Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Questo stabile fu venduto da Leonardo di Zaccaria Recchi a Carlo del fu Giovanni Maria Carracci detto da Cremona Sartore. Il detto Giovanni Maria fu macellaro. Si dice nel rogito di Pandolfo Pandolfi del 5 maggio 1573 che fu pagato L. 2700, essere sotto la parrocchia di S. Martino, e confinare con la via pubblica, con un vicolo, col canale, cogli eredi di Giovanni Paolo De Flora, e presso Antonio Tintore. Il cognome De Flora deve essere riferibile a quello dei Fiori d’oggidì.
Il detto Carlo la fabbricò, e il gran Lodovico vi dipinse in un camino un bellissimo Ercole che fu trasportato nel palazzo Grassi. Che Lodovico fosse Agnato del padrone di questa Casa è certo ma è errore il crederlo di lui cugino in primo grado. Passò il detto stabile ai Boselli, che lo possedevano nel 1715, poi ad Angelo Dal Monte, indi a Luigi Belvederi, ora Sassoli.