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NN.212,213. Chiesa di Santa Sofìa

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa di Santa Sofìa.
Una Congregazione detta del Pellegrino Greco, eretta in domenica il 22 aprile 1742 da Gio. Antonio Reggiani in un oratorio sull’angolo della via Saragozza e Frassinago, diede origine alla compagnia spirituale detta dei Domenichini per essere del loro istituto il visitare tulle le domeniche la chiesa della B. Vergine sul monte della Guardia. Questa pia costumanza ebbe principio li 5 aprile 1744 giorno di Pasqua, avendo i congregati nello stesso giorno indossato l’ abito e la divisa del pellegrino essendo priore Giuseppe Berti. Assistiti questi devoti dal loro prolettore il marchese Filippo Davia comprarono da Giuseppe Vaccari due case con orto in Saragozza in prezzo di L. 2200, e costrussero sul suolo delle medesime la suddetta chiesa, che fu aperta la domenica 27 ottobre 1748. La compagnia fu soppressa li 30 luglio 1798, e il locale venduto a Tommaso Nardozzi li 4 maggio 1799. Rogito Luigi Aldini. La chiesa fu chiusa li 16 agosto 1808, ma poi riaperta e ridonata ai confratelli, i quali, sebbene non più con quella solennità di prima, avevano ripigliate le loro pubbliche funzioni li 12 giugno 1800 giorno del Corpus Domini. in occasione dell’ atterramento di tulle le casupole che esistevano dalla via Frassinago sino al Borgo di Santa Calterina, per l’innalzamento del fabbricato che si è detto più sopra fatto a spese del Comune di Bologna, la chiesa dei Domenichini subì la stessa sorte di quella dei Trentatrè.

Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I
 
Santa Sofia.
Chiesa con compagnia detta dei Domenichini, posta in Saragozza.
Dapprima ebbe un piccolo oratorio sull’angolo della via del Frassinago a mano destra in Saragozza.
La compagnia fu istituita da Antonio Reggiani nel 1742.
Nel 1748 il general marchese Filippo Davia, assieme ad altri della compagnia, acquistarono due vecchie case con orto in Saragozza per L. 2200, le quali appartennero prima a Francesco Marsili, poi a Giuseppe Vaccari, e quivi edificarono la nuova chiesa che fu aperta il primo maggio 1749 in giorno di domenica.
Questa compagnia fu soppressa il 30 agosto 1798.
Il 16 agosto 1808 fu chiusa la chiesa e messa ad uso profano.
Nel 1809, coll’interposizione dell’avvocato Aldini segretario di Stato, ottennero che fosse riaperta.
 
 
Nota: l’atterramento delle casupole avvenne per dare seguito all’allargamento di Via Saragozza, decretato nel 1860 dal Governatore dell’Emilia, unitamente agli allargamenti di Via dei Libri, Borgo Salamo e Canton dei Fiori.
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