Origine di Bologna

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Storliti

Nobili geremei: si trovano menzionati nel 1216 e cominciarono a segnalarsi nelle mischie di parte nel 1271. Nell’ ultima, Baruffaldino Storliti ed altri con le genti loro combatterono specialmente contro i Ghisilieri ed i Sala, presso la chiesa di s. Francesco. Attirato egli con Castellano d’ Andalò in palazzo dai geremei, vi fu distenuto (1). Poscia tutti gli Storliti vennero posti in bando con la parte lambertazza alla quale tenacemente aderivano, forse anche perchè Tommaso Storliti, professore non oscuro di gius cesareo, aveva condotto in moglie una Lambertazzi. Costui fu il primo che si disse della Peverada o dei Piperati dal nome del padre, Peverario, il quale aveva otto servi nel 1257.

Facciolo, suo consanguineo, era tra gli espulsi ghibellini che in Imola elessero a comporre Matteo Visconti e Alberto della Scala (2).
Gli Storliti furono chiamati dal 1250 al 1272 a reggere Modena, Brescia, Ravenna ripetutamente, Arezzo, Bertinoro e Faenza. Baruffaldino andò assessore di Castellano d’ Andalò senatore di Roma e ne condivise la prigionìa (1259). Le tracce di questa famiglia si perdono del 1449 in un Giovanni (3).
Gli Storliti abitavano in Porta stiera sul trebbo che da essi aveva il nome ed è attualmente piazzale della chiesa di s. Gregorio: le case loro estendevansi verso s. Prospero, non interrotte dalla via de’ Vetturini che fu aperta posteriormente. In queste loro case, segnate adesso del n. 635, era una grande tubata, ed una torre che, dopo avere appartenuto ad Amadore di Guizzardo Storliti, passò al fratello Peverario, già menzionato; il quale nel 1269 emancipando i suoi figli Tommaso dottore (che fu poi professore come ho detto), Castellano e Bartolommeo, cedette al primo parte della torre e la gran tubata anzidetta (4).
Questa torre notata dall’ Indicatore, dall’ Alidosi e forse dall’Alberti, dicesi abbassata nel 1614 (5): ne rimane un troncone, ridotto ad altana, largo m. 9 da basso e met. 8,65 in cima, con muri grossi met. 1,20 da basso e met. 1,12 in cima.

 
(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 362; v. 5, pag. 444, 481, 482.
(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 360. Sarti, De clar. archig. v. 1, pag. 205. Savioli, Ann. v. 5, pag. 492. Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 125.
(3) Savioli, Ann. v. 5, pag. 241, 519, 330, 370, 377, 412, 435, 463. Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 125.
(4) Docum. n. 36.
(5) Alidosi, Instrut. , pag. 193. Alberti, Hist. lib. 1, deca 6. Guidicini, Notiz. di palazzi ms.
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