Origine di Bologna

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Via Zamboni 59 (N.2526)

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Casa d’Angelo Michele Risii, lasciata a suor Angela Lucida Risii, proffessa in S. Bernardino, con suo testamento delli 25 agosto 1630. Rogito Bartolomeo Albertini. Vien detto trovarsi in Strada S. Donato, sotto la parrocchia della Maddalena, con fornace da bicchieri, in confine di Petronio Mazzone e dei Duglioli.
La fabbrica dei vetri fu concessa in privativa li 19 dicembre 1462, dai XVI Riformatori, a Giovanni e fratelli, figli di Musotto Malvezzi, privilegio che fu confermato li 30 maggio 1473 da Sisto IV con Bolla data in Roma, nella quale accorda ai Malvezzi la facoltà di esercizio per due fornaci da bicchieri di vetro in Bologna con proibizione d’ inaugurarne altre. Dicemmo già esservi stata un’ antica fornace di questo genere nelle Chiavature, che passò poi all’ospedale di S. Giovanni Decollato nella Montagnola, come a suo tempo sarà detto.
Marzio d’ Antonio Galeazzo Malvezzi, ultimo dei discendenti di Gio. Battista di Giovanni Malvezzi, donò questa privativa a Pannina di Filippo di lui nipote, maritata al senatore Fulvio Bentivogli. Nel 1660 fu agitata la causa fra detta Pannina e il Reggimento di Bologna che pretendeva spirata la privativa coll’ estinzione della discendenza di Battista, ma li 4 settembre 1661 fu data sentenza favorevole alla Pannina ed a suoi eredi. Li 6 maggio 1734 Clemente XII confermò il privilegio a favore di Fulvio Bentivogli, e li 27 marzo 1792 il conte Filippo Bentivogli vendette al Senato il diritto di fabbricare, introdurre e vendere i vetri e cristalli in questa città e suo territorio, per scudi 15000. Rogito del dott. Angelo Maria Garimberti. Le leggi posteriori al 1796 annullarono tutti i privilegi, e con questi anche la privativa della fabbrica dei vetri.
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