Origine di Bologna

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Home / Odonomastica storica / Odonomastica delle vie fuori porta / Sebastiano (Via San)

Sebastiano (Via San)

Via San Sebastiano
Da via Rigosa termina senza sfogo.
Quartiere Borgo Panigale.
Delibera podest. 8 giugno 1933.


Il Fanti (II, 720) scrisse: “La strada, comunemente conosciuta come Via Due Maceri (di significato intuitivo) o S. Sebastiano (probabilmente da un oratorio di tal titolo o da un podere così denominato) fu dalla delibera intitolata con il solo secondo toponimo“.
Va però precisato che la via Due Maceri o S. Sebastiano non era l’attuale via San Sebastiano, ma uno stradello che partiva dalla Strada della Pioppa (vedi via del Vivaio) e si dirigeva ad ovest dove terminava senza sfogo presso una casa che nelle piante settecentesche di Andrea Chiesa era denominata Beltrandi, casa tutt’ora esistente con accesso da via Marco Emilio Lepido con i numeri dal 204/10 al 212.
Nel punto in cui lo stradello si dipartiva dalla Strada della Pioppa ora è la barriera di Borgo Panigale dell’Autostrada A14, che sconvolse la viabilità, facendo di fatto scomparire tale stradello (di cui è rimasto un tratto incluso nell’attuale via Rigosa).
Il nome di via San Sebastiano fu dato al tratto rimasto della Strada della Pioppa, a sud del casello, con una delibera consiliare posteriore a quella del 1933 (desunta dal Fanti). Di questa nuova delibera però non sono riuscito ad avere gli estremi.
Infine si può affermare con sicurezza che l’origine del nome di San Sebastiano è dovuta all’esistenza di un oratorio dedicato a questo santo, che si trovava sulla Strada della Pioppa nei pressi della diramazione dello stradello.
Tale oratorio fu demolito nel 1960 per lasciare spazio all’autostrada.
La pianta di Lodovico Facchini e quella IGM 1884 indicano entrambe (errando) questo oratorio con il nome di S. Stefano (evidentemente una è stata copiata dall’altra).
Per quanto riguarda l’odonimo Due Maceri, proprio le piante di Lodovico Facchini e IGM del 1884 indicano l’esistenza a sud dello stradello di due maceri affiancati.


Fonti

Chiesa (1740): Benedetto XIV (dedicatario); Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.), Carta del bolognese per quanto esso si estende seguitamente dalle radici della collina sino al Modonese, Ferrarese, ed alla Romagna, 1732-1738. Stampata a Bologna nel 1740.
Chiesa (1762): Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.); Pietro Paolo Conti (committente); Giambattista Migliari (perito); Gaetano Rappini (inc.), Carta topografica di tutta la pianura del Bolognese cavata dalla carta da me Andrea Chiesa stampata dell’anno 1742, e in parte del Ferrarese, e del Ravegnano, desunta, rispetto alle valli di Marmorta, e di Argenta, dalla mappa giudicialmente fatta del 1739, e rispetto al restante, da dette valli fino al mare, dedotta dalla nuova carta fatta l’anno scorso 1761, d’ordine dell’e.mo sig. cardinale Pier Paolo Conti visitatore apostolico, 1762. Stampata a Cento nel 1762.
Facchini: Carta topografica della provincia di Bologna, seconda metà sec. XIX, disegnata e incisa da Lodovico Facchini. Dalla Cartografia Storica Bolognese della Biblioteca Digitale dell’Archiginnasio di Bologna.
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.
SIT: Sistemi Informativi Territoriali del Comune di Bologna.

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