius pedis turris pro indiviso posite in civitate Bononie in c.s. Cristofori de Geremiensium iuxta d. Lambertinum de Becariis ab uno latere et iuxta Pritonem de Pritonibus ab alio et iuxta viam publicam a tertio, pretii et extimacionis pro sua XV lib. bon. .
(G8) Facciolo del fu Princivalle dei Beccari dichiara agli estimi di possedere unum quartum unius pedis turre … [in eadem capella] supradicta iuxta Pretonem q.d. Rolandini de Pretonis [iuxta d. Lambertini] de Bechariis et iuxta viam publicam, quam facit et extimat quindecim lib. bon. .
(G8) Le famiglie dei da Bisano e dei Boccadecani possiedono in coumune una torre.
(G8) Artusio del fu Nevi da Bisano della cappella di S.Tecla di Porta Nova dichiara per gli estimi item ius quod habet in turri illorum de Bixano et de Bocadecanis poxita in Porta Nova iuxta viam publicam iuxta voltas de Bocadecanis. Ext. V lib. bon. .
(G8) Guido del fu Rambertino, chierico di S.Maria dei Carrari dichiara oltre ad unam domum cum quadam curtegella que est in medio anche duabus partibus turris Maltaglate .
(G8) Simino dei Calamatoni, figlio ed erede di Albergitto, dichiara di possedere in primis habet medietatem unius domus cum turri positam Bononie in c.s. Donati iuxta Paulum de Calla [matonibus et vias publicas] a duobus lateribus. Extimat ducentas quinquaginta lib. bon.
(G8) Lambertino Ramponi, dottore in legge, dichiara, per la cappella di S.Michele del Mercato, item habet aliam domum que est ante predictus episcopatus in c.s.Marie de Osilitis iuxta vias a tribus lateribus cum medietate sponde turisini quod dicitur esse Zunte [Carbonis]. Extimat CC lib. bon.
(G8) Estimo di Michele del fu Maio dei Carbonesi dichiara di possedere item habet ius in turri Carbonensibus et domus ipsius turris fuit de quibus cssamentis habet trigessimam partem et nichil percipit, quam extimat C lib.
(G8) Idana, figlia del fu Tuzimanno, della cappella di S.Maria dei Guidoscalchi, dichiara di possedere item habet partem suam in turri de Cathellanis positam iuxta Tuçimanni et iuxta vias et extimat X lib. bon. : si tratterebbe della antica torre dei Catalaniantiquissima et alta sicut turris Asinellorum, posta non lontana dalla Piazza Maggiore. I Catalani discenderebbero dai Malavolta o Ubaldini, conti di Loiano.
(G8) Guidocherio del fu Pietro Righi dei Galluzzi della cappella di S.Maria dei Galluzzi denuncia di possedere item habet iux in turri Cathellanorum quam iux extimat V lib. bon.
(G8) Addegerio e Guglielmo, figli del fu Guido degli Algardi della cappella di S.Maria di porta Ravennate denunciano il possesso di unam domum in dicta capella cum medietate unius turris positam in strata Castillionis iuxta Codigellos et iuxta heredes d.Zunte de Zovençonibus et viam publicam. Extimant CCC lib. bon.
(G8) Baldovino, figlio ed erede del fu Zunta degli Zovenzoni nella cappella di S.Maria di porta Nova, dichiara di possedere unam domum cum octava parte unius turris positam in dicta cappella iuxta illos de Algarda et iuxta heredes dicti d. Zunte et iuxta viam publicam quam extimat valere ab uno anno citra et tribus mensis retro 275 lib. bon.
(G8) Lambertino dei Corforati presenta due volte lo stesso estimo, una volta di fronte ai notai della cappella di S.Maria Maggiore, insieme alla madre Balnisia, l’altra volta di fornte a quelli della cappella di S.Vitale: inprimis unam domum cum medietate unius turris positam in strata S.Vitalis iuxta d.Munsum de Sabatinis et iusta Vinciguerram de Culforatis quam extimat CCC lib. bon.
(G8) Pietro Righi dei Galluzzi denuncia: in primis [habet] domum unam Bononie in dicta capella (S.Maria Rotonda dei Galluzzi) in curtille Galutiorum cum medietate unius thoresoti iuxta d. Gerardum Rollandini iuxta d.Blanchum de Galutiis et iuxta viam publicam in qua habitat de qua recepit nomine pensionis annuatim tres lib. bon. Quam domum extimat 105 lib.bon.
(G8) Antonio Galluzzi possiede domum unam seu turrim que fuit Paghini de Aberti (Iacobino degli Uberti, che possiede le case vicino al comune ?) iuxta vias a duobus lateribus in qua nunc stat unus spetialis. Ext 102 lib.bon.
(G8) Brandelisio e Pinamonte, figli del fu Pietro dei Garisendi della cappella di S.Marco dichiarano di avere item habunt pedem turris Garisendorum in terminis porte Ravenatis pro indiviso cum d. Arthemixio de Ricardini de Garisendis et pluribus aliis consortibus de dicta domo … Ext. LXX lib. bon.
(G8) Niccolò del fu Gerardo dei Garisendi della cappella di S.Marco dichiara item habet dictus d.Nicholaus partem in turri Garisendorum quam partem nichil extimat quia nichil percipit ex ea …
(G8) Paolo, Niccolò e Pietro, figli del fu Tommasino dei Garisendi della cappella di S.Marco, dichiarano item dicunt se habere medietatem unius faciei turris Garisendorum (il diritto di attaccarsi a questa con qualche ponte ?) ut credunt salvo plus vel minus posita iuxta domos publicas quam faciunt et extimant 15 lib. bon. et denarios 30. Nichil habunt de reditum.
(G8) Tommaso, figlio ed eredo del fu Rambertino dei Ghisilieri della cappella di S.Prospero dichiara item partem quam habet in turri et domunculla et terreno que se [tenerentur] in dicta turri, que turis [dicitur] turis [de] Ghisilierorum positam in c.s.Fabiani iuxta stratam publicam iuxta [Lunandum] muratorem et iuxta d. Guidotinum de Ghisileriis quas domos et partem suam turis, terenus et domunculla predictarum CIII lib. bon.
(G8) La torre dei Guarini è situata iuxta Aposam ed è posseduta da Jacopo ed Ugolino di Jacobino Tiuzzi (Truzzi ?) di Galliera, in comune con gli eredi di Bonifacio Guarini. I fratelli Tiuzzi denunciano per la capella di S.Tommaso del Mercato item terciam partem de medietate unius turrim et unius domunculle et unius caxamenti poxitam in civitate Bononie in c.s. Laurencii de Guarinis quam abeo cum heredes q.d. Bonifacii de Guarinis iuxta Aposam et iuxa Bertolum de Bertinois et viam publicam, extimat viginti lib.bon. et turrim et domunculle et caxamento possideo medietatem […] . Pro quam turrim (sic!) et domunculla et caxamentum sum debitori pro anima d. Imelda f.q.d. [Benvignini] et uxor q.d. Ubertini de Guarinis pro uno suo testamento factu manu Arpinellis de Folca notarii. L lib. bon.
(G8) Ubaldo dei Bonconsigli della cappella di S.Martino dei Caccianemici item habet unam aliam domum cum una turri et casamentis spectantibus ad ipsam domum et turrim comunalibus cum dictis d. Bonifatio [de Bonisconsciglis] et fratribus et cum d. Ymelda f.q.d. Iuliani de Boniscosciglis estimate 250 lib. bon. posite in dicta c.s. Martini iuxta vias publicas a tribus lateribus iuxta Bitutium de Pavanensibus de qua domo et turri idem d. Ubaldus habet de XII partibus quinque partes.
(G8) Imelda da Abaisio o del fu Giuliano di Malmaterra (?) i cui beni sono posseduti in parte dai Bonconsigli item sexta partem unius domus sive turis quam habet pro indiviso cum d. Bonifacio de Malconsiglis et alis de domo Malconsiglis positam in c.s. Martini de Caçanimicis iuxta vias a duobus lateribus et iuxta d. Ubaldum de Malconsiglis et valet C lib. bon.
(G8) La torre dei Bonconsigli risulta ancora di loro proprietà (vedi Giovanni Omoboni l’anno scorso).
(G8) La torre che fu di Pietro di Orsolino Orsi nella cappella di S.Marco diviene di proprietà di Angelello degli Orsi, che dichiara in primis habet unam domum positam Bononie in c.s. Marchi cum una turri iuxta vias publicas a duobus lateribus et iuxta heredes q.d. Zampironis de Urssis quam extimat mille lib. bon.
(G8) Gli eredi di Alberto dei Pizigotti della cappella di S.Donato dichiarano in primis habent duas domos cum duobus casamentis et una turiata positis in c.s. Donati iuxta casamenti fratrum heremitanorum de Bononia et iuxta D. Ursolinum de Ursiis et iuxta viam publicam que domus et casamente habitant per predictos heredes et extimant mille sescentas lib. bon.
(G8) Matteo del fu Testa dei Rodaldi della capella di S.Stefano item terciam partem unius domus site Bononie in c.s. Stephani cum iuris quod habet in turri Rodaldorum positam Bononie in c.s. Stephani quam habet pro [in] diviso cum Iohanne qui dicitur Classus et d. Nicolao fratribus suis iuxta heredes q.d. Nicolai Zanini et iuxta d. Grancianum Salamonis et hospicium quod fuit pistoriensium. Ext. sexcentarum lib. bon.
(G8) Zanino e Guglielmo, figli del fu Niccolò de Rodaldi della cappella di S.Stefano in primis habunt unam domum [positam] in dicta capella S. Stephani cum iure quod habunt in turri iuxta Matheum d. Teste de Rodaldis et iuxta Marianum Sallamonis et iuxta viam quam extimat 104 lib. bon.
(G8) Vincenzo, figlio ed erede del fu Alberico da S. Giorgio, dichiara in primis dixit se habere medietatem unius domus cum uno pede turris qui habet in indivixo positam in c.s. Nicholay de Albariis iuxta d. Amorem et iuxta Bertonem de Flubis et iuxta viam publicam et iuxta Rolandum banditorem quam extimat centum lib. bon.
(G8) Jacopo del fu Niccolò dei Tencarari (la torre consortile dei Tencarari è situata in via Tosapecore e verrà demolita nel 1916. I Tencarari hanno diritti su diverse altre torri), dottore in legge della cappella di S.Michele del Mercato di Mezzo item habet ius in quodam toraço et in quodam casamento et puteo posito in c.s. Cataldi iuxta ecclesiam prefatam et iuxta d. Gerardum de Tencharariis quod [est] sine utilitate et sine fructu et inhabitabile et est totam sibi et omnibus suis et sortibus de domo Tencharariorum. Extimatum ius quod habet in predictis 20 lib. bon.
(G8) Niccolò del fu Niccolò dei Tencarari della cappella di S. Michele del Mercato di Mezzo item habet ius in quodam toraço et uno chasamento salegliato a putei que omnia sunt communis omnium de [domo] Tencharariis et sunt inhabitabilis et sine aliquo fructu quod ius summi extimat valere 10 lib. bon.
(G8) Michele dei Tencarari della cappella di S. Cataldo in primis habeo in civitate Bononie in c.s. Cataldi medietatem unius domus [planam] iuxta viam pubblicam et caxamentum et turrim Tenkarariorum et iuxta Paulum de Tenkarariis et iuxta heredes Glarioli Boncompagni et Grolinum cultellerium et Gerardum de Corvis … Ext. CCC lib. Item habeo ius in una turri in uno caxamento comunis cum Tenkarariorum [pro indiviso] iuxta ecclesiam S. Kataldi et iuxta heredum d. Gallacti de Lambertiniis et est in publico et non habitantur et hoc extimat XX lib. bon.
(G8) Gilbertino e Bona, eredi del fu Enzo di Silvestro degli Useppi (dei Toschi (la torre dei Toschi è creduta da taluni (Alberti, Alidosi, Guidicini) costruita dai Passipoveri, passata poi ai Caccianemici). Appartenuta inizialmente a tale Useppe Toschi, la torre viene ereditata dai figli Rolando, Schiatta e Dosio e dai nipoti Accarisio, Tommasino, Silvestro e Cavalerio del fu Viviano.) della cappella di S. Maria della Chiavica denunciano item sextam partem unius domus cum turri in c.s Marie de Clavica iusta d. Vianese de Pascipoveris et iusta d. Gerardum Doxii et iusta viam … XXV lib.
(G8) Frate Tommasino del fu Viviano degli Useppi (dei Toschi) della cappella di S. Maria della Chiavica dichiara item sextam partem unius domus in dicta capella iusta d. Vianese de Paspoveris et iuxta Gerardum Doxii et iusta viam cum sexta parte … turris que continet se cum dicta domo, XXV lib. bon.
(G8) Bello del fu Enrico degli Uberti item habet unam domum in balcone cum una curtisella parva et cum una ture [que non habitantur] poxitam Bononie in dicta c.s. Bertholi in Palaço iuxta viam quam vadit ad Santum Petrum et iuxta d. fratrum Matheum de Radicibus et iuxta predictum Iacobum q.d. Petroberti de Ubertis et iuxta Canitum de Car…(Carbonesi ?) et Iulianum q. Iacobini Ronixii quam facit et extimat ditam domum valere a tribus mensibus retro et ab uno ano in esista (sic!) sescentum lib. bon. (se la torre è tra via Porta di Castello, i Carbonesi e la cattedrale, potrebbe trattarsi della torre degli Ariosti).
(G8) Amisio del fu Niccolò della cappella di S. Maria delle Muratelle item habet de quinque partibus duas partes unius domus sive turris positam in terra Monçoni iuxta vias ab omnibus lateribus quam possidet pro indiviso cum d. Aicardo et d. Fresia f.q. Lambertini. Item habet in dicta tera de quinque partibus duas podii super quo posita est domus sive turris … et possidet pro indiviso cum d. Fresia et Nichola q.d. Laurencini de Monçoni. Item habet de quinque partibus duas unius turris posite in Castro Monthorii quam possidet pro indiviso cum d. Riçardo et dicta d. Fresia iuxta vias a duobus lateribus et iuxta comitatum de Panico.
(W6) Il medico Lanfranco scriva la sua Chirurgia Magna.
(TO) Napoleone Clarissimi fa parte degli Anziani.
(CA) Bargi ha 61 fumanti.
(CA) Ugolino da Panico è capitano della montagna nella parte di Val di Reno sopra Strada.
(CA) Il conte Alberto vende o regala Baragazza a Bologna.
(TO) Tommaso Ramponi va podestà a Milano, accompagnato da un codazzo festante di bolognesi. - 1297
(FI) Viene affittata la torre degli Accursio (Lam.) nella piazzetta dell’Aurora.
(FI) Viene venduta la torre dei Magarotti (Ger.) in strà Maggiore.
(HB) I conti di Panico uccidono il priore Delfino presso i voltoni della casa dei Savignano.
(HB) E’ ricostruito il castello di Cavagli.
(23) Dondiego Piantavigne è tra i 60 sapienti videllicet quindecim pro quolibet quarterio ellectorum per dictos ancianos et consules secundum formam statutorum comunis et populi Bononie (ottobre).
(72) Fine settembre: viene promulgato (dopo 17 mesi) l’estimo. Il risultato è il seguente:
CAPPELLA FUMANTI RICCH.MEDIA NULLATENTI
S.Antonio 51 53.8 6
S.Giuliano 84 62.6 20
S.Omobono 240 68.4 29
S.Cristina della Fondazza 93 70.4 12
S.Biagio 262 75.8 52
S.Alberto 81 87.8 6
S.Leonardo 131 162.6 14
S.Matteo degli Accarisi 1 200 0
S.Maria del Torleone 100 204.7 12
S.Maria del Tempio 96 222.7 4
S.Bartolomeo di porta Ravennate 66 362.4 16
S.Vitale 53 438.4 5
S.Maria di Castel de’ Britti 8 472.62 2
S.Michele dei Leprosetti 48 520.4 2
S.Vito 6 531.8 0
S.Maria di P.Ravenn. 100 580.9 9
S.Giusta 19 606.4 0
S.Stefano 141 691.7 17
S.Cataldo 11 766 1
S.Giovanni in Monte 24 825.5 1
S.Dalmasio 3 1199.3 0
S.Tommaso di Strada Maggiore 42 1344.3 2
S.Maria in Solario 2 1403 0
S.Tecla 31 1719.4 2
S.Michele del M.to di Mezzo 3 1830 0
(72) Il quartiere di porta Ravennate occupa solo il 15% della città, contro il 30% di porta Stiera e porta Procola ed il 25% di porta Piera. Peraltro, in porta Ravennate vi sono 27.3 fumanti per ettaro, contro i 21.3 di porta Procola, i 22.8 di porta Piera. La densità della popolazione è meno elevata al centro della città piuttosto che alla periferia: probabilmente perchè in centro vi sono uffici ed edifici pubblici.
(72) Vengono stimati oltre agli immobili bestiame e crediti, mai vestiti, libri e attrezzi da lavoro; rare sono le stime di capitali posseduti nell’arte esercitata; ancora più rari (2 casi) sono i risparmi, ed uno solo denuncia le suppellettili di casa. Alla fine dell’estimo, oltre alla somma denunciata, c’è la somma tecnica accertata dai funzionari del Comune. Spesso ci sono differenze e vi sono casi di nullatenenti che invece si vedono appioppare 25 o 36 lire di estimo dai tecnici. I nullatenenti vengono comunque iscritti a ruolo con 10 lire. Tale Giacomino del fu Martino de’ Crescenzi, avendo terre tra ai confini di Medicina ed Imola si lamenta della possibilità di perderne i redditi a causa della guerra con il marchese Azzo d’Este.
(72) Il 24% di coloro che dichiarano la professione (491 su 1751) sono contadini (laboratores terre) e sono tutti nelle cappelle periferiche di porta Ravennate. Vi sono 251 iscritti ad arti, con prevalenza dei lanaioli, fabbri, calzolai, sarti, barbieri, falegnami, pellicciai, notai, beccai. I lavoratori cui il comune impedisce di riunirsi in società sono 68 (mugnai, aburattatori (chi separa la farina dalla crusca), fornai, osti, albergatori, erbivendoli, facchini, brentatori, vetturali, barcaioli ed infine il personale dello studio: amanuensi, rubricatori, miniatori, rilegatori, etc.). Tra i dichiaranti vi sono 11 nuncii del comune. Vi sono 270 denuncie su 1751 intestate a donne (15.4%): si tratta principalmente di vedove, raramente donne nubili. Nel quartiere vi sono vaste aree destinate a costruzione (casamenta) che quindi vengono lottizzate: principali promotori sono S.Stefano, S.Procolo, SS.Naborre e Felice e il capitolo della cattedrale. Queste lottizzazioni danno vita a molti ‘borghi’. La forma preferita è l’enfiteusi, in cui il costruttore è proprietario della casa, ma non del terreno su cui è costruita, del quale paga l’affitto.
(72) Le denuncie di porta Piera sono 2449, quelle di porta Procola sono 2717.
(B3) Tra la cerchia altomedioevale e la cerchia dei torresotti si hanno cappelle di media grandezza oscillanti tra i 49 di S.Domenico e i 166 di S.Maria delle Muratelle. Il totale denunciato è di lire 566.060 con una media di 207.95 lire per fumante. Porta ravegnana denuncia 701.644 lire con una media di 413.70 lire per fumante. Porta Piera denuncia 512.286 con una media di 209.1 lire per fumante. Complessivamente i dati sono i seguenti:
QUART. FUM. EST.(%) TOT.L. MED.
P.Procola 2722 30% 566.060 207.95
P.Ravenn. 1751 15% 701.644 413.70
P.Piera 2449 25% 512.286 209.10
P.Stiera …. 30% ……. ……
(B3) La ricchezza risulta concentrata (come in porta Piera e Ravennate) nel centro della città dove risiedono le famiglie magnatizie: le cappelle esterne, pur contando il 60% della popolazione, denunciano solo il 28% del totale. La media di S.Ambrogio è di lire 723.4, S.Maria dei Carrari è di lire 759.13 e addirittura S.Maria Rotonda dei Galluzzi è altissima: 1263.81. Vengono mantenute le distinzioni extra seralium e infra seralium e pare che la cerchia dei torresotti rappresenti ancora una linea di demarcazione importante dal punto di vista sociale. I nullatenenti sono 437 su 2722 (16.05%): molto di più che in porta Ravennate (12.05%) e quasi uguale a quello di porta Piera (16.8%). 94 su 2722 denunciano più di 1000 lire (3.45%) mentre più dell’82% non supera le 200 lire di estimo. La cappella di S.Agata ha 20 fuochi che denunciano da soli il 20% della ricchezza del quartiere, con un estinmo medio di lire 5604.9 per fumante. Ciò dipende dalla presenza di banchieri (es. i Pepoli) in quella cappella. Basti dire che i 5 Pepoli presenti in quella cappella da soli denunciano il 16.3% della ricchezza totale del quartiere e Romeo Pepoli da solo denuncia il 10.3% della ricchezza. Le denuncie non considerano l’attività se non come elemento identificante del dichiarante. Dagli estimi si rileva comunque un elevato numero di contadini in porta Procola e in porta Ravennate in probabile relazione con l’esposizione alla collina di questi due quartieri. I contadini in porta Procola sono più del 18% di coloro che indicano la professione. Appare un interessante espediente con cui gli usurai evitano condanne ecclesiastiche: denunciano di prestare più di ciò che in effetti prestano, calcolando così anche l’interesse.
(D2) Si conclude il lungo processo inquisitorio contro Bonigrino da Verona.
(AP) Negli estimi di Panico di ricorda il borgo del castello di Panico.
(VI) 21 giugno, provv.: si delibera di redigere un elenco di tutti i nobili del contado, affinchè il podestà li ricerchi per farli partecipare alle cavalcate e agli eserciti.
(VI) Ora sono due sapienti che riferiscono al consiglio del popolo (che è incaricato di decidere) per le richieste di riammissione degli esiliati.
(VI) 19 luglio: Riccardo da Pirovano, capo delle truppe inviate da Matteo Visconti ai Bolognesi fa domanda di essere ammesso come geremeo e la domanda viene accolta (il Visconti è ghibellino in Lombardia e guelfo in Emilia e Romagna); viene riammesso in città anche il bandito Oddo quondam d. Umiani de Zuffolis, soldato agli ordini di Riccardo. Tali domande sono sempre accolte nel timore che gli interessati si possano schierare con i nemici.
(VI) 7 agosto, provv.: si dichiara nullo il richiamo di molti banditi fatto dal podestà, il fiorentino Teglia dei Frescobaldi.
(VI) (?) il Ghirardacci narra di una ambasciata fatta al papa, composta da Alberto Cazzanemici cavaliero, Andrea de gli Alberi dottore e Guglielmo Griffoni. L’oggetto è raccomandare la città per avere dal papa il massimo aiuto contro i ghibellini. Di fatto viene offerta a Bonifacio VIII la signoria di Bologna. Il papa comunque è distratto dalla guerra con i Colonnesi e si limita a dare il titolo di Rettore di Bologna al Conte di Romagna e a definire gli anziani ‘vicari della chiesa’, promettendo di portare alla pace.
(VI) Luglio: Parma si riappacifica con Azzo VIII e si dissocia da Bologna.
(VI) Dicembre: viene fissata una tregua tra Bologna e il Conte di Romagna da una parte e Azzo VIII ed i ghibellini dall’altra. Vengono condotte trattative grazie soprattutto ai fiorentini che hanno già aiutato con le armi Bologna.
(AG) 21 febbraio: giungo Uguccione della Faggiuola a Forlì.
(AG) 22 febbraio: Uguccione della Faggiuola è a Imola.
(AG) Febbraio (atti pod.): vengono inviati messi per ogni luogo con richieste di uomini.
(AG) 1 marzo (atti pod.): si chiede al conte di Panico di tenersi pronto per una cavalcata nel Frignano. Lo stesso si chiede al conte di Montecuccoli che porta anche nuovi stipendiari. La cavalcata che ne consegue porta solo ad alcune devastazioni.
(AG) Marzo (?): in romagna i bolognesi rifiutano la battaglia perchè inferiori di numero.
(AG) Tra marzo e luglio: vittoria dei Tossignanesi contro Maghinardo.
(AG) Prima del 20 luglio: vittoria degli stipendiari di Bologna ad Acquaviva.
(AG) 31 luglio: il marchese d’Este conclude la pace con Parma, che fino ad ora ha causato non pochi problemi con tradimenti e sconfitte. La pace viene conclusa da Cavalcabò, marchese di Viadana e ratificata (in Modena ?). Nel trattato di pace Parma dichiara che non aiuterà nessuno contro Bologna.
(AG) 27 maggio (provv.): si chiede di provvedere contro coloro che disertano le cavalcate o che venendo si nascondono o che non seguono i vessilli del comune. Si chiede anche di stabilire fermamente chi deve prendere parte all’esercito.
(AG) 27 maggio (provv.): si delibera che tutti gli abili tra i 18 e i 70 anni devono prendere parte all’esercito. Solo gli infermi con certificato medico e testimonianza di due uomini degni di fede, possono essere esentati, pena multe salatissime. In seguito si rifanno le venticinquine a cui tutti (compresi chierici e conversi) si devono iscrivere. Si ha riguardo solo per chi ha ordini sacri e per chi risiede permanentemente nelle chiese o nei monasteri.
(AG) 21 giugno, (provv.): i dispensati dall’esercito per la loro debolezza vengono anche esclusi dalle cariche pubbliche.
(AG) 22 maggio, (sentenze): scarsi frutti dai guastatori imposti per due anni al contado. Moltissimi sono gli assenti.
(AG) 24 luglio, (provv.): processi e condanne numerosissimi contro gli inobbedienti.
(AG) 27 maggio, (provv.): gli stipendiarii si ribellano perchè non ricevono più la paga.
(AG) 31 maggio – 3 giugno, (provv.): gli stipendiarii derubano il comune mettendone al soldo cavalli e ronzini degli uomini di Bologna.
(AG) Settembre: il comune ha accumulato 8100 lire di bolognini di debito nei confronti delle otto masnade arruolate.
(AG) 14 novembre (provv.): viene rieletto il consiglio dei 4000.
(AG) 23 dicembre (provv.): viene rieletto il consiglio dei 4000 per la seconda volta in poco tempo.
(AG) 18 ottobre (provv.): vendita forzosa del grano ai cittadini a 28 soldi la corba.
(AG) Gride continue su affitti ed incanti delle gabelle.
(AG) Dal 1 marzo e per tutto l’anno si seguono disposizioni su pene per chi evade collette (abbattimento di case).
(AG) 12 giugno (provv.): si ritengono responsabili i massari delle terre inobbedienti imprigionandoli.
(AG) 6 aprile (atti pod.): si procede contro Jacobinus cui dicitur Benellus che venit Bisanum in comitatu Bononie ad incendia, roberia, et homicidia facienda. Viene incendiato il castello di Bisano.
(AG) 22 aprile (atti pod.): rumori a Manzolino causati dalla fazione Marchesana. Forse il castello viene incendiato.
(AG) 7 giugno (atti pod.): sono depredati da parte del Marchese d’Este: Baratino, Durazzo e Riolo, con l’aiuto di alcuni dei paesi stessi.
(AG) 6 luglio (atti pod.): processo contro alcuni che combinarono con i nemici a Nonantola per prendere Sant’Agata ed uccidere Lanfranco Rangoni ed il milite del podestà, che erano lì a custodia.
(AG) Agosto (atti pod.): si tenta di dare Liano a Maghinardo.
(AG) Settembre (atti pod.): ancora i nemici tentano di prendere Sant’Agata.
(AG) 4 dicembre (atti pod.): ancora i nemici tentano di prendere Sant’Agata.
(AG) Da settembre a dicembre: si depreda con inganno Crevalcore.
(AG) Documentati negli atti pod. case crollanti e molini sfasciati nelle terre del contado.
(AG) 6 maggio (atti pod.): sono documentate risse causate dai banditi che nei castelli suscitano continui incidenti.
(AG) 27 maggio (provv.): Brancaleone degli Andalò è eletto capitano della montagna.
(AG) Congiura scoperta per dare Savignano all’Estense.
(AG) 9 maggio (provv.) dichiarata nulla la provvigione di un anno fa a favore dei Lambertazzi. Inoltre si limita l’abuso per l’ammissione di banditi per grave maleficio.
(AG) 6 maggio: lettera del podestà Tegghia de’ Frescobaldi al podestà ed al massaro di Castel S.Pietro, da cui si intuisce la loro amicizia per il marchese d’Este.
(AG) Continue grida per richiamare i bolognesi ospitati dall’Este.
(AG) Maggio: processo contro una famiglia bolognese che ha ospitato messi del marchese d’Este.
(AG) 8 maggio (atti pod.): processi contro alcune potenti famiglie che hanno cercato di impedire la restituzione di alcuni prigionieri ai Polenta, cercando di fare il gioco dell’Este.
(AG) 12 maggio (provv.): sono documentati i domini quinque super augendis introitibus et minuendis expensis che costituiscono balìa. Hanno un potere superiore ai quattro difensori dell’avere, avendo il potere di decidere su ogni spesa decisa da ogni consiglio o balìa.
(AG) (?) Sono documentati i domini de blado, che costituiscono balìa.
(AG) 12 maggio (provv.): i cinque deputati per l’accrescimento delle entrate e per la diminuzione delle spese hanno pieno arbitrio di fare denaro e di conservarlo.
(AG) 23 maggio (provv.): i cinque deputati per l’accrescimento delle entrate e per la diminuzione delle spese hanno pieno arbitrio di fare denaro e di conservarlo. Si svincolano anche dal controllo (‘costrizione’) del podestà.
(AG) 6 luglio (provv.): i cinque deputati per l’accrescimento delle entrate e per la diminuzione delle spese hanno pieno arbitrio di fare denaro e di conservarlo.
(AG) 6 agosto (provv.): i cinque deputati per l’accrescimento delle entrate e per la diminuzione delle spese hanno pieno arbitrio di fare denaro e di conservarlo.
(AG) 10 maggio (provv.): appare che i domini de blado hanno potere di consiglio e molto potere. In particolare sono invischiati con le trattative segrete con Rainerio Samaritani, ambasciatore del papa, per la pace con gli Este.
(AG) 20 ottobre (provv.): si permette ai domini de blado di portare armi da difesa e da offesa.
(AG) 25 settembre (provv.): in assenza di podestà e capitano, i domini de blado prendono il posto di questi, assurgendo, assieme ai consoli ed agli anziani, alla guida del comune.
(AG) 25 ottobre/novembre (provv.): in assenza di podestà e capitano, i domini de blado prendono il posto di questi, assurgendo, assieme ai consoli ed agli anziani, alla guida del comune.
(AG) … salvo semper omni officio et arbitrio dominorum de blada et domini Romei de Pepolis … così terminano moltissimi atti del comune.
(AG) 29 gennaio (provv.): il comune si rivolge ai Visconti per l’elezione del podestà, contravvenendo a quanto deciso nel 1295. Cerca di avere nello Scala un nuovo alleato.
(AG) 13 luglio (provv.): viene chiesto il podestà al Visconti.
(AG) 25 settembre (provv.): papa Bonifacio chiama alla Curia Berardo da Camerino (già podestà di Bologna).
(AG) Sottomissione dichiarata da Bologna al papa.
(AG) (?) Il conte di Romagna viene nominato Rettore di Bologna.
(AG) Prima di novembre (?): tregua con gli Este promossa dal papa.
(AG) 13 luglio (provv.): il papa manda a dire ai bolognesi che è bene pensare ad una tregua con Ferrara.
(AG) 20 novembre (arch. St.): viene sospeso uno statuto sulle armi durante la tregua.
(AG) 4 dicembre: un documento parla di prolungamento della tregua fino a Natale. (E’ un documento di Imola).
(AG) 6 ottobre (25 sett.) (provv.): viene eletto podestà e capitano generale della guerra Moroello Malaspina.
(AG) Fine ottobre: Moroello Malaspina entra in carica.
(AG) 30 settembre (provv.): Moroello Malaspina chiede 50 stipendiari al soldo di Bologna per le proprie esigenze.
(AG) 15 settembre (provv.): Moroello Malaspina non vuol sottostare al solito giuramento dei podestà di osservare gli statuti, se no teneatur et obligetur ad talionem … definendolo turpe.
(AG) 15 settembre (provv.): il comune mette a disposizione di Moroello solo 25 dei 50 stipendiari richiesti.
(AG) 22 novembre: l’Este è eletto capitano d’Imola.
(AG) 25 ottobre (provv.): sono documentati 2000 poveri mancanti di tutto che chiedono aiuto al comune.
(AG) 29 gennaio (provv.): lettera ai Visconti, a Piacenza, a Parma, e a Brescia per testimoniare a Bonifacio VIII i pericoli estensi.
(AG) Prima del 9 febbraio: sono a Roma gli ambasciatori bolognesi.
(AG) 9 febbraio: Azzo (?) giunge ad un compromesso con Bonifacio VIII.
(AG) 1 marzo (provv.): si chiede ai fiorentini di concedere ambasciatori e di diffondere la richiesta alle altre città guelfe di Toscana e anche a Perugia, affinchè l’ambasciata a Bonifacio abbia più effetto.
(AG) 29 marzo (provv.): sindaci e giusperiti bolognesi sono ancora in giro per la toscana in cerca di oratori.
(AG) 11-16 aprile (provv.): si decide di inviare l’ambasciata a Bonifacio con bolognesi e romagnoli per scusarsi e rispondere agli ordini dati dal papa stesso.
(AG) Luglio (provv.): Bonifacio pensa ad una pace vantaggiosa per il comune.
(AG) Agosto (provv.): Bonifacio pensa ad una pace vantaggiosa per il comune.
(AG) Settembre (provv.): Bonifacio pensa ad una pace vantaggiosa per il comune.
(AG) 15-16 aprile (provv.): Bonifacio consiglia una tregua per dare modo di portare avanti alcuni progetti di pace di Rainerio dei Samaritani.
(AG) 13 luglio (provv.): i fiorentini consigliano Bologna di accettare la tregua.
(AG) 29 luglio (provv.): una ristretta balia di 4 anziani, con il consiglio dei consoli e con 25 sapienti per quartiere e con gli ufficiali della biada, delibera di inviare al papa un sindaco a nome del comune affinchè si sottometta ai cuoi comandamenti.
(AG) Agosto – settembre: il comune si dà alla chiesa.
(AG) 25 settembre (provv.): il papa Bonifacio VIII chiama presso di sè il podestà Berardo da Camerino, che viene lasciato partire anche se la carica rimane vacante. Si pensa che possa essere utile per Bologna più là che in Bologna stessa.
(AG) Ottobre (arch. Imola): sindaci del comune assieme a quelli delle città dell’Emilia, degli estensi e dei romagnoli giurano di obbedire all’eventuale lodo di papa Bonifacio.
(W8) La gente di Monte S. Pietro concorre alle fortificazioni di Zappolino.
(TO) Guglielmo di Guglielmo Guidozagni rappresenta il quartiere di porta S.Pietro in una commissione di sapienti per il reperimento di 600 cavalli, per la guerra contro gli estensi.
(TO) Sanguigno Laigoni è tra i sapienti che devono trovare danaro da impiegare contro il marchese Azzo d’Este. - 1298
(FI) Viene divisa la torre dei Calamatoni (Ger.) in strà S.Donato.
(FI) Viene divisa la torre Gabriozzi (Lam.) in via Parigi.
(HB) Il marchese di Ferrara è stato sconfitto dai Bolognesi presso Piumazzo: praticamente è fuggito alla vista dell’esercito bolognese.
(HB) Il domenicano Teodorico Borgognoni da Lucca è morto (era vescovo di Cervia) ed è stato sepolto nella cappella maggiore di S. Domenico che egli stesso aveva costruito. Abitava in borgo Ricco presso l’ospedale di S.Bernardo.
(MG) Il comune fa fare ingenti lavori per riattare la Bologna Pistoia e chiede giuramento (per garantire la sicurezza della strada) a Monte Acuto delle Alpi, Capugnano, Sùccida, Granaglione, Casio, Moscaccia, Stagno, Bargi, Suviana, etc.
(23) In novembre Dondiego Piantavigne è Massaro e depositario generale del comune assieme a Francesco del Gatto, ed assieme vengono incaricati di risarcire coloro che avevano avuto dei cavalli feriti o uccisi in difesa del comune bolognese.
(23) Dondiego Piantavigne è tra i due sapienti per quartiere che hanno l’incarico di controllare gli estimi.
(52) Nuovo trattato tra Bologna e Pistoia per i confini e la sicurezza delle strade (alcuni comuni (Capugnano giura con i bolognesi) si impegnano a mantenere sicure le strade e a non dare asilo a banditi e a fuoriusciti.
(72) Fine della guerra con Azzo d’Este.
(A4) Andrea di Castellano degli Andalò è capitano della fortezza di Scaricalasino, con 255 stipendiari, di cui 150 pedites cum lanceis 50 cum balestris e 25 soldati a cavallo qui non sunt de militibus communis Bononie. In caso di necessità il dominus che presiede ai castra è autorizzato a precettare quanti sono stimati necessari da Pianoro in su.
(14) Le comunità interessate alla strada lungo il Limentra (presso la località ‘Malpasso’) fanno fatica a tenerla sgombra dai predoni.
(VI) 8 settembre, provv.: si affida ad una balia l’incarico di valutare le trattative condotte con il marchese d’Este e di condurle a termine.
(VI) Dicembre: sindaci e notai di Bologna e del marchese d’Este si recano a Firenze per stipulare la pace. Il luogo è la piazza di S.Giovanni.
(VI) Cominciano trattative tra Bologna ed i Lambertazzi fuoriusciti.
(AG) Gride continue su affitti ed incanti delle gabelle.
(AG) 19 novembre (provv.): Piancaldoli e Cavrenno sono perduti forse ad opera di Brancaleone degli Andalò.
(AG) 28 novembre – 22 dicembre (provv.): Bologna riprende Piancaldoli e Cavrenno con l’aiuto degli stipendiarii e con denaro.
(AG) Continue grida per richiamare i bolognesi ospitati dall’Este.
(AG) Febbraio: viene protratta fino ad adesso la tregua cercata dal papa Bonifacio a favore dei bolognesi ed imposta agli Este per mezzo del vescovo di Fermo.
(AG) Inizio anno: Maghinardo assedia a Cotignola il conte di Bagnacavallo, amico di Bologna.
(AG) 29 gennaio (provv.): parlamento indetto dai Visconti con Bologna contro Ferrara.
(AG) 21 febbraio (provv.): il comune affianca nel potere a Moroello Malaspina 8 anziani aiutati da 4 consoli e il Capitano del Popolo.
(AG) 27 marzo (provv.): Moroello Malaspina, finito il mandato, se ne va senza attendere nemmeno il sindacato.
(AG) Marzo (?): diciassette società delle arti si stringono in giuramento per la guerra contro gli Este.
(AG) 16 marzo (provv.): si congettura di affidare il capitanato al Visconti, attendendone un rifiuto assieme all’invio di un valido uomo di fiducia.
(AG) 21 aprile (provv.): ambasciatori vanno a Milano a proporre il capitanato al Visconti. Il Visconti invierà prima Gaspare da Garbagnate, poi Ottolino da Mandello.
(AG) Azzo d’Este tenta di prendere con il tradimento Massa Lombarda. Per tale fatto viene decapitato Nordolo dei Nordoli.
(AG) 5-18 aprile (atti pod.): si invita la popolazione a tenersi pronta a seguire il podestà in caso di campane suonate a martello.
(AG) 20 aprile, 18 maggio (atti pod.): si invitano a ritornare quanti ‘ardirono muovere ad alcun guarnimento’ nella montagna.
(AG) 6 giugno (provv.), 11 giugno (gride): soccorsi ai romagnoli, soli coinvolti dagli scontri con gli estensi in questo momento.
(AG) 17 giugno (atti pod., gride): si radunano tutti i soldati con i cavalli e gli stipendiari ed iniziano le cavalcate (con risultati nulli e praticamente nessuno scontro).
(AG) 22 giugno (atti pod.): cavalcata contro gli Este.
(AG) 24 giugno (atti pod.): cavalcata contro gli Este.
(AG) 26 giugno (atti pod.): cavalcata contro gli Este.
(AG) 4 luglio: Maghinardo da Sosenana sconfigge i bolognesi sull’Idice.
(AG) 13 luglio (atti pod. del 14): i bolognesi cavalcano a Medicina e forse si uniscono a quelli di Massa per fare incursioni contro Faenza ed Imola, anche per impedire la costruzione di un castello, da parte di Maghinardo, che chiuderebbe la via dei rifornimenti.
(AG) Inizio settembre: Maghinardo, unito al Montefeltro, assale Medicina portando distruzione ed incendi.
(AG) 17 settembre (provv.): viene assediato dagli estensi il castello di Sestola, presidiato dai bolognesi.
(AG) 10 novembre: il castello di Sestola è ancora assediato.
(AG) 7 ottobre (provv.): gravi danni arrecati dai bolognesi agli Este dalle parti di Modena.
(AG) 9 agosto: l’esercito bolognese muove su Piumazzo ed arreca gravi danni.
(AG) 11 agosto (gride): si devono discolpare gli assenti alla cavalcata contro Piumazzo.
(AG) (?) Altra cavalcata contro S.Agnese, in cui le truppe bolognesi giungono di notte fin sotto le mura nemiche.
(AG) 16 agosto (provv.): provvedimenti contro l’Este ed i Lambertazzi.
(AG) 31 gennaio (provv.): i massari di Castel S.Pietro non possono venire a Bologna altrimenti vengono imprigionati per i debiti contratti da quella terra.
(AG) 17 dicembre (provv.): 200 stipendiari inviati da Ravenna debbono avere 1477 lire di bolognini.
(AG) 13 dicembre (provv.): si decide il soccorso a Firenze e Pistoia per le relative divisioni interne.
(AG) 17 dicembre (provv.): si decide una colletta per finanziare i soccorsi a Firenze e Pistoia.
(AG) 19 settembre (provv.): il podestà Gaspare di Garbagnate riceve 500 lire al mese. Inoltre, alla fine del suo mandato, riceve 500 lire di bolognini in più.
(AG) 12 maggio (provv.): compare la balìa dei cinque ad augendos introitus et diminuendas expensas.
(AG) 14 gennaio (provv.): colletta.
(AG) 10 aprile (provv.): colletta.
(AG) 12 maggio (provv.): colletta.
(AG) 16 luglio (provv.): colletta.
(AG) 23 settembre (provv.): colletta.
(AG) 17 dicembre (provv.): colletta.
(AG) Durante le almeno 7 collette di quest’anno, per ogni lira di estimo, il contribuente ha dovuto pagare 12 denari.
(AG) 12 ottobre (provv.): si apprende che i banchi dei calzolai sono sfitti dal tempo del tumulto contro Miletto dei Griffi (ovvero da 3 anni).
(AG) (?) Spessissimo mancano soldati e si proroga di 10 giorni il termine della difesa per la difficoltà ad ascoltarli tutti.
(AG) Agosto (provv.): si nota assenteismo nei consigli.
(AG) Ottobre (provv.): si nota assenteismo nei consigli.
(AG) Novembre (provv.): si nota assenteismo nei consigli.
(AG) Inizio anno: lotta del papa contro i Colonna.
(AG) Inizio anno: papa Bonifacio invia a Bologna il frate Rainerio con lettere esprimenti il suo pensiero sulla contesa Bologna – Este. Richiede che si consegnino Piumazzo dai bolognesi a frate Rainerio e Spilamberto dagli estensi a frate Gerardo da Barbiano. Ne sarebbero custodi a nome del pontefice ed a spese dei contendenti fintanto che il papa non ne invierà altri come custodi definitivi.
(AG) 31 gennaio (provv.): Bologna si dice disposta ad obbedire alla richiesta di papa Bonifacio sulla consegna di Piumazzo.
(AG) 13 novembre (cons. Modena): Azzo d’Este ritiene ingiusto che Bologna dia Piumazzo al papa e trattenga Bazzano e Savignano. Modena si ribella alla disposizione del papa.
(AG) 13 novembre (cons. Modena): a Modena, durante un consiglio, viene letta una lettera di Firenze che si dice disposta a sostenere il compromesso sulla guerra con Bologna. L’Este decide di cercare appoggio presso Firenze, non avendo egli alcuna intenzione di cedere Spilamberto.
(AG) 7 novembre (provv.): viene eletto sindaco con pieni poteri Mattiolo di Roncore.
(AG) 12 novembre: vengono eletti i sindaci estensi che si dovranno incontrare con l’omologo bolognese.
(AG) 18 novembre: Mattiolo di Roncore ed i sindaci estensi Albertino da Argenta e Guido Brusati si incontrano a Castel Franco alla presenza degli ambasciatori di Pistoia e Firenze. A Firenze viene affidata la composizione dei dissensi. L’arbitrio di Firenze è comunque limitato a quanto già deciso dal papa, ovvero la cessione di Piumazzo e Spilamberto.
(AG) 11 maggio (patti e diritti): il papa costringe Firenze alla propria volontà, in merito alla questione tra Bologna e Ferrara.
(AG) 18 novembre: l’arbitrio di Firenze conferma quanto richiesto dal papa e si nota il desiderio di deliberare anche su Bazzano e Savignano: dicta finis et remissio nullatenus extendatur ad castra Bazani, Savignani … de quibus … reservamus bailiam laudandi, sententiandi, etc.
(AG) 29 dicembre: lettera di Firenze agli Este in cui si parla del ‘trionfo’ del comune fiorentino nella pace tra Bologna e Ferrara.
(G8) (?) Simino Calamatoni ed il fratello Gabriele dividono i beni paterni e tra le altre cose stabiliscono che la torre di via S.Donato spetti per metà a Simino e per metà a Paolo di Bonacosa dei Calamoatoni.
(G8) I Pavanesi cedono la torre Prendiparte, assieme a case e palazzi, a Lambertino Ramponi, per 3500 lire.
(W6) Muore Teodorico, medico chirurgo figlio di Ugo Borgognoni.
(W8) Forse muore (?) il vescovo Ubaldini.
(TO) Francesco di Ugo Alberici ha la carica di priore dei venti sapienti del consiglio di credenza.
(TO) Guglielmo di Guglielmo Guidozagni, dopo avere per molte volte ricoperto l’anzianato, è uno dei capitani del consiglio dei 500.
(TO) Conte, figlio di Lambertino di Tommasino Ramponi, già fatto cavaliere aurato dal consoglio del comune di Bologna, diviene podestà di Piacenza. - 1299
(FI) Ritorno definitivo dei ghibellini in città.
(HB) Muore Schiatta, vescovo di Bologna e gli succede il domenicano Giovanni Savelli, il quale decide di inserire in suo incaricato alla conduzione del monastero di S.Maria Maddalena di Valdipietra fuori porta Saragozza. Prima vi era un priore con numerosi aiutanti eletti dalle monache.
(ST) Il comune concede al dominus Opicinus de Moscacchia di costruire un fortilicium seu domum con l’impegno di custodirlo e difenderlo per Bologna.
(SB) Nuova riammissione dei Lambertazzi.
(23) Inizio del governo dei guelfi moderati.
(72) 24 dicembre: fine ufficiale della guerra con Azzo d’Este con il lodo di Bonifacio VIII.
(D2) Esistono molti processi documentati inquisitori del successore di Florio da Vicenza: Guido Capello da Vicenza.
(D2) 13 maggio: vi è una insurrezione ed il tribunale della inquisizione entra in funzione (anche se con condanne mediamente lievi). L’insurrezione è stata causata dalla conclusione del processo contro Bompietro e Giuliano, eretici catari, che finiscono sul rogo, causando l’ira della folla che ritiene, tra l’altro, che il principale obiettivo dell’inquisitore sia la confisca delle proprietà dei condannati. Il motivo in particolare è il rifiuto dell’inquisitore di concedere l’eucaristia all’eretico Bompietro in procinto di essere arso nella piazza del mercato. La reazione della folla (prevalentemente femminile) minaccia l’incolumità degli inquisitori.
(F4) Dopo quest’anno viene edificato il ponte di Corticella, in pietra.
(F6) 22 febbraio: Bondì di Bernardo da Castelnuovo, converso, dona tre pezzi di terra nella località Rininci, le Coste di Osellara di quella curia (converso di Casagliola).
(VI) 31 agosto, provvigione: non è necessaria la presenza personale al consiglio dei 4000. Il padre può fare le veci del figlio, lo zio del nipote e viceversa. Le elezioni dovrebbero farsi ogni 4 anni, ma probabilmente avvengono più spesso.
(VI) Bonifacio VIII pronuncia il lodo tra Bologna e Ferrara, che comunque hanno già concluso la pace.
(VI) 16 settembre, provv.: per riconoscenza a Bonifacio VIII vengono dichiarati ribelli del comune i colonnesi.
(VI) Aprile: trattative con i Romagnoli che si concludono in Castel S.Pietro.
(VI) Alberto della Scala e Matteo Visconti pronunciano il lodo che sancisce la fine delle trattative tra Bologna ed i Lambertazzi.
(VI) I ghibellini si definiscono ‘Università e parte dei Lambertazzi fuoriusciti’, che ha un ordinamento simile a quello del comune, ha un consiglio di credenza e un consiglio generale con 12 sapienti presieduti da un priore.
(VI) 10 giugno, provv.: una balia di 40 sapienti eletti dagli anziani per volontà del consiglio del popolo, delibera di fare bandire a Imola che quanti ghibellini vogliano tornare in obbedienza al comune lo possono fare, dando il loro nome e il vecchio indirizzo bolognese ai notai appositamente inviati. Inoltre otto sapienti di parte geremea (2 per quartiere) devono scegliere i 200 ghibellini più temibili da inviare al confino. Le famiglie di tali confinati però possono abitare a Bologna.
(VI) 21 settembre: una lettera degli arbitri nel contenzioso con i Lambertazzi genera una provvigione secondo cui i confinati per i primi sei mesi non devono pagare alcuna malleveria al comune.
(VI) 23 ottobre, provv.: ancora per chiudere la trattativa con i Lambertazzi si cassa una disposizione che prevede l’approvazione del comune per compravvendite da parte dei confinati.
(VI) Si istituisce una milizia di 1600 cavalieri, dubitando dei Lambertazzi.
(VI) Bologna dà 200 uomini d’arme a Matteo Visconti, in aiuto alla guerra da questi intrappresa contro Ferrara.
(VI) I confinati Lambertazzi sono 200.
(AG) Novembre, atti del podestà: … strate que ibant ad civitatem Padue et omnes alie strate erant clause … .
(AG) Novembre, atti del podestà: … nisi per stratam qua itur a civitate Bononie ad civitatem Pistorium, tamen … quidam homo mortuus fuit in dicta strata … .
(AG) 12 maggio, provv.: si concede ai Montecuccoli denaro per la difesa dei castelli di Montespecchio e Valdisasso
(AG) 26 luglio (provv.): si effettua la tagliata del Reno sulla destra, allagando 30000 tornature di terreno, per combattere l’Este.
(AG) (?) Meschina battaglia senza importanza tra bolognesi e romagnoli nell’ambito della guerra contro Ferrara.
(AG) 21 agosto (provv.): documentate strade distrutte e lo stato rovinoso dei castelli strappati all’Estense (Bazzano e Savignano).
(AG) 30 dicembre (provv.): documentato lo stato rovinoso dei castelli di Bazzano e Savignano.
(AG) 20 febbraio (provv.): supplica di Crespellano, S.Agata, Piumazzo, Crevalcore, Serravalle, etc. che chiedono di essere liberate dai debiti in cui la guerra li ha ridotti.
(AG) 14 luglio (provv.): Tossignano è senza custodia essendo tutti fuggiti per la scarsità di viveri.
(AG) 23 giugno (provv.): minacciata carestia nelle campagne allagate e desolate.
(AG) 14 gennaio (provv.): su richiesta del Visconti, si protegge il rientro del podestà Jacobo da Pirovano, in seguito all’assassinio di Jacobo Del Cassaro ad opera dei sicari estensi nella palude di Oriago, durante il rientro a Milano.
(AG) 13 febbraio (provv.): preoccupazione per le 25000 lire di debito accumulate per pagare gli stipendiari.
(AG) 23 giugno (provv.): persino il Rangoni ed il Salinguerra di Ferrara supplicano chiedendo soldi al comune, avendo essi impegnati cavalli ed armi in debiti da usura.
(AG) 6 gennaio: lettera dei fiorentini a bolognesi ed estensi per la consegna dei castelli di Piumazzo e Spilamberto.
(AG) 8 gennaio: gli estensi inviano 500 fiorini a Firenze.
(AG) 10 gennaio: i bolognesi inviano 500 fiorini a Firenze.
(AG) 20 gennaio: i bolognesi consegnano Piumazzo.
(AG) 24 gennaio: gli estensi consegnano Spilamberto.
(AG) 2 febbraio: l’Este libera i prigionieri di guerra.
(AG) 5 febbraio (provv.): il comune libera i prigionieri di guerra.
(AG) 12 gennaio (patti e diritti): si grida la pace con Ferrara pubblicamente.
(AG) 6 febbraio: l’Este fa gridare che le vie sono aperte e che chiunque può passare.
(AG) 2 febbraio (provv.): grida del comune sulla riapertura delle strade e pubblico passaggio.
(AG) Febbraio: Bologna rimette il dazio al valore prima della guerra.
(AG) 20 febbraio (atti pod.): Bologna intercede per Ravenna presso il marchese d’Este.
(AG) 13 marzo (provv.): Bologna acquista grano da Ferrara a prezzo basso.
(AG) 11 maggio (patti e diritti): Firenze riceve la visita di ambasciatori estensi, che si lamentano per le condizioni equivoche della pace, ed entra nella contesa. Gli estensi richiedono la restituzione di Bazzano e Savignano e di tutti gli altri luoghi occupati da Bologna durante la guerra. Inoltre vuole la riammissione dei banditi della fazione marchesana. Ferrara protesta anche per gli aiuti forniti dai bolognesi ai nemici Visconti.
(AG) 27 marzo (provv.): Bologna chiede libertà di passaggio a Ferrara per le proprie truppe che vanno in aiuto dei Visconti. Ferrara protesta e nega il passaggio. Le truppe devono passare per la montagna.
(AG) 13 giugno (codex diplomaticus): viene citato dai Priori e dal Vessillifero di Giustizia fiorentino Uguccione de’ Soldaderi. Viene rimproverato per l’aiuto dato ai Visconti. Uguccione replica dicendo che in realtà il marchese d’Este impedisce il passaggio di truppe di Bologna, nega il transito a mercanti che portano frumento in città ed aumenta il dazio anzichè diminuirlo. Inoltre Uguccione dice che Firenze ora è fuori dalla questione perchè non ha adempiuto al patto di inviare ambasciatori al papa afficnhè pronunci il lodo. Infine Firenze sta operando senza licenza del papa e, come se non bastasse, la questione di Bazzano e Savignano spetta al papa, che non ha demandato a nessun altro.
(AG) 16 giugno (codex diplomaticus): Uguccione de’ Soldaderi dichiara che è vero che Bologna ha aiutato i Visconti, che peraltro avevano a loro volta dato aiuto in passato a Bologna, ma è anche vero che Ferrara si è unita al Monferrato e a Pavia, città nemiche della chiesa.
(AG) 11 maggio (arch. st. Modena): alleanza tra Ferrara, Pavia, Cremona, Bergamo, Vercelli, Casale contro il Visconti.
(AG) 13 marzo (provv.): il Visconti chiede aiuti a Bologna.
(AG) 26 maggio (atti e diritti): probabilmente oggi avviene quanto riportato sotto 13 giugno.
(AG) 27 maggio (arch. st.): Firenze replica dicendo che non sa di torti fatti dal marchese e che comunque ha diritto e cognizione sulle questioni dei luoghi quia pertinent ad pacem. Il sindaco Uguccione risponde che allora Ferrara deve lasciare Modena e Reggio e Imola.
(AG) 28 febbraio (provv.): Matteo da Nonantola, per i fuoriusciti modenesi, si riporta al papa.
(AG) 29 maggio (provv.): la fazione marchesana si fa più forte.
(AG) 10 settembre: papa Bonifacio invia un breve a Firenze e revoca il compromesso.
(AG) 11 settembre (provv.): il papa richiede l’invio entro venti giorni di ambasciatori e sindaci per udire, con gli estensi, la sentenza papale. Per questo vengono raccolte lire 10000 per le spese occorrenti.
(AG) 16 settembre (provv.): si dichiarano ribelli i Colonna e si dichiara di arrestarli e di consegnarli al papa.
(AG) 24 dicembre: viene pronunciato il lodo di Bonifacio VIII. Per le località contese si dice che i detti castelli … Mutinensis diocesis; que ad Commune Mutine pertinere, sed nunc per Commune Bononie detineri dicuntur, maxime propter vicinitatem et contiguitatem ac promiscuitatem etiam ipsorum castrorum et territorii seu districtus vel Comitatus Bononiensis siano concessi in perpetuo a Bologna, che in cambio darà una rendita annua a Modena. Vengono restituite a Modena tutte le altre terre (il comune si era esteso fino al Panaro) conquistate specie dal conte di Panico.
(AG) Primavera: lodo pronunciato dal Visconti e da Alberto della Scala contro le città nemiche di Romagna. Ciò unisce guelfi e ghibellini e finalmente i Lambertazzi possono rientrare.
(AG) 27 marzo (provv.): i Lambertazzi riammessi sono trattati con sospetto e sono esclusi da tutte le cariche.
(G8) Bonaccursio di Ramberto dei Codegelli vende metà della propria torre a Zoene (detto Zengolo) di Ugolino Pepoli.
(W6) Bolla Detestandae feritatis abusum di Bonifacio VIII.
(W6) (?) Muore il miniatore Oderisi da Gubbio.
(TO) I Pepoli riacquistano dai Codigelli metà della torre che era già stata trattata nel 1273 (in seguito tale torre dovrebbe diventare interamente di proprietà dei Pepoli).
(CG) Nascimbene di Michel Parisi (assieme a Romeo Pepoli) è tra i sapienti.
(CG) Pietro di Michele Parisi del borgo della Paglia è, assieme ad altri, incaricato di fare opere di bonifica al borgo della Paglia, inondato.
(CG) Marzo: Pietro Parisi è tra gli anziani per porta S. Pietro. - 1300
(HB) Viene sistemata sul palazzo della biada la statua di Bonifacio VIII, che aveva riconfermato lo studio a Bologna.
(HB) Muore Rolandino Passeggeri, che viene sepolto in un sepolcro a piramide presso S.Domenico.
(ST) 5 settembre: ordine del capitano del popolo di riattare la strada a Roncastaldo … superstantes totius strate per quam itur ad Florenciam.
(ST) Anno giubilare indetto da Bonifacio VIII: parecchi pellegrini per la strata di Firenze.
(OT) L’elenco delle decime ricorda Arviliano ed il suo prete, Bonora.
(OT) Giacomo da Panico risulta rettore di Montovolo, con procuratore tal Bonturo.
(OT) Nelle decime c’è un procurator presbiteri Bonore rectoris ecclesiae S.Laurentii de Arviglano … Bonturus procurator domini Jacobi de Panico rectoris ecclesiae S.Mariae de Montovalle … .
(OT) Nelle decime c’è un hospitalis S.Iacobi et Antoni de Greglo retto da un prete Pietro con procuratore tal Giacomo Beneamati.
(SN) E’ rettore a S.Nicolò di Granaglione un D.Bonsignore, il cui procuratore, il prete Fino, scusò il mancato pagamento di una decima al papa.
(11) Nell’elenco ecclesiastico di quest’anno Pragatto è documentato come Pragatulli.
(C2) Il prete Aldrovandino, rettore della chiesa di S.Alberto (di Savena o S.Vitale) è testimone di un atto.
(D1) La chiesa di S.Teodoro presso Minerbio è elencata nel decimario così come la vicina chiesa della SS. Trinità di Calcadonna sotto la pieve di S.Giovanni in Triario.
(E5) Burzanella ha due chiese: S.Donnino (presbiter Tibaldi) e S.Maria Maddalena e la Collina (presbiter Benvenutus).
(F6) Viene ricordato negli elenchi ecclesiastici l’ospitale di S.Michele Arcangelo nel plebanato di Pitigliano, mentre la chiesa parrocchiale di S.Giacomo di Bombiana (Castel Leone) si trova nel plebanato di Sùccida.
(F6) Viene ricordato negli elenchi ecclesiastici l’ospitale di S.Giovanni Battista di Casio, sia la chiesa, sia lo xenodochio annesso.
(AP) Iacopo dei conti di Panico è rettore di S.Maria di Montovolo. Iacopo tiene anche la ‘Torre Cavallina’.
(VI) Anno giubilare a Roma.
(VI) 15 gennaio, provv.: si stabilisce che i capitani dei castelli siano tam de magnatibus quam de popularibus.
(VI) 15 luglio, provv.: si decide di erigere una statua a Bonifacio VIII, in riconoscenza della parte avuta da questi nella pace fatta con Ferrara.
(VI) 30 novembre, provv.: ambasceria a Bonifacio con ricche offerte di danaro. ve ne saranno altre.
(VI) E’ da poco concluso un patto con Firenze della durata di 3 anni, per difendersi a vicenda. Nel governo di Firenze c’è Dante con la signoria di pacificazione di parte cerchiesca. Tale signoria ha allontanato il falso paciere di Bonifacio, il cardinale d’Acquasparta nel mese di luglio.
(VI) Ultimi di luglio: giungono a Bologna gli ambasciatori fiorentini.
(VI) 30 luglio, provv.: il consiglio del popolo decide di fare la lega con i fiorentini … ad honorem laudem et reverentiam del papa, di Matteo d’Acquasparta e del re Carlo di Sicilia. In realtà Firenze teme proprio dal papa.
(VI) 8 agosto, provv.: seconda provvigione sulla lega con Firenze.
(VI) 25 agosto: viene siglato l’atto finale della lega con Firenze.
(VI) 17 ottobre, provv.: i bolognesi inviano una ambasceria al papa affinchè tolga l’interdetto su Firenze causato dall’allontanamento del cardinale d’Acquasparta.
(VI) (?) Dopo l’insuccesso di Toscana, il cardinale di Acquasparta viene inviato dal papa a pacificare la Romagna.
(VI) Ottobre: il legato viene accolto con onore in città.
(VI) 27 marzo: viene nominata una balia composta dai ministrali delle società, dal proconsole dei notai e da alcuni sapienti per provvedere al mantenimento della pace cittadine (contro anche le trame di Azzo VIII che pare ordisca assassinii di nobili e popolani bolognesi, oltre ad ambire al dominio su Bologna). Tale balia è rivolta anche ai bolognesi che congiurano assieme ad Azzo.
(VI) 10 ottobre, provv.: dei 200 confinati Lambertazzi del 1299 ne rimangono fuori Bologna 21.
(AG) Vi sono numerosi atti del podestà contro Lambertazzi infiltratisi negli uffici.
(AG) Aprile – giugno (atti pod.): si cerca di evitare che Lambertazzi stringano parentele con Geremei.
(AG) Gennaio (atti pod.): si verifica che i Lambertazzi confinati stiano effettivamente nei luoghi a loro assegnati.
(AG) 28 settembre (gride): viene imposta una colletta che è di 12 denari per lira per i Geremei e di 18 denari per lira per i Lambertazzi.
(AG) 24 gennaio (atti pod.): processo contro Lambertazzi iscritti alla società dell’Aquila.
(AG) 28 settembre (atti pod.): processo contro Lambertazzi entrati nell’anzianato.
(AG) 11 luglio (arch. st. Modena): il marchese d’Este si allea con varie città della Lombardia.
(AG) (?) Azzo d’Este si imparenta mediante un matrimonio con il suo maggiore nemico: Matteo Visconti.
(AG) 15 giugno (provv.): il comune partecipa ai festeggiamenti per il matrimonio di Galeazzo Visconti e Beatrice d’Este.
(AG) 30 settembre (provv.): Bologna riceve con onore l’Acquasparta.
(AG) 30 luglio (provv.): Bologna si stringe in alleanza con Firenze, retta dalla signoria Cerchiesca.
(AG) Bologna concede a Firenze ambasciatori perchè vadano da Bonifacio VIII per scusare la città alleata colpita da interdetto dopo la partenza dell’Acquasparta.
(AG) suppliche delle terre del contado che non possono pagare collette.
(G4) La chiesa di Pieve del Pino viene chiamata S.Anxiani.
(G4) Nel decimario si legge S.Ausiani o S.Auxiani, tra le altre informazioni.
(W8) Secondo il più antico elenco delle chiese della diocesi di Bologna, solo quelle più prossime alla città e corrispondente con la parrocchia di S. Andrea di Cadriano rientrano sotto il pievato di Bologna, mentre S. Michele di Quarto Inferiore è sotto la pieve di Marano, S.Mamante di Lovoleto e i Ss. Giacomo e Filippo di Ca’ de’ Fabbri sono sotto il plebanato di S. Marino.
(CA) L’elenco delle chiese redatto quest’anno è stato fatto per la riscossione delle decime, essendo collettore pontificio il vescovo di Ferrara Loterio della Tosa. Redattore è il notaio di Medicina Jacopo di Ugone Peppi. Alla pieve di S. Giovanni di Verzuno appartengono le chiese di (la cifra preceduta da “s.” indica la cifra della colletta imposta in soldi):
S. Donino di Brizanella….s.25
S. Maria Maddalena di Collina di Burzanella…s. 1
S. Giovanni di Traserra….s. 4
S. Stefano di Vigo………s.11
La pieve di Verzuno inoltre ha sotto di sè le due chiese di Sparvo (S. Pietro e S. Michele), oltre il Brasimone, S. Andrea di Savignano, S. Lorenzo di Arvigliano, S. Martino di Prada, S. Giorgio di Bosco (?), S. Lorenzo di Monteacuto Ragazza, mentre S. Savino di Monteacuto Ragazza è sotto la pieve di Sambro. Alla pieve di Succida appartengono le chiese di:
S. Giorgio de Villa (Stagno).s.2
S. Michele de Castro Stagni..s.5
entrambe in Stagno (una dentro al castello ed una fuori).
Al plebatus Aguzani Sancti Petri (Guzzano) appartengono:
S. Pietro di Guzzano……..s.30
S. Stefano di Cinzoni…….s. 4
S. Martino di Camugnano…..s. 7
S. Bartolomeo di S.Damiano..s. 5
S. Tommaso di Costozza……s. 2
S. Cristoforo di Barci……s.14
S. Maria di Piderla………s. 5
S. Maria di Casaruccla…….s. 4 (Casaruccle = Casaravecchia, Spinalacqua in S. Damiano)
s. Michele di Le Mogne……s. 1
(CA) Nell’elenco delle chiese è registrato l’hospitale do S. Maria di Porcole, retto dal presbitero Amadore distinto dalla chiesa di S. Maria di Piderla (si tratta probabilmente di un errore: in tutti gli altri documenti appare che l’ospitale e la chiesa di S. Maria de Porcolis di Piderla sono un unico istituto).
(CA) A Burzanella sono registrate le chiese di S. Donnino e di S. Maria Maddalena della Collina.
(CA) Prime notizie della chiesa di S. Giorgio di Stagno, che compare nell’elenco delle chiese di quest’anno.
(CA) Il presbitero Amadorino regge la chiesa di Bargi.
(VO) L’ospitale di Castel di Casio, ubicato fuori delle mura del castello, dipendente dal monastero di Pratum Episcopi che ne elegge il rettore, è ricordato nell’elenco delle chiese della diocesi di Bologna.
(TO) (??) Sono attivi i legisti Bonifacio e Cristoforo Galluzzi.
(CG) 1 settembre: Luciano Parisi è tra i nuovi anziani eletti oggi per porta S. Pietro.
(RN) Nella città si agitano i Torelli, gli Albari, i Salinguerra.