Origine di Bologna

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Piazza Galvani 1 (N.1121) – Archiginnasio

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Archiginnasio. Nel 1137 e nei successivi secoli fino al XVI non vi fu luogo stabile in Bologna per lo studio. Dove insegnasse Irnerio nol sappiamo, ma è probabile, che leggesse nelle scuole di S. Procolo che furono antichissime. Giovanni Bosiano coetaneo di Alberico dava scuola in S. Procolo, e Oddofredo nel Digesto dice d’aver inteso da Bagarotto, che Alberico di Porta Ravegnana ebbe tanti discepoli, che il Comune gli permise di leggere in certe sale presso la chiesa di S. Ambrogio, nelle quali si rendeva ragione dai Magistrati.
Che Azzone per la gran quantità dei suoi uditori fosse necessitato d’ insegnare sulla piazza di S. Stefano è cosa detta, e ripetuta dai molti, ma non provata.
Un indicazione di scuole l’ abbiamo in un Decreto dei 22 dicembre 1360, col quale si ordina, che le meretrici passassero dal postribolo di S. M. dei Bulgari, dalla strada e piazza della Scimmia a quello della torre dei Cattalani, Pugliole dello Spirito Santo e che si facesse un muro dopo la casa del fu Rolandino Galluzzi posta. sotto la parrocchia di S. Geminiano principiando dal ponte della Cittadella, nella vicinanza dei Celestini continuando fino al Guasto, che sembra quello degli Andalò, e fino alla via che va verso il Guazzaduro, via del Cane, il qual muro debba esser alto, e ciò in causa degli scuolari, e delle scuole.
In strada S. Mamolo ai numeri 34 e 36 vi erano scuole nel secolo XIV, dicesi che presso la Cattedrale vi fossero quelle di Teologia, facoltà permesse nello studio di Bologna li 30 giugno 1372.
Bartolomeo da Saliceto seniore, che testò li 2 giugno 1409 lasciò le scuole dove egli leggeva al di lui figlio Pietro, le quali erano sotto S. Andrea degli Ansaldi juxta viam pubblicam, juxta Guazzatorium, et alios suos confines.
Li 19 settembre 1410 un rogito di Lodovico Codagnelli ricorda le scuole del detto Bartolomeo, come sopra.
Il Guazzatoio era presso le case dei Barbazza poi verificasi che li 21 marzo 1460, Teodorico Salicetti vendette una casa grande con tre casette contigue ad Andrea Barbazza. Rogito Andrea Ruffini.
Un rogito di Frigerino Sanvenanzi e di Francesco Canonici del 1428 parla di uno stabile sotto la parrocchia di S. Salvatore nel quale vi erano due stanze, una per le scuole, e l’altra deputata per quelle dei medici. Siamo assicurati da un rogito di Pietro Bruni del 26 aprile 1441 che nel Guasto degli Andalò vi erano scuole di Leggisti e di altre facoltà.
Si ha memoria che ai Lettori artisti fu invece assegnato in un fondo di ragione dell’ Ospitale della Morte, e sopra il portico di detto Ospitale, per il quale i Sindaci della Gabella pagavano un’annua pensione, ed ai Leggisti fu assegnato un fondo di ragione della fabbrica di S. Petronio che guardava parte sulla Piazza del Pavaglione e parte sulla via degli Ansaldi, pel quale pagavasi affitto.
Nel 1455 Andrea Barbazza si sottoscrive in una sua opera e la dice fatta nello studio di Bologna nelle grandi scuole nuove.
I sindaci della Gabella Grossa erano 12, quattro dei quali erano estratti dal Collegio di Legge Canonica, altrettanti dal Collegio Civile e gli altri da quello di medicina.
Li 9 novembre 1459 secondo un rogito di Tideo Preti, i fabbricieri di S. Petronio convennero con mastro Bartolomeo Bassi, mastro Benedetto Guidoni e con Antonio Daineri Falegnami di fare il coperto sopra sei archi di portico delle volte delle botteghe vicine alla corte dei Bulgari poste sotto S. M dei Bulgari, o S. Cristoforo del Ballatoio, presso Gerardo Lambertini da un lato, presso altre botteghe di detta fabbrica, presso la corte dei Bulgari, presso la via pubblica. ecc. e fare detto coperto a modo, e similitudine, e come sono coperte le scuole nelle quali legge Andrea Barbazza di Sicilia.
Nella via dei Gargiolari al N. 1302 vi erano nel 1460 scuole di filosofia, medicina e di altre facoltà.
La via dei Libri si chiamava nel 1480 strada per la quale si va alle scuole dei dottori.
Li 26 giugno 1506 Cornelio Lambertini aveva tre botteghe in capella di S. Cristoforo del Ballatoio sotto le volte delle scuole dello studio in confine della via pubblica, dei beni della Chiesa, e scuola di S. Petronio, del detto Lambertini, e della via detta della Scimia.
Egli è di fatto che gli antichi dottori leggevano o nelle proprie case o in sale e camere condotte in affitto, ma per lo più, poste o nella strada di S. Mamolo o nei suoi contorni.
Finalmente nel 1520 il pubblico pensò a provvedere di locali, i Professori in leggi e in arti e cosi collocò i primi in uno stabile della fabbrica di S. Petronio posto sull’ angolo del Pavaglione e della via degli Ansaldi, ora detta Borgo Salamo, e del 1532 sull’angolo della via del Pavaglione con la via dei Foscarini. Per i secondi prese in affitto sette stanze sopra il portico della Morte per tre anni e per annuali lire 100 come da rogito di Giovanni Pini delli 15 novembre 1520.
Pio IV volle che si costruisse un magnifico Archiginnasio, come da sua Bolla delli 8 marzo 1561, e li 8 marzo 1562 ordinò al Vicelegato, che i risparmi dei redditi dello studio si erogassero ad ornare le scuole dello studio, e allo stesso fine applicò i frutti del sopresso ufficio della Gabella Grossa allora vacante.
Un rogito di Clearco Achillini dei 17 febbraio 1562 dice, che monsignor Donato Cesi Vicelegato di Bologna, intento alla riparazione, e riduzione in miglior forma delle scuole di Bologna permise ai sindaci della Gabella, che pagati scudi 6000 d’oro non fossero più oltre molestati a titolo di detta fabbrica, ed i sindaci promettono che tutto quello sopravanzerà delle rendite della Gabella, pagate le Letture, come pure l’avanzo delle letture in avvenire vacanti sarà devoluto a comodo di detta fabbrica. Poi terminata la detta fabbrica e ridotte le scuole anche degli artisti, le annue pensioni, che dagli appaltatori si solevano pagare all’Ospitale della Morte per uso degli artisti saranno assegnate alla fabbrica di S. Petronio della qual fabbrica è la maggior parte del fondo, nel quale le predette scuole si stanno costruendo.
Li 7 febbraio 1564 ordinò, che annualmente si pagassero dai dottori delle arti lire 115, e dalla Gabella Grossa lire 885 in perpetuo per pagare il suolo alieno occupato per la fabbrica delle scuole.
Fu scelto la località del Pavaglione per eseguire gli ordini Pontifici, dove erano molte botteghe con poca o niuna abitazione superiore, ed appartenenti alla fabbrica di S. Petronio , altre ai Calderini, e Lucchini. Si trova inoltre che li 15 gennaio 1565 fu assegnato al conte Annibale del fu Cornelio Lambertini, e a Ginevra del fu Bartolomeo Felicìni vedova del predetto Cornelio un credito d’ annue lire 90 sopra la Gabella Grossa per sua tangente delle case e botteghe in capella S. M. dei Bulgari sotto il portico delle scuole distrutte e convertite nella nuova fabbrica, concedendo ai Lambertini le parti superiori dei detti uffici come sopra demoliti destinate ad uso di granaro dietro canone di un candellotto di cera di una libbra per la festa della Purificazione rogito Clearco Achillini. Finalmente verso la piazzetta della Scimmia vi era il Cimitero, la Canonica, e la Chiesa di S. Maria dei Bulgari, che dal 2 aprile 1547 erano state ceduti in enfiteusi ai fabbricieri di S. Petronio. Nell’ archivio della Gabella Grossa non si trovano memorie d’ altri suoli occupati per la fabbrica delle scuole, oltre i sumenzionati.
Era Pro-Legato di Bologna Pietro Donato Cesi quando sul disegno di Francesco Terribilia si gettarono le fondamenta di questa fabbrica li 2 marzo 1562, notizia tramandataci dal Rinieri nella sua Cronica solo autore che la ricordi. Nell’archivio del Legato è notato (orig nolato, errore di cui il Breventani non si accorse) che furono assegnate L. 63862. 16. 6, delle quali se ne spesero sole 62502. 10, quindi risultò un avanzo di L. 1360. 15. 8.
La facciata di piedi 350 di lunghezza è sostenuta da 29 archi di portico con colonne di macigno. Ogni finestra della facciata ha un cartello con un motto sentenzioso, che fedelmente si trovano trascritti negli annali del Negri. Il cortile di piedi 56 per ogni lato è contornato di loggie tanto al pian terreno, che al superiore. Nel mezzo del cortile vi era una bellissima colonna ottangolare di Granito sopra di un piedistallo contornato di scalini. Sulla Colonna vedevasi la testa in mettallo di Giano Biforme di squisito lavoro. Questa colonna fu innalzata in onore del Cardinale Lodovìsi per aver esso accettato la protezione delle due Università; e fu levata col pretesto di minacciar ruina_ La testa del Giano fu comprata per la Galleria del Duca di Parma.
Di prospetto all’ ingresso dell’ Archiginnasio di là del cortile vi è la capella della Santissima Annunziata col titolo di S. Maria dei Bulgari costrutta sul Cimitero di quest’ antica parrocchia la quale tien luogo di quella che i fabbricieri di S. Petronio si erano obbligati di costruire di piedi 20 in lunghezza, e 16 in larghezza entro un anno in luogo della demolita come da rogito 2 aprile 1547. Il primo Rettore della nuova Chiesa di S. Maria dei Bulgari fu nominato dai Sindaci della Gabella Grossa li 16 gennaio 1565 nella persona di D. Romano Ruggi chierico Imolese col salario di lire 8 mensili. Rogito Clearco Achillini.
Sotto la loggia inferiore a sinistra, e dentro le sale vicine alla detta Capella vi corrispondeva la casa Canonicale di S.M. dei Bulgari.
Due scale alle teste di primo loggiato inferiore conducono al superiore a capo del quale vi sono le due gran sale, che servivano per le conclusioni dei laureati aspiranti alle letture. Contansi altre 17 sale o scuole di varie grandezze, e qualch’altra camera per comodo degli uffici dello studio, e per abitazione del custode.
Sopra la capella dell’ Annunziata corrisponde il Teatro Anatomico architettato da Antonio Levante ornato di venti busti e di 12 statue de’ personaggi i più distinti in medicina, chirurgia e in anatomia e particolarmente di quelli che hanno appartenuto alla nostra Università. Questo Teatro fu ornato di legno colle dette statue, busti e lapide, nel 1638 colla spesa di lire 10000.
La prima scuola dei leggisti fu fatta dipingere colle armi degli scuolari nel 1569.
La seconda fu fatta ornare da Manfredo Fieschi Ravaschieri priore dei leggisti nel 1576, poi aumentata da Girolamo da Ponte Torinese e priore nel 1586.
La terza fu ornata dal priore Cesare Solca Milanese nel 1579.
La quarta fu dipinta per cura degli scuolari nel 1577.
La quinta si cominciò a dipingere nel 1575 e si terminò nel 1581.
La sesta si ornò nel 1573.

La prima scuola degli artisti si dipinse nel 1580.
La seconda nel 1576.
La terza si cominciò nel 1576 e si compì nel 1577.
La quarta fu dipinta nel 1577.
La manutenzione e il governo dell’ edifizio delle scuole, fu affidata con bolla di Pio V, delli 23 luglio 1566 ai Sindaci della Gabella Grossa.
Il locale era consegnato a un custode scelto fra le famiglie nobili o civilissime. Il primo fu nominato li 2 luglio 1566 nella persona di Gherardo da Panico, rogito Clearco Achillini, e l’ ultimo fu Pietro Landi.
Prima che fosse eretto l’Archiginnasio si era introdotto in Bologna l’uso di fabbricare in pubblico la Triaca che per tanti anni ha goduto l’universale favore. Questa costumanza cominciata nel 1550 circa, terminò nel 1796, si fabbricava di questo medicamento circa libbre 500 per volta.
Li 24 marzo 1552 il Gonfaloniere, e gli Anziani fissarono il prezzo di questo medicamento a balocchi 20 l’oncia. Compita la fabbrica delle scuole s’ intraprese a farla nel mese d’ agosto nel cortile di questo locale coperto da un tendone ed ornato di damaschi, dove simetricamente erano collocate caldaie, mortai ed altri arnesi di spezieria. Sotto la loggia della capella di qua e di là della sua porta ergevansi due scanzie piramidali sulle quali erano distribuiti i tanti ingredienti e droghe della ricetta Triacale, e che erano sormontate dalle statue di Ippocrate e Galeno. Passato il primo giorno dell’ esposizione si cominciava dagli speziali la manipolazione delle droghe suddette nel cortile assistiti dal protomedicato. Terminato in altri due giorni di lavoro, la triaca si di stribuiva a seconda delle dimande fatte dagli speziali della Città e del territorio.
Nel 1574 fu fatta la prima triaca con pompa e pubblicità coll’ assistenza dei due protomedici Ulisse Aldrovandi e Antonio Maria Alberghini nella pubblica speziaria di S. Salvatore.
Sopraintendeva allo studio un corpo detto dei Riformatori dello studio composto di un Senatore, di un cavaliere, di un nobile e di un mercante, che si eleggevano in maggio d’ ogni anno dagli Anziani.
Andrea Barbazza venuto da Messina di Sicilia , a leggere in Bologna nel 1425 (? orig. 1525, evidente errore di cui il Breventani non si accorse) morto nel 21 luglio 1479 abitò nei primi tempi sotto la capella di S. Maria dei Bulgari presso Gerardo Lambertini da un lato, presso le botteghe della fabbrica di S. Petronio, presso la strada, e la corte dei Bulgari. La sua scuola aveva sei archi dell’antico portico, e siccome Gerardo Lambertini era proprietario dei tre primi archi a cominciare dalla via dei Foscarari, cosi la casa e le scuole del Barbazza cominciavano al quarto arco, e terminavano a tutto il nono arco inclusivo.
Introdottosi l’ abuso di tenere fra le colonne del portico delle scuole, alcune botteghe di legno furon fatte levare li 4 novembre 1605 d’ ordine dei fabbricieri di S. Petronio.
Barbazza Andrea d’ Antonio di Bartolomeo da Messina abitava li 27 ottobre 1466 sotto la parocchia di S. Maria dei Carrari. Rogito Carlo dei Cimeri. Fu maestro di Alessandro VI, mori li 21 luglio‘ 1479. Il Collegio dei dottori di jus Civile e Canonico si radunò li 22 luglio 1479 in S. Andrea dei Piatesi per deliberare se doveva intervenire ai funerali del Barbazza.
Cessato il Senato li 31 maggio 1797 fu nominato li 12 giugno susseguente la Municipalità di S. Domenico a disimpegnare le incombenze dei Sindaci della Gabella Grossa e dell’ Assuntaria dello studio.
Li 10 giugno 1804 si tenne nel locale delle scuole la prima adunanza dell’ Instituto Nazionale, che fu aperta con dotto discorso pronunciato dal professore Stratico.
Finalmente la sede delle scienze ed arti dovette cedere anch’essa allo spirito d’innovazione, che regnò sul finire del secolo XVIII, e sul cominciare del XIX. Si volle che l’ Università fosse traslocata nel palazzo dell‘lnstituto in strada S. Donato, e l’Archiginnasio fu donato alle Scuole Pie, dette allora Scuole Normali. Li addattamenti, e le riduzioni per il nuovo uso di questo locale furono appaltati al falegname Carlo Berti per scudi 500 come pure le macchinose banche delle antiche scuole. Le due grandi aule per le conclusioni furono ridotte a capelle dedicate alla B. V. dell’ Assunta, e all’ Immacolata.
Confinava allora l’Archiginnasio a levante coll’ avv. Fabbri successore Lambertini, e Calderini, coi successori dei Fantuzzi, e della Gabella Grossa, finalmente marchesi Rusconi successori Pietramellara, e i De Franceschi, a mezzodì colla via di Borgo Salamo , a ponente colla piazza del Pavaglione e a settentrione colla via Foscarari ecc.
Quasi tutte le botteghe sotto il portico delle Scuole appartengono anche oggidì alla fabbrica della chiesa di S. Petronio, e alcune sono godute in enfiteusi da vari particolari sulle quali si hanno le seguenti memorie.
1441 26 Settembre. Procura degli ufficiali della fabbrica di S. Petronio in Castellano Gozzadini a concordare con i possessori di alcune case da demolirsi per perfezionare il portico e le botteghe nuove di detta fabbrica.
1453 1 Gennaio. Decreto del Cardinal Bessarione Legato di Bologna col quale ordina, che le botteghe della fabbrica di S. Petronio si possino affittare a qualsivoglia artefice anche esercente una stessa arte non ostante gli statuti, che proibivano, che due d’ un’ arte stessa potessero esser vicini di bottega.
Dove sono le sei prime botteghe del portico del Pavaglione dalla parte di Borgo Salamo vi fu il monte detto delle Scuole.
Li 23 maggio 1578 la fabbrica di S. Petronio locò ai Presidenti del Monte di Pietà sei stanze a piano terreno, ed una settima al piano secondo a tassello, una corte e una cantina, il tutto posto sotto S. Andrea degli Ansaldi nel portico delle scuole e precisamente nell’ angolo del medesimo , che tende verso la chiesa predetta. Confinava a ponente la Piazza del Pavaglione e di dietro coi beni dei locatori, per annue lire 280 rogito Dionigio Vallata.
Nel 1633 prossimamente alla via di Borgo Salamo vi era la residenza della Società delle quattro arti già composta di Spadari, Sellari, Guainari e Pittori, la quale dopo la separazione dei pittori seguita nel 1599 si disse delle tre arti, ed ebbe in protettore S. Paolo.
Si ha memoria che i Bualelli abitavano fra S. Cristoforo dei Geremei e S. Geminiano verso la corte dei Galluzzi, per cui stavano all’incirca dopo le prime botteghe passata la porta delle scuole andando verso Piazza. La casa aveva Ballatoio, cioè Ringhiera. Bualello di Guido Pretore di Reggio in Imelde di Gerardino Salaroli viveva del 1201. Rambertino aveva casa nel 1256 nella corte di S. Ambrogio.
Nel 1365 si dicevano ancora degli Attolini, poi sul finire del predetto secolo si trova che i due rami Bualelli esistenti a quei giorni finirono amendue.

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